martedì 28 novembre 2017

Chiesanuova di Treia, 8 dicembre 2017 - Alla Fierucola delle Eccellenze Bioregionali il Presepe c'è....

In un momento in cui un falso rispetto umano tende a cancellare tutte le tradizioni popolari, come ad esempio quella di costruire un Presepe nelle scuole,  in controtendenza alla Fierucola delle Eccellenze Bioregionali, che si tiene a Chiesanuova di Treia l'8 dicembre 2017, il  Presepe ci sarà... anzi ce ne saranno 2,  uno miniaturizzato all'interno della struttura in cui si tiene l'evento ed un altro di grande formato e luminoso sulla facciata dello stesso edificio, l'Oratorio. 

Immagine correlata
Così è stato deciso la sera del 27 novembre 2017 dal gruppo degli organizzatori della Fierucola delle eccellenze bioregionali  che si è ritrovato nell'Oratorio di Chiesanuova di  Treia per accordarsi sul come allestire l'esposizione   che qui si svolgerà.  Erano presenti, oltre al sottoscritto, il parroco Don Peter  Paul Sultana, Luciana Montecchiesi, Caterina Regazzi, Giovanni  Testa e Lorenzo Luccioni.
Tra le altre disposizioni  Don Peter ha proposto l'istallazione di un grande Presepe luminoso da montare sulla facciata esterna  dell'Oratorio, per fare da richiamo visivo, e poi si è discusso sul   dove inserire all'interno il presepe artistico di Nazareno Crispiani, e Giovanni Testa ha  pensato di  riservargli un posto d'onore proprio al centro del Teatro e ci siamo trovati tutti d'accordo.    
Approfitto dell'occasione per parlarvi del lavoro svolto dal   signor Nazareno Crispiani. Egli vive a Treia da tanti anni, avendo sposato una donna del posto, ma è nativo di Macerata.  Per hobby è fotografo artistico e storico membro del Fotocineclub Il Mulino.  Con noi ha avuto rapporti sin  dall’8 dicembre 2010, ma a quel tempo l’evento non aveva ancora il nome di Fierucola, era una giornata d’inizio dei festeggiamenti solstiziali che veniva dedicata alla memoria matristica ed alla tradizione  contadina,  in quell’occasione egli aveva contribuito ad arricchire la manifestazione con le sue foto storiche di Treia, esposte  nella Sala Consiliare del Comune, ed anche  contenute nel libro presentato quel giorno “La Figlia del Sarto” della compianta Lucilla Pavoni.
Da allora abbiamo sempre collaborato con Nazareno in varie forme e  durante la Fierucola di quest’anno egli presenterà uno dei suoi Presepi realizzato con materiale riciclato. La prima volta che ammirai i suoi lavori artistici,  avvenne   mentre salivo in piazza, appunto nel 2010,  e  notai qualcosa di nuovo  nella vetrina di Nazareno, che si trova in Via Lanzi.  In bella mostra c’erano esposte tante simpatiche miniature lignee…  Mi fermai ad osservare incuriosito e Nazareno,  colto il mio interesse,  si  affacciò alla porta invitandomi ad entrare… Una volta dentro il negozio/studio mi  mostrò le sue opere, in sintonia con  l’avvicinarsi del Natale… Lì sul bancone c’era una moltitudine di piccole scenografie in miniatura,  risultato di un bricolage sapiente e fantasioso.

“Faccio tutto a mano usando vari materiali riciclati -spiegava orgogliosamente – tutte sostanze naturali per dare più significato e verità alla Natività”.  E sventolando alcuni ramoscelli di oleandro continuava a declamare (il suo parlare quasi una poesia..) “ecco queste sono palme….. e vedi l’acqua di questi stagni? E’ fatta con i sali antiumidità recuperati dalle confezioni per macchine fotografiche, la sabbia del deserto di Galilea è quella del nostro mare e le rocce sono i sassi di Porto Recanati… Ho raccolto questi fili d’erba secchi, queste piantine grasse sono ancora vive, un po’ di muschio, qualche pezzetto di latta per gli attrezzi… insomma ho composto questi mini-presepi usando tutti materiali di recupero…, ti piacciono?”  Ed illustrando il  processo di lavorazione continuava ad esibire varie sculturine ed oggettini prendendoli da sopra il bancone e mostrandomi anche gli incompiuti a cui stava ancora lavorando…

Tanta dovizia di particolari e di attenzioni tutte per me, unico ammiratore… Ma quest’anno potrete godere anche voi della sua fantasia creativa, il suo Presepe minuzioso vi aspetta alla Fierucola delle Eccellenze Bioregionali dell’8 dicembre…
Paolo D’Arpini
L’immagine sottostante ritrae in primo piano Nazareno Crispiani alla prima manifestazione da noi organizzata nella Sala Consiliare del Comune di  Treia, l’8 dicembre 2010

sabato 25 novembre 2017

Treia. Verso una comunità ideale: "Operare in modo disinteressato per il bene comune"


