venerdì 1 settembre 2017

Una risposta alla questione "plastica"


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Una delle forme più dannose di inquinamento di questi nostri tempi è certamente quella prodotta dalle materie plastiche non riciclabili. Resistono alle intemperie, agli acidi, agli alcali, ai solventi. Se pur di natura organica, non rientrano nel ciclo biologico e perciò né batteri, né enzimi , riescono ad intaccarle , degradarle , distruggerle. Se bruciate, emettono veleni di tale tossicità (es. Diossina), che il rimedio risulta molto peggiore del male. 

Se tra 5.000 anni la nostra civiltà sarà scomparsa, eventuali archeologi di altre future civiltà, troveranno ancora intatte, nei loro scavi, le taniche, i barattoli, le strutture di televisori, di computer, di telefoni, di macchine per ufficio e le stoviglie, le sedie, i tavoli, ecc. 

Quando la tecnica è al servizio del consumismo e del mercato, senza i filtri ed il controllo di uno Stato a salvaguardare gli interessi della comunità, avviene che gli investimenti del capitalismo sostengano studi atti a creare prodotti che diano risposte economiche e cioè profitti, mentre non interessano  e non ci si investe nulla, gli studi sul come evitare i danni che questi prodotti causeranno. Gli utili li incassa il Capitale; i danni sono scaricati sulla collettività ( ..privatizzare gli utili e socializzare le perdite...). Il tutto in una totale carenza Legislativa che regolamenti il problema. Questo Stato , anche con questo governo a parole così sensibile agli interessi popolari, anziché difendere gli interessi della collettività, non vede, non sente, non parla, come le tre prudenti e stupide scimmiette. 

Se si considera che la vera , massiccia diffusione delle materie plastiche data da non più di una cinquantina di anni e si valuta la disastrosa situazione delle discariche che traboccano e soffocano il territorio in tutte le regioni d ‘ Italia e del mondo industrializzato e si aggiunge a questi dati quello spaventoso della tendenza produttiva delle materie plastiche nel mondo , nei prossimi anni , che è valutata in miliardi di tonnellate , si resta angosciati ! E lo si resta con ragione perché se proiettiamo nel futuro l‘attuale situazione delle discariche , considerando che i rifiuti plastici aumenteranno in progressione geometrica , tra quindici o venti anni ne saremo sepolti. 

Le richieste dei “ Verdi” di una tassa sullo smaltimento , pur se fatta con le migliori intenzioni, non risolve nulla. Difatti una  sostanza  non biodegradabile e non riciclabile,  sarà comunque inquinante a fronte di  qualsiasi tassa! Ed allora quale soluzione può essere idonea a risolvere un problema di tale rilievo? 

La soluzione è duplice, Politica e Tecnica. Politica perché è necessaria una svolta  rivoluzionaria  alla interpretazione della libertà di azione del capitalismo. Si deve porre veramente , nei fatti e non a parole , il confine di tale libertà laddove iniziano gli interessi della collettività! In altri termini si deve stabilire una reale preminenza della politica sull‘economia ribaltando l‘attuale situazione in cui è invece l‘economia a condizionare la politica. Solamente in un siffatto scenario è possibile imporre una legislazione che sfruttando le opportunità della tecnica, risolva il problema salvaguardando sia gli interessi sociali che quelli economici del capitale , del lavoro, della collettività. Tecnica perché, inserendo nel problema il parametro fisso della riciclabilità o della biodegradabilità, è possibile ristrutturare l a programmazione delle materie plastiche privilegiando queste caratteristiche sia rispetto all‘estetica, importante solo ai fini consumistici , che rispetto ai costi di produzione che, per i materiali non riciclabili, vanno comunque sommati a quelli di smaltimento, raggiungendo valori di molto superiori. 

Il sistema da noi ipotizzato, in linea generale e quindi certamente perfettibile, è il seguente , articolato in cinque fasi:
1°: Riunire in uno STUDIO multidisciplinare le proprietà chimiche , fisiche , organolettiche e merceologiche di TUTTE le materie plastiche conosciute . 
2°: Stabilire , in un secondo STUDIO , quali devono essere le proprietà chimiche , fisiche, organolettiche e merceologiche specifiche di tutte quelle materie plastiche aventi in COMUNE la possibilità di essere biologicamente degradabili oppure riciclabili al 100% od almeno al 90% e che inoltre non siano tossiche. 
3°: Incrociare a confronto i parametri dei due STUDI per stabilire quali materie o “rosa” di materie plastiche siano idonee alla fabbricazione dei vari manufatti dei quali salvaguardare le caratteristiche. 
4°: Imporre per Legge che i vari manufatti possano essere fabbricati esclusivamente con le materie plastiche giudicate idonee in quanto Biodegradabili o riciclabili e non tossiche e ne sia vietata la fabbricazione con le altre materie plastiche. 
5°: La ricerca di nuove materie plastiche sarà indirizzata in modo da promuovere la creazione di materie plastiche biodegradabili o riciclabili e comunque non tossiche. Così facendo, verrà drasticamente ridotto anche il numero delle specie di materie plastiche prodotte e concentrando la produzione su questo numero ridotto, si avranno in regalo notevolissimi abbattimenti dei costi di produzione ed un considerevole aumento dello sfruttamento degli impianti che ridurrà ulteriormente i costi. 

Si innescherà così un ciclo “virtuoso”, con benefici per tutti. 

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(Fonte:  "La Fiamma" n. 179) 

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