lunedì 30 ottobre 2017

Camporotondo di Fiastrone (a due passi da Treia) - Un pezzo d'India in provincia di Macerata



Il 29 ottobre 2017, assieme a Antonello Andreani, ho scoperto un pezzo d'India qui a due passi da Treia, a Camporotondo di Fiastrone, un piccolissimo comune in provincia di Macerata,  dove si teneva una cerimonia in onore della nascita del saggio Valmiki. A questo celebre cantore viene attribuita la composizione del Ramayana, il più antico poema epico dell'induismo. 

Nel piccolo centro limitrofo  di Cassapalombo, sempre in provincia di Macerata, risiedono diversi indiani  devoti al saggio e costoro si sono fatti promotori di questa grande celebrazione, che si è svolta in un capannone attrezzato a tempio,  con canti, discorsi e un grande bhandara finale, un pranzo rituale offerto dal tempio a tutti i partecipanti provenienti da varie parti delle Marche ed  oltre. 

Antonello ed io siamo stati presenti per diverse ore alla funzione, lui girando e fotografando io sedendo a gambe incrociate sul pavimento rivestito di stoffe. Ho rivissuto così il piacere di trovarmi in una atmosfera completamente indiana, con tutti i colori, gli odori ed i sapori dell'India. 

Le donne agghindate in abiti coloratissimi, i bambini che giocavano vivaci in mezzo alla gente, gli uomini  seri ma non troppo, che indossavano turbanti e fazzoletti a mo' di copricapo. A presiedere uno swami (monaco) con barba bianca e vesti ocra.  


Nella sala c'era un continuo andirivieni di nuovi arrivati e di viandanti (almeno duecento) con  frequente passaggio di volontari che offrivano "prasad" (una pasta dolce ed acqua fresca). Non mi sono annoiato per nulla, avevo troppe cose da guardare in quella sacra "bolgia" e pur non avendo compreso i discorsi (tenuti da più persone in hindi) ho apprezzato i canti accompagnati da strumenti ritmici (mrdanga e cembali) e dall'harmonium a soffietto.  


Dopo 4 ore di seduta,  per alzarmi -avendo le ginocchia anchilosate-  ho dovuto chiedere aiuto ad un indiano che sedeva al mio fianco... quasi cadevamo tutti a due a terra, evidentemente il mio peso è aumentato troppo.

Il clou della festa ovviamente è stato il pranzo, ottimo e abbondante,  pieno dei gusti dell'India, dal piccante al dolce e frutta compresa... Tutto cibo sano vegetariano ed innaffiato da acqua fresca (l'alcol è proibito). Mi son portato a casa una banana ed una mela ed anche un chapati (un pane indiano non lievitato fatto a piadina).

Al ritorno a Treia ci siamo fermati un paio d'ore a casa per esaminare, assieme ad Antonello (che tra l'altro dirige una casa editrice a Macerata), le bozze di un nuovo libro sull'I Ching e sullo zodiaco cinese che sto scrivendo...

Paolo D'Arpini



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Alcune informazioni sul saggio Valmiki e sull'epopea di Rama

L'epica Ramayana  è  un testo antichissimo, risalente a oltre 10.000 anni fa, Valmiki  lo compose oralmente  e per parecchi secoli fu ripetuto a voce da studiosi e saggi che lo imparavano a memoria. Il Ramayana è uno dei libri sacri più importanti della tradizione religiosa e filosofica vishnuita. In esso vengono narrate le avventure del principe Rāma, avatāra di Viṣhṇu, ingiustamente esiliato e privato della sua sposa, rapita dal demone Ravana, che tuttavia riconquista dopo furiosi combattimenti, unitamente al trono negato.  La figura  di Vālmīki è immersa nella leggenda. Secondo una versione egli era un brigante chiamato Ratna che viveva nella foresta per depredare i viaggiatori; un giorno passò dalla foresta il saggio Nārada, e quando Ratna lo attaccò Nārada gli chiese la ragione delle sue azioni malvagie, al che Ratna replicò che era per prendersi cura della sua famiglia, cioè i suoi anziani genitori, sua moglie e i suoi figli. Il saggio gli chiese allora se essi sarebbero stati disposti a condividere con lui la punizione karmica per i suoi misfatti, e sebbene Ratna fosse sicuro che lo fossero, seguì il consiglio del saggio, e dopo averlo legato a un albero tornò a casa per porre loro la domanda; la sua famiglia diede però una risposta negativa, sostenendo che fosse suo dovere prendersi cura di loro, e che loro non erano responsabili per il modo che egli aveva scelto per farlo. Deluso, tornò dal saggio, che gli disse di pentirsi dei suoi peccati e abbandonare la strada che aveva scelto, e cantare il nome di Śrī Rāma. Secondo la leggenda egli meditò lì per così tanto tempo che su di lui si formò un termitaio (vālmik in sanscrito) senza che se ne accorgesse, da cui il nome Vālmīki, egli infine  divenne un maha riṣhi (grande saggio).


Immagine correlata
Ramayana. Costruzione del ponte per Sri Lanka


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