Immagine correlata

Noi cittadini di Treia  di buona volontà stiamo tutti lavorando, sia pure in modo disgiunto e differenziato, ad un cambiamento della società,  a favore del bene comune. In generale, per come capisco dalle situazioni in cui mi vengo a trovare qui a Treia,  è molto difficile poter trovare sinergie d’intenti e collaborazione disinteressata. Ciò è dovuto al fatto che ognuno di noi si è fatto un’idea precisa di quelle che debbono essere le priorità per attuare questo “cambiamento”.

Spesso prevalgono i punti di vista personali e magari  le “associazioni” si rompono o la fiducia reciproca si inquina a causa di dubbi e sospetti. Credo che, per evitare queste cadute, occorra esser pronti a rinunciare a qualsiasi aggregazione strutturata operando in termini di piccole azioni  di rete seminativa, sperando che nel tempo e con la maturazione della coscienza collettiva possano manifestarsi le condizioni adatte ad un cambiamento non “indirizzato” ma spontaneo.

L’importante è non demordere e proseguire nell’azione disinteressata nei limiti del possibile, lasciando che in ogni situazione si creino i presupposti per una collaborazione elettiva, nella consapevolezza del fine comune, ed allo stesso tempo sapendo che ogni “associazione” dura il tempo limitato del compimento dell’azione in corso.

Ma da questa  riflessione desidero trarre alcune considerazioni su alcuni aspetti della  società  in cui viviamo: “solo una personalità debole ha bisogno di simulacri in cui identificarsi”, e questo è proprio ciò che avviene in quelli che, speranzosi, si rispecchiano  solo nell’ideale specifico e limitato  che essi  amano! Tale atteggiamento, spesso, è passivamente e acriticamente imitativo, e può attecchire in uomini di spirito debole, con vocazione forte all’identificazione esteriore,  che vogliono realizzare un proprio disegno.

E l’interesse collettivo? Dal punto di vista della sintesi dovrebbe trovarsi nell’adesione al concetto di “bene comune”. A questo proposito mi sovviene il pensiero di Goethe da Dio e Mondo: “Per orientarsi nell’Infinito / distinguer devi e poscia unire”.

E’ vero che la mente dell’uomo capace, in tempi simili, anela ad uscire dalla solitudine ed a produrre risultati positivi. Ma è altresì importante avere la grandezza interiore che consente di sopportare anche le persone imperfette. Se si tentasse di opporsi al male con i mezzi abituali il crollo che ne risulterebbe sarebbe rovinoso con conseguente umiliazione.

Per meglio chiarire il  significato di questo “momento storico” (che non appartiene solo alla stagione ma anche alla maturazione morale dell’uomo), riporto qui, ancora una volta,  un insegnamento del saggio Ramana Maharshi relativo all’armonia sociale.

“Una società è l’organismo; i suoi membri costituenti sono gli arti che svolgono le sue funzioni. Un membro prospera quando è leale nel servizio alla società come un organo ben coordinato funziona nell’organismo.    Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti  ed  inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima.”.

Paolo D’Arpini


Immagine correlata

P.S.
Un esperimento di aggregazione solidale a vantaggio della comunità è la "Fierucola delle Eccellenze Bioregionali" che si svolge a Chiesanuova di Treia l'8 dicembre 2017. Programma:  https://auser-treia.blogspot.it/2017/11/chiesanuova-di-treia-8-dicembre-2017.html


Risultati immagini per Treia. Verso una comunità ideale

venerdì 24 novembre 2017

24 novembre 2017. Cronache dal baretto di Treia: "Tacchini tremate le feste son tornate!"


Risultati immagini per baretto di treia

Venerdì, 24 novembre 2017, colazione un po' indigesta al solito baretto di Treia. Non perché la pastarella fosse cattiva e nemmeno del  cappuccino potevo lamentarmi, la barista conosce il suo mestiere. L'indisposizione deriva solo dalle notizie di stampa. Non si parla d'altro che di tacchini morti e di sconti favolosi  ai grandi magazzini, con la cronaca degli scioperi annessi.  

Che noia... siamo sempre più succubi delle celebrazioni consumiste d'importazione e non ci rendiamo più conto di quel che è genuino e di quel che è finto e non ci appartiene. Ultimamente, e già da diversi giorni, imperversa su tutti i media internazionali, nazionali e locali la sceneggiata del mangia tacchino USA (thanks giving), che è stato giovedì scorso, seguito dal venerdì nero di oggi, “black friday”, la festa della “svendita” in cui le grandi catene offrono eccezionali promozioni al fine di incrementare le proprie entrate. 

