Prof. Dante Cecchi, in piedi che sorride
A Macerata era da un bel
po' che non ci andavo, l'8 ottobre 2016 però sono stato precettato da Lorenzo Luccioni per accompagnarlo alla manifestazione organizzata dal comune amico
Alberto Meriggi, che si svolgeva al Teatro Lauro Rossi, unitamente alla presentazione del libro “Dante Cecchi. L’avventura di un
intellettuale nelle Marche del Novecento” un'antologia di vari
autori dedicata al compianto prof. Dante Cecchi, grande educatore,
storico e amministratore maceratese, in occasione del primo
anniversario della sua scomparsa.
Evidentemente questo personaggio
era ed è tutt'ora amato dalla popolazione della provincia di
Macerata lo dimostrava la folta presenza di pubblico ed il numero dei
relatori chiamati a descriverne l'avventura. Lorenzo ed io siamo
riusciti ad aggiudicarci un palchetto quasi di fronte al
palcoscenico e quindi non ci siamo dovuti sguerciare molto per
osservare lo svolgimento della manifestazione, condotta con savoir faire dal nostro Alberto Meriggi, il quale in veste di chaperon ha tessuto
le fila e guidato con sagacia la sequenza dei numerosi interventi.
Purtroppo non abbiamo potuto assistere all'intero programma facendo però in tempo ad ascoltare i relatori principali, fra cui -primo in ordine di apparizione- il sindaco Romano Carancini di Macerata,
patrocinante l'evento. Subito dopo ho apprezzato il discorso di
Daniele Salvi, Capo Gabinetto della Regione Marche, in cui ha evidenziato "l'importanza dell'azione indefessa di Dante Cecchi, svolta a
mantenere un alto livello culturale negli eventi marchigiani e
maceratesi, cosa estremamente importante e necessaria per non
cadere nel glamour di una pseudo cultura di massa”, queste più
o meno le sue parole.
Altrettanto valido è stato il messaggio di
Gilberto Piccinini il quale ha ricordato l'opera svolta dal prof. Cecchi "per la salvaguardia della memoria e della storia locale, soprattutto
dei piccoli comuni marchigiani che con i loro statuti hanno dato una
forte spinta verso una democrazia compiuta, anche in tempi oscuri della nostra storia, certamente -ha continuato Piccinini- Dante Cecchi avrebbe disapprovato la
tendenza omologatrice di questi ultimi anni che si manifesta anche
nell'accorpamento amministrativo di diversi centri storici
marchigiani con relativa perdita dei nomi e delle tradizioni locali”.
Questa di Piccinini è sicuramente una presa di posizione importante ed in
perfetta sintonia con la filosofia bioregionale.
Una nota umana è
stata successivamente portata dall'unica relatrice del primo round,
Angiola Maria Napolioni, un po' emozionata davanti alla platea, come
dovrebbe essere sempre per tutti quando ci si trova a commemorare una
persona che non c'è più, ma che -si presume- ci ascolta
dall'Aldilà.
Beh, dopo un paio d'ore di ascolto, Lorenzo ed io
siamo dovuti tornare a Treia, verso l'uscita abbiamo salutato il
regista Fabio Macedoni che attendeva il suo turno per intervenire sul palco, ma non potevamo aspettare oltre: Lorenzo per impegni
familiari ed io per il mio impegno redazionale.
Usciti dal teatro
abbiamo incrociato il primo dei tamburini treiesi che erano stati
chiamati ad esibirsi sul palcoscenico con una loro performance
ritmica. Per fortuna che già conoscevamo i loro ritmi e la loro
bravura, altrimenti avremmo perso una buona occasione per
ascoltarli...
Paolo D'Arpini
L'autore in posa con un tamburino davanti al Teatro Lauro Rossi
Documento collegato:
http://www.comune.macerata.it/news/2016/la-citta-ricorda-il-201cprofessore-del-sorriso201d-dante-cecchi
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