Premesso che tutti sappiamo che i terremoti non si possono prevedere e tanto meno prevenire (a parte l'opinione suffragata o meno - non so - da prove, che alcune attività antropiche potrebbero favorire l'insorgenza di terremoti), dopo l'ennesimo sisma, durante il l quale casualmente, mi sono trovata coinvolta, mi sono fatta alcune domande.
In quella famosa notte del 24 agosto 2016, alle 3 e 36 circa, mi trovavo a Treia ed ho sentito il letto ballare di brutto, dopo aver udito vibrare i vetri della finestra della camera. Intanto che lo spavento in me cresceva, pensavo; "Quando smetterà? Crollerà il soffitto sopra di noi, seppellendoci? Dove sarà l'epicentro?" Dopo alcuni secondi la terra ha smesso di tremare, ma io, incapace di riaddormentarmi, ho sentito bene, anzi meglio, la seconda scossa, più lieve.
Questo racconto è niente a confronto di chi avrà vissuto il sisma più in prossimità dell'epicentro, ma per me era la prima volta.
Dall'indomani su internet ed in particolare su facebook ho cominciato a leggere reazioni di una violenza incredibile, contro lo Stato, le Regioni, gli enti pubblici in genere, gli enti o i privati che stavano chiedendo offerte pro-terremotati. Gli enti pubblici sono accusati in primis di non fare prevenzione e quindi di non aver evitato la catastrofe; in secundis che i soccorsi hanno ritardato ad arrivare, poi che quelli che raccolgono i fondi sono tutti truffatori, che ingiustamente le forze dell'ordine impedivano l'accesso alle zone colpite a chi (privati) voleva raggiungerle per portare aiuti.
Tutte cose già viste e già lette e già sentite.
Avendo sentito le scosse mi sono fatta una domanda che molti che in quel momento erano nella mia situazione si saranno fatti: ma se un sisma della medesima intensità avesse il suo epicentro proprio qui, dove ora io sono, cosa succederebbe alla mia casa e a me che ci sono dentro?
Ritornando al discorso iniziale: questa prevenzione di cui tanto si parla e che tanto si invoca, in che cosa dovrebbe - potrebbe consistere? Conoscendo già la sismicità delle varie regioni d'Italia (che però a volte è stata fallace, vedi sisma dell'Emilia Romagna del 2012), non sarebbe il caso di fare perizie sul patrimonio edilizio almeno dei Comuni a maggior rischio sismico, sia degli edifici pubblici ma anche dei privati? Quanti morti dobbiamo ancora piangere? Mi consola la notizia che Norcia, un comune umbro già toccato dal sisma umbro del 1997, dove erano stati fatti vari interventi di consolidamento, in questa occasione, nonostante fosse a soli 17 km in linea d'aria da zone ben più colpite, non ha avuto danni.
Allora si può mettere in sicurezza gli edifici! Perché non lo facciamo SUBITO?
Non ci sono soldi? Ma i soldi per queste cose SI DEVONO TROVARE! Non è possibile che si trovino i soldi per le armi, soldi per mantenere e rifornire l'esercito, ecc.ecc. e non soldi per fare veramente la prevenzione per il rischio sismico! Non so chi dovrebbe - potrebbe pagare, ma credo che anche i privati, se vedessero l'intervento con buona volontà degli enti pubblici, sarebbero disposti a collaborare per uno scopo così importante!
Quello che mi lascia dubbiosa è che non so se ci sono delle competenze tali da dare una certa garanzia di correttezza della valutazione, ma, ripeto, la esperienza di Norcia mi fa ben sperare.
Spero che il Comune di Treia, ma anche gli altri Comuni interessati anche se lievemente da questo ultimo sisma, si sveglino e pensino ad attuare un programma di valutazione dello stato del patrimonio edilizio e di interventi di messa in sicurezza. Parlo anche di strade, parcheggi e infrastrutture utili alle eventuali emergenze. Il Comune o l'ente pubblico comunque dovrebbe essere "coadiuvato" da comitati di semplici cittadini per far si che il programma sia portato avanti veramente in trasparenza, correttezza e onestà.
Caterina Regazzi
Vicepresidente del Circolo Vegetariano VV.TT.
e Aderente al Comitato Treia Comunità Ideale
“Ero a letto con Caterina ed ho sentito anch'io le scosse ma non mi sono mosso, mi sentivo sereno, non impaurito, pensavo che quel che succede succede indipendentemente dal lasciarsi prendere dal panico o restare tranquilli. Ed infatti non è accaduto nulla di drammatico. Dopo un'ora circa dalle scosse ha telefonato prima Valeria, la cugina di Caterina, poi mio figlio Felix ed infine Viola la figlia di Caterina. Più tardi quando mi sono alzato per spedire come al solito il Giornaletto ho potuto constatare che anche al piano di sopra era tutto a posto, solo qualche sportello aperto, qualche libro fuori posto ed un po' d'intonaco caduto qui e lì. In fondo solo polvere...” (Paolo D'Arpini)
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