Insomma tutta una festa dell'inutile e del glamour. Che c'entra poi con l'Italia? Son tre giorni che non si parla d'altro, senza però menzionare l'assurda, barbara ed incongrua usanza di sgozzare un tacchino per ringraziare Dio dei doni ricevuti dalla Terra. Tutto in memoria del dettame biblico e della storia di Abele, spacciato come il figlio “buono” di Adamo ed Eva, egli fu in realtà un carnefice che sgozzava animali per offrirne le carni a Jawè, mentre il fratello Caino, definito il “cattivo”, si limitava ad offrire i frutti della terra. E nella bibbia è detto che Jawè preferisse l’odore della carne bruciata al profumo dei frutti della terra. 

Così la strage degli innocenti si perpetua ora ampliata dal rito commerciale del “black friday”, un nome che è tutto un programma,  in attesa della prossima orgia consumista del Santa Klaus: "Tacchini tremate le feste son tornate!" 

Paolo D'Arpini

Immagine correlata

Articolo collegato: 

mercoledì 22 novembre 2017

Treia, 8 dicembre 2017 - Per un dignitoso lavoro bioregionale ed una cultura socialmente ecologica: "Fierucola delle eccellenze bioregionali"


Dignità lavorativa nel contesto bioregionale
In considerazione che la crisi economica sta sgretolando le capacità produttive della società e osservando lo stato di degrado morale e culturale in cui la nazione è sprofondata è un imperativo improcrastinabile attuare un criterio di lavoro bioregionale ed una cultura socialmente ecologica.
Questo discorso riguarda tutti gli ambiti della operosità umana, dalla nuova cultura olistica, all'arte, alla scienza, alle tecnologie appropriate, alla socialità, etc. ma soprattutto deve investire la produzione di ciò che è basilare per il mantenimento della vita, ovvero il nostro cibo. Occorre ritornare ad una agricoltura estensiva che integri la presenza di varie specie botaniche comprendendovi anche quelle animali, sia le simbiotiche con l'uomo che quelle selvatiche.
In seguito al propagarsi del sistema agro-industriale e delle necessità consumistiche della popolazione umana il consumo del territorio è cresciuto al punto di dover sostituire a boschi e foreste campi coltivati e pascoli, eliminando ogni competitore e appropriandosi di sempre maggiori quote dell’energia disponibile. Ma tale processo deprivato della considerazione olistica che il tutto compartecipa al tutto si sta dimostrando ora deleterio per la continuazione della vita sul pianeta. Infatti l’utilizzazione sconsiderata delle risorse e l’economia di mercato stanno mettendo a repentaglio sia la qualità della vita che le espressioni culturali e la sopravvivenza stessa dell’uomo e delle altre specie viventi.
Il bioregionalismo e l’ecologia profonda  si pongono quindi come metodo ri-armonizzante della esistenza umana sulla terra, percependola come un insieme di relazioni armoniche fra il mondo vegetale, animale e minerale, e superando allo stesso tempo il concetto di etnia e di specie “privilegiata”, come faremmo nella considerazione fisiologica di un organismo in cui ogni organo è utile e necessario al funzionamento totale.
Dal punto di vista della società produttiva le linee guida necessarie all’attuazione bioregionale sono: mantenere e coltivare la biodiversità – e questo cominciando a promuovere la biodiversità delle sementi, passando da pratiche agricole basate sulla chimica e su un grande dispendio energetico a una produzione alimentare ecologica. Un’agricoltura che sia prudente nell’uso dell’acqua – la conservazione e il recupero dell’acqua dovrebbero essere gli obiettivi primari invece dell’irrigazione intensiva e dell’esaurimento delle risorse acquifere. Favorire i prodotti locali, biologici, freschi e di stagione, nonché le erbe spontanee. Queste azioni si sposano alla perfezione con alcune considerazioni concernenti vegetarismo ed ecologia profonda.
Ma non è tutto, è fondamentale che l’aspetto alimentare e produttivo non superi in importanza la parte culturale della manifestazione. Poiché la creatività, la fantasia, l’amore del bello, la capacità di esprimere concetti elevati, poesia, arte, musica, etc, sono una componente essenziale del vivere bioregionale. Persino la piccola produzione di manufatti necessari all’uso quotidiano hanno in sé un valore che supera l’utilità, infatti è importante riportare la capacità manuale dell’uomo verso una produzione che sia non solo utile ma anche estetica ed ecologica. 
Che dire poi degli aspetti spirituali e del processo narrativo che sta alla base della cultura umana? 
L’uomo è un animale sociale ed ha bisogno di esprimere le proprie emozioni in forme concrete, in piena condivisione con i suoi simili, e non attraverso scatole parlanti e piccoli schermi o con un sistema culturale massificato e finto…
Riportiamo quindi l’afflato poetico dell’uomo nel vissuto quotidiano.
Sulla base di questa premessa procede l’esperimento itinerante della "Fierucola delle Eccellenze Bioregionali", che si svolge l'8 dicembre 2017, stavolta    a Chiesanuova di Treia. 
Un appuntamento per la condivisone della cultura e dell'arte bioregionale, della produzione agricola biologica e di manufatti artigianali d’uso corrente. La manifestazione è organizzata da Auser Treia, Coop. La Talea e Parrocchia di Chiesanuova di Treia, con il patrocinio morale del Comune di Treia.

