Ogni volta che si avvicinano le feste di fine anno, ed anche quest’anno, eccoci qui pronti ad inviare messaggi di sensibilizzazione per evitare il consumo di carne e per “informare” le amministrazioni sul rischio “botti” di capodanno. Non che le istituzioni non siano consapevoli di questi rischi, tant’è che ogni anno il bollettino di guerra si arricchisce di qualche morto e ferito in seguito agli scoppi. Ma il problema permane soprattutto per i viventi “passivi”, ossia gli animali.
Ed ormai sono parecchi anni che rivolgiamo alle istituzioni la preghiera di proibire l’uso di petardi e bombe carta per la ricorrenza del capodanno, non solo nei centri urbani, ma anche nelle aeree rurali, montane e suburbane. Questo per tutelare le orecchie e la salute dei viventi, costretti a sottostare alla sfuriata selvaggia di botti continuati, che spesso iniziano sin dagli ultimi giorni di dicembre e terminano dopo i primi di gennaio.
Ma se anche l’uomo soffre per i rumori molesti figuriamoci quanto soffrono gli animali, soprattutto quelli selvatici.. che riconoscono gli scoppi come il rumore delle fucilate con cui vengono accolti durante quasi tutto l’arco dell’anno (da belluini cacciatori di frodo e non).
Anche gli animali da cortile o gli armenti da stalla hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano e le forti esplosioni li gettano nel panico, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, come gettarsi nel vuoto, scavalcare recinzioni e fuggire in strada mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri.
Perciò raccomandiamo ai sindaci di ogni luogo, ed in particolare alla amministrazione di Treia, a noi più vicina, di interdire l’uso di mortaretti e petardi per la festa di Capodanno. Ma l’appello è rivolto anche ai semplici cittadini, affinché diano il buon esempio evitando spontaneamente di “sparare” come espressione della loro gioia….
Paolo D’Arpini
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