sabato 17 febbraio 2018

Treia. Viene la primavera e l'erba cresce da sé...


Seduto senza far niente. Viene la primavera e l’erba cresce da sé”. Così recita un famoso detto zen, per significare che in natura le cose succedono senza doversi affaticare né preoccupare. 
Però nella società mondana, fatta di regole e impegni amministrativi, di funzionamento delle strutture, etc. qualche piccolo intervento -magari una volta all’anno- tocca prevederlo. 
Ad esempio oggi, al solito baretto di Treia, è venuto fuori il discorso dell’erba che trasborda sulle strade. Sì, è vero che sembra un miracolo che l’erba cresca “ancora” da sé ma alcuni viaggiatori non sono proprio contenti dell’invasione. 
Ma -secondo me- anche se l’erba coprisse tutte le vie asfaltate del mondo sarebbe persino meglio per tutti… e magari sarebbe addirittura meglio se invece di viaggiare con le puzzolenti automobili tornassimo a muoverci a piedi, o a dorso di mulo, asino, cavallo e bue.. Almeno così le bestie durante il viaggio avrebbero da satollarsi a gratis, e noi saremmo esentati da spese di benzina, bollo, assicurazione, olio, usura gomme, manutenzione meccanica, etc. etc. Però, si sa, viviamo in questo mondo e non “nell’altro” (quello dello zen) ed inoltre i media e le istituzioni recepiscono solo segnalazioni utili a questa società. 
E qui inserisco una serie di consigli, rivolti agli amministratori locali -a partire dal sindaco di Treia Franco Capponi- per amministrare ecologicamente il territorio in cui viviamo:
Vietare l’uso di Pesticidi e di concimi chimici (che distruggono i terreni) oggi ormai inutili, in quanto sostituibili con tecniche biologiche. Anche in base al Reg. Cee “Reach” ed ai diritti costituzionali inviolabili alla salute, alla salubrità dell’ambiente ed al progresso dell’agricoltura (Art 32, 9, 44 della Costituzione Italiana).
I Sindaci possono, in qualità di responsabili della salute pubblica, dichiarare i territori Biologici. Ciò è possibile grazie ai Pagamenti Agroambientali, previsti dalla Comunità Europea nei Piani di Sviluppo Rurale regionali che, per legge, devono compensare tutti i mancati redditi e maggiori costi delle produzioni biologiche, quale servizio alla collettività, più un 20%, rendendo pertanto l’agricoltura biologica “conveniente per tutti gli agricoltori” e non solo per i consumatori. Agricoltura Biologica che dovrebbe essere controllata e certificata a spese della collettività e non degli agricoltori (come avviene oggi), con rischi di conflitti di interesse. Dal momento che i costi della certificazione biologica oggi vengono rimborsati agli agricoltori dalla comunità europea attraverso gli stessi Piani di Sviluppo Rurale, creando una doppia burocrazia inutile.
E’ necessario Utilizzare immediatamente al meglio le risorse economiche previste dai regolamenti europei “agroambientali” che possono interessare fino al 70% del bilancio complessivo dei Piani di Sviluppo Rurale regionali.
Bene, anche questa è fatta…
Paolo D’Arpini

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