Paolo D'Arpini


Programma completo della manifestazione:

lunedì 20 novembre 2017

Il cambiamento inizia dal magazzino degli attrezzi usati…

“La montagna si scala dalla base” (M.B.)

Vorrei ora raccontarvi una storiella. Una volta in una società futuribile in cui tutto era informatizzato e meccanico, un funzionario che si era stufato del solito tran tran inutile e del vuoto migliorismo funzionale di una società quadrata, chiese di essere trasferito dal suo livello relativamente alto di attività ad un livello più basso, quello dei lavori manuali...
*
Una volta in una società futuribile in cui tutto era informatizzato e meccanico, un funzionario che si era stufato del solito tran tran  inutile e del vuoto migliorismo funzionale di una società quadrata, chiese di essere trasferito  dal suo livello relativamente alto di attività ad un livello più basso, quello dei lavori manuali.
Così fu mandato come operaio  addetto alla manutenzione delle strade e lì iniziò per lui una nuova vita, un contatto diretto con le cose che prima non conosceva. La fatica era tanta e non c’erano soddisfazioni o riconoscimenti e spesso i suoi colleghi di lavoro erano  persone che non vedevano più in là del loro naso.
Egli notò che c’era un grande spreco di mezzi dovuto al fatto che non ci si prendeva dovuta cura degli attrezzi che spesso venivano lasciati sporchi a fine lavoro o sotto la pioggia.
Nella guardiola dove lui dormiva c’era anche lì un computer, ovviamente era tutta informatizzato, come dicevo prima, ed egli notò che c’era una voce fra le varie nello schema preformato in cui  inviava il riporto giornaliero alla centrale che diceva “suggerimenti”, ovviamente era una voce quasi inutile in quanto nessuno leggeva i suggerimenti di un manovale, ma lui cominciò  scrivere i suoi appunti sullo spreco di mezzi dovuto all’incuria, e siccome ormai era tutto gestito da un computer centrale e gli amministratori ed i politici si basavano su quanto indicato in esso per governare al “meglio” il mondo (una sorta di ”Gallup” proiettivo delle informazioni), quando il computer centrale iniziò a dare indicazioni sulla necessità di prendere dovuto cura degli attrezzi pena la perdita di risorse preziose….. iniziò un processo a catena in cui quello che saggiamente di volta in volta veniva consigliato dal nostro uomo qualunque, passando dal computer centrale,  veniva recepito dal governo mondiale e  le “sagge ragioni” sulla gestione delle risorse divennero pian piano elementi di un congegno per il cambiamento della  società…
E’ solo una favola? Chissà…..?

Paolo D’Arpini
*

venerdì 17 novembre 2017

Azioni concrete per rifondare la società... e vivere in comunità



"Combattere il terrorismo", slogan tanto alla moda nel politichese vacuo e fraudolento di questa epoca, è una idea che potrebbe essere presa sul serio, a certe condizioni. Per esempio ripudiando NATO e BCE, note organizzazioni terroristiche e fraudolente internazionali.

Poi, ripudiando i commercianti internazionali di armi, il che pone un problema: l'Italia (perlomeno, nelle attendibili descrizioni dei Comboniani) è il quarto esportatore mondiale di armi del pianeta.


Ci vorrebbe, dunque, una radicale politica di riconversione civile delle industrie di armi. Il che è esattamente ciò che il governo non fa, né intende fare, visto che vendendo armi ci guadagna (per esempio, cacciabombardieri ai neonazisionisti di Tel Aviv,  o bombe all'Arabia saudita, quindi aggiungiamo il ripudio di Israele o degli altri stati terroristici  e per coerenza continuiamo il boicottaggio universale dei loro prodotti.


Ciò significa che probabilmente se volete combattere il terrorismo finirete per scoprire che è meglio ripudiare anche  l'Italia attuale.
Non sarà una grande perdita: la violenza ormai radicale ed efferata degli stati è uno dei gravi problemi irrisolti dell'umanità, e l'Italia uno dei principali casi problematici di cui liberarsi, non foss'altro per le pessime compagnie di cui si circondano i suoi governi.


