Frequento Treia da ormai 62 anni, in certi periodi della mia vita ci ho passato i mesi estivi, in altri solo 1 o 2 settimane in un anno, ma da quando ho conosciuto Paolo D'Arpini e lui si è trasferito qui, ci vengo sempre più spesso, cercando, per quanto mi è possibile, di vivere il paese, con i suoi bei panorami, le persone conosciute e quelle da conoscere meglio, continuando sempre ad amare le sue caratteristiche architettoniche, paesaggistiche ed umane.
In questi ultimi anni ho sempre assistito a una certa cura nel mantenere "ordinata" la Città, anche, ma non solo, a seguito degli eventi sismici, che hanno comportato ristrutturazioni di vari edifici, pubblici e privati (anche i miei genitori, ai loro tempi, si dedicarono a ripetute ristrutturazioni della nostra casa in Via Mazzini) e nella pulizia degli spazi, anche se, purtroppo, oggi con sistemi meccanici, che saranno forse più economici ma che non garantiscono una pulizia "di fino" come quella manuale e comportano disagio e cattivi odori al passaggio di questi macchinari...
Nonostante ciò, nonostante la "bellezza" di questo paese, che lascia sempre i visitatori a bocca aperta ed increduli, in quanto supera di gran lunga quella di paesi vicini o lontani molto più famosi, a me pare (non ho verificato statistiche che saranno magari disponibili in Comune), che la popolazione del Centro storico sia diminuita enormemente dagli anni '60-'70. Vagando per le strade del paese antico, si rimane desolati vedendo la numerosità dei cartelli "VENDESI", che permangono sulle porte di molte abitazioni per anni ed anni. Inoltre molte case appaiono vuote, anche se non in vendita.
Ora, credo che le Marche negli ultimi anni, abbiamo avuto un certo "lancio" turistico e anche persone che conosco cominciano a frequentarle, soprattutto a livello della costa, delle zone montane (Sibillini e paesi collegati - Ussita, Amandola, ecc.) e delle principali città d'arte e centri religiosi (Recanati, Loreto, ecc.). Anche a Treia, nel periodo estivo, quasi quotidianamente si vedono passeggiare turisti, incuriositi e meravigliati per le bellezze del luogo e forse un po' delusi di trovare chiusi molti siti e chiese che sarebbero interessanti da visitare e pochi esercizi dove poter acquistare ricordi e/o specialità locali.
Comunque l'amministrazione, gliene va dato atto, sta proponendo diversi eventi culturali, che generano attrazione, soprattutto con la riapertura di Villa Spada. Questi eventi però sono un po' della serie "mordi e fuggi" e chi viene per assistervi, trova poche attrattive che lo stimolino a rimanere.
Quello che poi mi duole rilevare è che credo che poco si sia fatto e si faccia per la rivitalizzazione vera del centro storico, che sia reso attrattivo per chi già ci abita e per chi cerca un'abitazione, ma trova carenze e difficoltà se pensa di venire ad abitarvi. I parcheggi sono da sempre stati un problema, forse adesso lo sono di meno "grazie" proprio allo spopolamento, lo spostamento delle scuole medie certo non aiuta, soprattutto per quello che si prevede. Era un piacere , quando erano in funzione le scuole Paladini, sentire al mattino il vociare dei ragazzini dalle finestre su Via Lanzi, almeno -di fronte al vecchio istituto chiuso- è stata aperta la sede di Auser Treia, dove è in allestimento una piccola biblioteca.
Purtroppo botteghe ed esercizi commerciali sono sempre di meno ed essendo Treia un paese con una elevata percentuale di anziani, le difficoltà di approvvigionarsi di generi di prima necessità non sono poche, soprattutto per chi abita in certe zone meno servite del paese. Vecchie attività chiudono, a breve pare che chiuderà anche l'unica banca dentro alle mura.
Insomma, parafrasando un famoso film, Treia è, da una parte, un "paese per vecchi", date la tranquillità e l'aria buona (ma fino a un certo punto). Gli anziani poi, per vivere bene questa fase della loro vita, devono per forza essere inseriti in un contesto sociale composito, in cui possano godere della presenza, almeno come vicinato, di gioventù, pena un senso di depressione che io stessa a volte provo, quando vedo la piazza e le strade deserte, le case vuote, i negozi chiusi e pochissimi bambini.
Una cosa che l'amministrazione potrebbe fare (ed in parte fa) sarebbe venire incontro, nei modi che si ritenessero opportuni, alle associazioni presenti sul territorio affinchè siano incentivate le attività culturali (biblioteca, corsi, incontri di vario tipo) e ricreative (spettacoli, gite, attività motorie). Oltre ovviamente, favorire l'apertura di attività produttive, che sarebbero comunque buona parte dell'ossatura del paese.
Sarebbe bello vedere ancora persone attive che animano, particolarmente durante il giorno, la vita del paese affinché non diventi un "paese cartolina".
Caterina Regazzi
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