In seguito al magico incontro avuto con Caterina Regazzi, e …dopo la morte della mia ultima asina Fantina e degli altri miei animali residui, decisi di lasciare Calcata e di trasferirmi nel paese originario della mia nuova compagna di vita, in un borgo molto bello pur che di asini non ce ne sono molti (… sic). Questo paese si trova nelle Marche e si chiama Treia. Ora spero di vivere in pace qui….
Comunque mai ho demorso né ora demordo (malgrado l’età avanzata) nel tentativo di portare avanti un esempio di vita ecologista. E questo ora avviene a Treia, ove il Circolo vegetariano VV.TT. si è trasferito, ed ove spesso organizziamo eventi modesti ma significativi in collaborazione con il Circolo Auser Treia e con il comitato Treia Comunità ideale ed altre associazioni.
Comunque mai ho demorso né ora demordo (malgrado l’età avanzata) nel tentativo di portare avanti un esempio di vita ecologista. E questo ora avviene a Treia, ove il Circolo vegetariano VV.TT. si è trasferito, ed ove spesso organizziamo eventi modesti ma significativi in collaborazione con il Circolo Auser Treia e con il comitato Treia Comunità ideale ed altre associazioni.
Il prossimo appuntamento importante sarà quello della Festa dei Precursori che si svolgerà dal 27 al 29 aprile 2018.
In quella occasione tornerò, durante uno degli incontri previsti, sulla proposta di rendere il centro storico di Treia un’isola somarabile, ovvero una città ecologica, con le vie trasformate in giardini percorribili da pedoni, asini e cavalli.
Questa è una proposta bioregionale che mi sta molto a cuore e che avevo avanzato anche a Calcata e persino a Roma, già da parecchi anni fa. Ritengo che se adeguatamente protetti, curati e foraggiati, i cavalli e gli asini a Treia ci potrebbero anche stare. Fanno parte della tradizione e inoltre con la crisi del petrolio, l’inquinamento automobilistico, etc. potrebbero fornire un’alternativa ecologica per il trasporto urbano (essendo l’altra alternativa la bicicletta ed il risciò a pedali o triciclo).
Il cavallo ed il somaro da tempo immemorabile sono compagni dell’uomo, allontanare questi equini, come è successo per altri animali, dalla comunità umana non è certo una buona idea. Ritengo però che le carrozzelle andrebbero alleggerite, facendo in modo che l’animale non si affatichi, trasportando un massimo di due passeggeri.
Questo potrebbe essere un buon approccio per ecologizzare e rendere evidente la magia della bellissima Treia riservando le sue strade solo a pedoni, persone munite di pattini a rotelle, biciclette, cavalli, asini, etc. Il traffico veicolare automobilistico dovrebbe essere relegato alle aree periferiche del fuori porta, o per il semplice carico e scarico, in modo così da alleggerire il tasso d’inquinamento ed inoltre creare l’occasione nel cuore della città di sviluppare professioni alternative e fantasiose (artigiani, artisti, contadini urbani, etc.).
Treia è un bellissimo borgo medioevale, ma attualmente prevale la mentalità dell’uso di vie e piazze come parcheggi per autovetture. Sicuramente il paese ci guadagnerebbe a ritrovare la sua vecchia immagine pulita e fiorita senza mezzi meccanici che la impuzzolentiscono.
Chissà se la amministrazione treiese, diretta da Franco Capponi, vorrà sposare la proposta di trasformare Treia in “isola somarabile”?
Io me lo auguro…
Paolo D’Arpini
Paolo D’Arpini
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