Ripudiando anche i governi constaterete che nemmeno con ciò sarete andati incontro a gravi perdite, anzi, probabilmente la vostra vita sarà diventata più pacifica, mentalmente e materialmente, oltre che più soddisfacente.

A quel punto, potrebbero venirvi in mente delle iniziative intelligenti (potenzialmente ce ne sono sempre). 
Per esempio: costruire delle nuove comunità. Si potrebbe anche arrivare ad avere persino delle federazioni di comunità.


E, ormai che ci siete, visto che forse cominciate a provarci gusto, e che avete ricominciato a vivere una vita degna di essere vissuta, potreste ancora avere delle nuove brillanti idee.


Per esempio, convincere anche altri paesi a fare altrettanto.
E ricordandosi che è meglio diffidare dall'idea semplicistica secondo cui "prima dobbiamo prendere il potere, e allora metteremo le cose a posto", per l'ovvio motivo che è impossibile insegnare e far praticare ad altri ciò che non si sia conosciuto sperimentato e realizzato nella propria vita.


A meno che non crediate di poter imparare matematica e musica prendendo lezioni ed ordini da chi prima non le abbia mai studiate e imparate in proprio, un autentico controsenso illogico. E questo è un punto importante.

Turn On, Tune In, Drop Out !
Love In.


Sarvamangalam





martedì 14 novembre 2017

L'Islam avanza in Italia perché da un senso di protezione e di maggiore solidarietà tra credenti


La lettera di un lettore cristiano al quotidiano “Il Giornale”, pubblicata il 10 luglio 2016.

L’avevo messa da parte, poi momentaneamente smarrita, poi ritrovata.
E’ una lettera scritta  a “Il Giornale”.
Che dice che l’Islàm “attrae” perché valorizza, molto di più di ogni altra religione o ideologia, l’importanza della solidarietà e della coesione sociale. Ed è una ulteriore dimostrazione che quando una realtà è evidente, è visibile indipendentemente dalla religione che si professa. Basta essere intellettualmente onesti.
Ecco il testo integrale:
Spesso mi son posto criticamente verso alcune posizioni assunte nei paesi islamici, che non tengono conto dei diritti delle donne e della libertà individuale. Ma forse lì la condizione femminile gode di maggior rispetto umano, sia pur nelle ristrettezze dell’espressione formale; altrettanto dicasi per le dignità personali godute nella vita sociale, ove è più sentita la regola del rispetto reciproco e dei valori condivisi. Insomma nell’islam la società è poco “libertaria” ma l’uomo comune vive in un ambito comunitario più rispettoso dei rapporti umani. La gente si converte all’islam perché si sente socialmente più protetta e sviluppa una maggiore solidarietà interna, un po’ come succedeva ai cristiani della prima ora. Questo dovrebbe far meditare i preti cattolici ed i nostri sociologi e politici che ormai si interessano solo agli aspetti “economici” del benessere…”
Paolo D’Arpini, Treia (Macerata)
Risultati immagini per treia paolo d'arpini

domenica 12 novembre 2017

Treia giorno per giorno nei racconti bioregionali di Paolo D'Arpini



Se con “Vita senza tempo”, Paolo D’Arpini, ci ha raccontato, attraverso un fitto scambio epistolare, il suo rapporto con la sua compagna Caterina, coautrice del libro, e con “Riciclaggio della memoria” ci ha confidato le sue idee sul mondo e sulla vita, intrise di spiritualità laica e di ecologia profonda, con quest’ ultima fatica “Treia: storie di vita bioregionale”, ha voluto rendere omaggio al paese dove vive, appunto, Treia, sottolineando l’appartenenza a questa comunità di cui si sente cittadino attivo e operoso.

Le storie che vengono narrate nel libro sono il frutto di un’attenta osservazione che  Paolo condivide con tante persone di diversa provenienza e sensibilità.


Esse non sono né banali, né scontate e soprattutto sono scevre da pregiudizi e luoghi comuni. Sono piuttosto un invito alla riflessione e alla formazione di un sano spirito critico, a guardare le cose per quelle che sono al di là di come appaiono.


Questi racconti di vita quotidiana, di storie cosiddette sui bordi o minori, sono un lavoro encomiabile che, di certo, non hanno l’ambizione di catturare il lettore con effetti speciali o di far leva su un’ emotività di superficie. Sono l’invito a soffermarsi sul qui ed ora, a non allontanarsi da sé per inseguire le chimere e gli idoli della modernità.


Paolo non seleziona, scrive tutto, la sua parola è sincera. La cronaca è precisa, attenta ed equilibrata. 

