Treia. Foto disegnata di "Rengrazzienno Ddio"
Rengrazzienno Ddio a Treia c'è la compagnia Fabiano Valenti, così ho potuto assistere ad una bella lezione di treiese, un dialetto che debbo per forza imparare visto che a Treia ci abito. A dire il vero non è la prima volta, grazie a questa compagnia teatrale, che mi sono concesso di trascorrere un paio d'ore in vicinanza di persone (occupavo il palchetto n. 1 proprio a ridosso della scena) che nella vita reale osservo in ambienti ordinari, in pizzeria, per strada, negli uffici comunali. E' diverso vedere qualcuno riservato e quasi schivo nel vissuto quotidiano e poi ritrovarlo spigliato, quasi sfacciato, sul palcoscenico. Mi aiuta a capire cosa c'è dietro la crosta quotidiana del treiese qualunque, solo il teatro può fare questo miracolo. Sono riconoscente a Fabio Macedoni per avermi svelato negli anni alcuni aspetti nascosti degli abitanti di Treia, questo loro vivere intenso nell'intimità.
Il teatro è come un confessionale, dove nulla si nasconde al confessore. E tra l'altro il titolo "simil religioso" della commedia "Rengrazzienno Ddio", per la regia di Francesco Facciolli , ci sta bene anche con la verità che emerge dalle forme molto caratterizzate del teatro dialettale marchigiano. Sì, è stata una fortuna che l'opera sia andata in scena il 31 marzo, "nata di marzo" era il titolo di un vecchio film in cui si parlava della follia marzolina, se la nostra commedia fosse stata rappresentata il 1 aprile poteva essere confusa per un pesce d'aprile e ciò non avrebbe giovato alla serietà di fondo del concetto etico contenuto nella piece. Perché il messaggio che da essa traspare è che bisogna pregare Dio ed i santi, come una forma di dialogo interiore, una confidenza tra sé e sé, senza aspettarsi vantaggi e ricompense.
Pregare Dio è un atto di amore e non un commercio. Alla fine se nulla viene chiesto la grazia arriva comunque, in conseguenza delle buone disposizioni acquisite nel corso dell'esistenza. Essere buoni, onesti e sinceri è una pratica costante che ci consente di immedesimarci negli altri, di sentirli parte di noi e di conseguenza di trovare in essi il nostro simile, quello che ci compete.
In "Rengrazzienno Ddio" bella la scenografia, i costumi, le luci, i suoni, i colori del trucco, la verve e bravi gli attori: Sara Angeletti, Virginia Ceccherini, Nazareno Epiri, Antonella Macedoni, Fabio Macedoni, Alice Menichelli, Gianfranco Piccinini, Gaetano Tartarelli e tutti gli operatori dello staff.
Fabio Macedoni, prima che il sipario scendesse, ha detto: "Come al solito se lo spettacolo non vi è piaciuto. Psss... non dite nulla in giro!", siccome però a me è piaciuto non potevo esimermi dal pronunciarmi in positivo (checché ne dicano i critici che cercano il pelo nell'uovo).
Paolo D'Arpini, spettatore soddisfatto