In un mondo mediatico dominato da notizie sensazionalistiche, per non dire catastrofiche, da un vojerismo ruffiano che sa solo suscitare pruriti indecenti, da falsi miti ed “eroi plastificati”, la narrazione nuda e cruda della quotidianità, a cui non fa difetto l’acutezza dell’osservazione e la bellezza della poesia, rappresenta un fatto inusuale che restituisce alla normalità la sua originale dignità.


Una normalità fatta di semplicità e di lentezza, sempre più rare e apprezzate, perché la febbre, che tanto eccita gli animi umani, si nutre di smanie, di protagonismi, di ostentazioni, di rivalità.


Risultati immagini per Treia michele meomartino

Il pregio di questo libro sta proprio nella narrazione della quotidianità, di come anche dalle periferie, da uno dei tanti piccoli paesi della nostra penisola, si possa contribuire a costruire un’etica condivisa, un senso comune di appartenenza, un anelito alla bellezza e alla giustizia, un rispetto per la natura e la sua complessità, tanto più urgenti e necessari, oggi, quanto più si assiste a forme di preoccupante e dilagante individualismo, cinico e superficiale.


Il libro, nel tentativo di restituirci una dimensione interiore in cui il tempo è scandito da ritmi lenti e da un respiro profondo, ci invita soprattutto a sostare e a rallentare i nostri passi.


Ma noi sapremo ancora apprezzare la bellezza di un paesaggio o di un mandorlo in fiore o l’incomparabile architettura dei nostri borghi antichi? Vorrei continuare a sperare, nonostante i tanti segni di disattenzione e di degrado, non solo sociale e ambientale, ma anche e soprattutto etico e culturale. 

L’umanità sembra dispersa e forse confusa, fa fatica a ritrovarsi, ma a che serve continuare ad imprecare contro il buio? Piuttosto si avverte l’urgente bisogno di accendere qualche lume. 

Michele Meomartino

Risultati immagini per Treia michele meomartino

Paolo D'Arpini  e Michele Meomartino,  in cucina

venerdì 10 novembre 2017

Macerata. Crescere in maturità e tenerezza, si può...


La crescita in tenerezza ed in maturità sono i veri segni del successo verso l’umanità e la creazione tutta. Il grande errore di ogni etica è stato quello di immaginarsi di avere a che fare con i soli rapporti fra uomo ed uomo. Invece il vero problema riguarda la sua attitudine verso il mondo, verso tutta la vita che entra nel rapporto d’azione.
Un uomo è morale soltanto quando considera la vita nel suo insieme, quella delle piante e animali come quella dei suoi simili, e quando su dedica ad aiutare disinteressatamente ogni altra vita che ha bisogno.
Soltanto l’etica universale che sente la vicinanza di tutto ciò che vive, in una sfera sempre più ampia, soltanto quell’etica è fondata sul ‘pensiero’. L’etica del rapporto fra uomo ed uomo non è in verità un qualcosa a parte, è solo un rapporto particolare che deriva dall’universale.
L’etica del rispetto per la vita comprende quindi tutto ciò che può essere rappresentato come amore, devozione e comprensione. Nella gioia, nella sofferenza e nella fatica.
In un giorno a venire tutte le forze della natura si uniranno intelligentemente per raggiungere lo scopo finale, senza diffidenza, né ostilità reciproca, ma nel riconoscimento universale della fratellanza, di cui tutti facciamo parte essendo figli dello stesso padre.
Cerchiamo allora ognuno nella nostra piccola cerchia di attività di preparare e prepararci a questa era di pace e di amore. Sia questo il desiderio ardente, il sogno di tutti gli uomini riflessivi e sinceri.
Possiamo ben fare un piccolo sacrificio per avvicinare l’umanità verso un glorioso avvenire. Purifichiamo i nostri pensieri e le nostre azioni assieme al nostro alimento.
Con l’esempio e la parola facciamo tutto quello che dipende da noi per diffondere l’evangelo di compassione e di amore, per far cessare il regime della brutalità e per affrettare l’avvento del grande regno di giustizia nel quale la volontà del padre nostro sarà fatta nella terra come in cielo.
Settembre 1992: Aldo D’Arpini – Alfa Zeta
………………………
Una considerazione aggiunta:
Lo scritto soprastante fa parte di una raccolta di racconti, considerazioni, poesie etc. di mio padre: Aldo D’Arpini. Poco dopo la sua morte avendo “ereditato” la cassetta contenente i suoi scritti, lo inviai a mo’ di “ad memoriam” alla rivista Alfa Zeta, di matrice cristiana, che lo pubblicò. Sì perché mio padre gli ultimi anni della sua vita si scoprì universalista “cristiano”.
Egli inoltre divenne vegetariano, per conto suo senza che nessuno glielo consigliasse. Abitò per parecchi anni a Macerata dove aveva gestito un albergo prima di andare definitivamente in pensione. E lì nel capoluogo lasciò il corpo che è oggi sepolto nel cimitero comunale.
Quindi -in un certo senso- sono un po’ anch’io maceratese. Ed è bene che sia venuto a Treia, ormai in età avanzata, così potrò forse anch’io lasciare il corpo qui nelle Marche. Evidentemente questo fa parte del nostro destino di famiglia, evidentemente dal punto di vista karmico qui c’è una nostra radice. Però oggi non voglio dilungarmi su questo tema… Vorrei solo confermare il detto “buon sangue non mente” e che non c’è bisogno di andare in giro a far proselitismo. L’evoluzione quando il momento è giunto ci fa compiere i passi necessari alla nostra crescita. Perciò, pur mantenendo in vita una delle associazioni vegetariane storiche d’Italia, Il Circolo vegetariano VV.TT., difficilmente faccio opera di apostolato. Mi limito a raccontare la mia esperienza e se qualcuno sente una risonanza, buon per lui!
Paolo D’Arpini

giovedì 9 novembre 2017

Treia, il luogo in cui viviamo è la nostra casa...


... il luogo in cui si vive è la casa avita. Infatti è la comunità in cui viviamo  che  si riconosce come propria. Essa è la propria terra, la propria bioregione, la propria famiglia...  

Ma da questa  riflessione desidero trarre alcune considerazioni su alcuni aspetti della  comunità  di Treia: “solo una personalità debole ha bisogno di simulacri in cui identificarsi”, e questo è proprio ciò che avviene da parte di molti che, speranzosi, si rispecchiano  solo  nell’ideale specifico e limitativo  che essi  amano! Tale atteggiamento, spesso, è passivamente e acriticamente imitativo, e può attecchire in uomini di spirito debole con vocazione forte all’identificazione esteriore e che vogliono realizzare un proprio interesse.

E l’interesse comune?

Dal punto di vista della sintesi dovrebbe trovarsi nell'adesione al concetto di "bene comune". A questo proposito mi sovviene ancora una volta l'insegnamento de grande saggio Ramana:

 "Una società è l’organismo; i suoi membri costituenti sono gli arti che svolgono le sue funzioni. Un membro prospera quando è leale nel servizio alla società come un organo ben coordinato funziona nell’organismo.    Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti  ed  inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima.”. 

Nel tempo antico  i governanti si avvalevano della forza lavoro per produrre benessere comunitario, infatti, senza contadini, artisti  ed artigiani non c’era cibo e nessuna ricchezza; dunque, in qualche modo una forma di tutela esisteva per il popolo, perché un castellano senza mano d’opera, indebolito, non sarebbe sopravvissuto all’ingordigia degli avversari. Ma oggi?...

Paolo D’Arpini


sabato 4 novembre 2017

Treia. Appello alla collaborazione sociale e culturale per l'8 dicembre 2017


Risultati immagini per treia fierucola eccellenze bioregionali paolo d'arpini

L'organizzazione della terza edizione Fierucola delle Eccellenze Bioregionali, che si tiene  quest'anno a Chiesanuova di Treia, l'8 dicembre 2017, procede. 

Questa vuole essere una chiamata a raccolta rivolta ai treiesi di buona volontà per invitarli a dare una mano. Uniti si ottengono migliori risultati e si consolida il senso della  Comunità!

Respiriamo la stessa aria, beviamo la stessa acqua, calpestiamo lo stesso suolo, siamo abitanti di Treia. Abbiamo scelto di vivere qui, o ci siamo nati, perché dentro di noi sentivamo lo stimolo di trovare noi stessi, di capire chi siamo.
L’esistenza a Treia, soprattutto in questo momento di crisi sociale ed economica, è caratterizzata dalla capacità d’inventarsi la vita, la fantasia del lavoro creativo. Noi che giorno per giorno scegliamo di vivere e lavorare a Treia, senza fuggire altrove, siamo benedetti come pure condannati dal destino.
A Treia ognuno di noi ha sentito dentro di sé quel fuoco, quel desiderio di armonia e completezza e quella voglia di esprimersi nel produrre qualcosa di bello, non soltanto per denaro. Che sia agricoltura, arte, artigianato, poesia, canto o teatro è solo il modo intercambiabile di esprimere noi stessi.
Proprio per valorizzare questa capacità intrinseca  organizziamo anche quest'anno a Treia  la Fierucola delle Eccellenze Bioregionali, per l’8 dicembre 2017, una semplice fiera paesana -forse- ma anche una meravigliosa fiera campionaria del genio di Treia. 

Paolo D’Arpini

Risultati immagini per treia fierucola eccellenze bioregionali paolo d'arpini
Per collaborare a vari livelli chiamare al 0733/216293

La manifestazione è coordinata da Auser Treia, Parrocchia di Chiesanuova di Treia e Coop La Talea di Passo Treia

mercoledì 1 novembre 2017

4 novembre - "Festa" delle Forze Armate Italiane che non esistono più...


Paolo D'Arpini, da lungo tempo congedato

…il 4 novembre ricorre il giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate….

Rinnegare il passato non ha senso… l’Unità d’Italia è stata raggiunta con fatica, lotta e sacrificio… Anche se  potrei obiettare che non serviva e che la prima guerra mondiale (ed ultima del risorgimento) poteva essere evitata poiché l'Austria si era impegnata a cedere Trento e Trieste in cambio della non belligeranza italiana. Altri addirittura affermano  che si stava meglio con il Regno delle Due Sicilie, con lo Stato del Vaticano (ma quello c’è ancora..), con la Repubblica di Venezia, etc. Può anche essere vero ma pure in quei regni esistevano eserciti ed un senso d'identità nazionale… 

Non sono d’accordo con il sistema corrente in cui il servizio militare sia riservato a forze prezzolate, semplici volontari (sia pure interni cittadini) credo che l'onere della difesa (dico “difesa”…)  della nostra terra o dei legittimi interessi dei suoi abitanti non possa essere delegata ai “volontari” di professione.  


L'Italia oggi è alla mercé delle truppe "d'occupazione" della Nato e in caso di necessità non c'è più un esercito fedele al popolo. Solo "stipendiati" al servizio dei politici di turno. Tra l'altro leggevo l'altra mattina, facendo colazione al baretto di Treia, che esistono vari paesi in Italia completamente invasi da stranieri, immigrati clandestini, che ormai la fanno da padroni, molestano le persone per istrada, non pagano le consumazioni nei bar e nemmeno le cose comprate nei negozi... anche se per i loro bisogni essenziali sono nutriti ed albergati in vari centri di accoglienza.  I sindaci non sanno come fare per impedire questi soprusi. 


L'Italia è destinata ad essere invasa da una massa sempre più violenta di "desperados" che vivono a spese dello stato?  


E in caso di difesa non bastano quei tre carabinieri che dispongono di una sola camionetta per perlustrare un territorio vastissimo e popolato. Ogni sera, mi ha riferito una amica di Treia, ricevono decine di chiamate in tutta la provincia di Macerata ma cosa possono fare? La stragrande maggioranza dei reati va quindi a buon fine. Infatti coloro che negli anni passati si trasferivano in campagna adesso, solo per continuare a vivere, sono costretti a tornare nei paesi dove almeno ci sono dei vicini che possano accorrere in aiuto...  Spesso però anche i vicini servono a poco. Ogni tanto si sente dire o si legge sui giornali che -sempre a Treia- c'è stata  una rapina, un furto od un'aggressione  Ovviamente senza che le forza pubblica possa far nulla, o quasi.  I malviventi anche se colti in flagrante sono subito rilasciati o dopo pochi giorni.  


Insomma se in Italia ci fosse bisogno di controllare il territorio un esercito di leva potrebbe aiutare mentre quello vigente dei mercenari serve solo a combattere le guerre della Nato in varie parti del mondo (sempre a spese dei cittadini) mentre il popolo può essere oppresso e vilipeso sia dai burocrati e tassatori che dai delinquenti comuni e mafiosi (in santa alleanza).  


Il Libro dei Mutamenti afferma: "Nel grembo della terra vi è l’acqua: l’immagine dell’Esercito. Così il nobile magnanimo verso il popolo accresce le sue masse” - L’immagine dell’esagramma L’Esercito (Shih n. 7) del Libro dei Mutamenti, è molto chiara nell’indicarne il significato. Infatti nell’antichità, in virtù della coscrizione obbligatoria, i soldati erano presenti nel popolo come l’acqua sotto la terra. Ed avendo cura della prosperità del popolo si ottiene un esercito valoroso. 
Ed ancora nella prima linea. “Un esercito deve servire in buon ordine ed armonia. Se ciò non avviene incombe sciagura”.

La coscrizione obbligatoria può sembrare una sopraffazione, se serve ad una causa ingiusta, ma è l’unico modo per riconoscersi tutti figli dello stesso paese. 


Vediamo che alla fine dell’Impero Romano, allorché i legionari erano solo professionisti perlopiù stranieri pagati, è stato sufficiente l’arrivo di una masnada di barbari per sconfiggere l’Impero… Le famose invasioni barbariche contavano a malapena poche migliaia di individui (comprese donne e bambini ed armenti) mentre Roma aveva oltre un milione e mezzo di abitanti ma quei pochi barbari determinati bastarono per annichilire e distruggere un sistema… forse  marcio, forse indegno di essere mantenuto,  
come probabilmente sta succedendo ai giorni nostri…!


Paolo D’Arpini



Risultati immagini per treia rapina