lunedì 13 agosto 2018

Treia e Santa Sperandia, ispiratrici di un percorso di vita "ideale"


Treia, 12 agosto 2018. Appuntamento alla Fontanella delle Due Cannelle

Paolo e Caterina hanno chiesto a mia moglie Barbara di raccontare a modo suo la bella giornata del 12 agosto 2018 alle grotte di Santa Sperandia accompagnati ed eruditi da Maria Sonia Baldoni la "Sibilla delle Erbe”. Convinti che una narrazione imparziale, non fatta dagli organizzatori, avrebbe potuto essere accolta con più favore dal mondo, hanno venduto a noi questa plausibile favola anche se io osservandoli vedevo nei loro occhi anche altre motivazioni.

La caratteristica particolare di mia moglie, che ho sempre apprezzato e mi ha sempre infastidito (e forse è stata causa del mio innamoramento) è: il riuscire a farmi fare ciò che vuole lei, con il sorriso; facendomi scoprire che è la cosa che so fare. Probabilmente questo è ciò che è successo a tutti noi ieri. Ognuno dei partecipanti è stato portato a fare cose che non volevano fare ma che poi hanno sentito proprio come intime.Quindi la richiesta di Paolo e Caterina ha proseguito quell’ondata energetica.


La mattina del 12 agosto, prima di recarci all'appuntamento alla Fontanella delle Due Cannelle, ci siamo incontrati nel Circolo Vegetariano di via delle Sacchette a Treia e già lì abbiamo fatto conoscenza. Ogni persona che componeva la “Camminata Spiritual Erboristica veniva da studi occupazioni ed esperienze diverse. Ognuno aveva un carattere differente. Per un po' ci siamo scrutati. Fabrizio, che lavora nella scuola, ha scoperto la bellezza di Treia, originario di Ripatransone ma toscano val d’orciano  d’adozione, era sconvolto come lo fummo noi la prima volta che ci addentrammo nella strada che conduce a Treia. Perché ogni strada che la lambisce non la svela. Passando nessuno può immaginare la sua bellezza. Per vederla devi essere chiamato. Senti una voce e scegli di assecondarla. Entri e in 10 metri abbandonando la “tua vecchia via”  incontri un gioiello...

Puff un tonfo al cuore. Lui Fabrizio sgranava gli occhi ricordando la sera prima appena che era entrato in città:- Ho scritto ai miei amici bombardandoli di foto. Non sapete cosa c’è qui. Non credo loro lo sappiano… quelli di Treia intendo!


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Un uomo alto con gli occhi azzurri aveva un agenda rossa su cui appuntava ogni cosa, ho rubato con gli occhi alcuni appunti fiori e piante attaccate con lo scotch trasparente lo facevano assomigliare a quegli scienziati che partivano per mete esotiche raccogliendo campioni usi ed abitudini. ……potrei scrivere per ore su ognuno dei partecipanti, ma siamo appena all’inizio ed ad un certo punto ecco La “Sibilla” giungere da noi. Sembra un Sacerdotessa di altri tempi. 

Ci guarda ed intuendo i discorsi iniziati con Fabrizio dice: Ma l’avete vista la piazza di Treia? Vi sembra normale? Questa città vi sembra normale? Qui c’era un culto molto antico della Dea Madre qui c’è un energia molto forte. Adesso devo fare un piccolo passo indietro nel senso che Paolo ci ha accolti nel circolo vegetariano ed ha presentato l’Associazione e già li, raccontandoci come era nata, aveva strappato un velo sulla storia Italiana. Ci aveva portati in un Italia di boschi centenari con piante enormi, una società profondamente differente da quella romana che inizierà lo sfruttamento della natura che oggi prosegue con grande successo. Già nel circolo noi, come bambini, eravamo stati portati in un altro luogo. Sospesi nello spazio e nel tempo osservavamo il mondo. 

Arrivati nella spianata della Roccaccia abbiamo iniziato a camminare per giungere nella grotta di Santa Sperandia di Gubbio. E Sonia molte volte ha citato le tavole eugubine per spiegarci i nomi runici delle piante che incontravamo nel sentiero. Il bosco parla!!! E’ giovane ma è vivo!

Io la guardavo e pensavo: se esistesse la reincarnazione quale buffa ironia sarebbe per Lei essere stata la Sibilla appenninica e la Santa che visse nell’epoca di San Francesco.  (http://www.santiebeati.it/dettaglio/90837 ,  https://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_Appenninica ).      

Ogni pianta chiamava Sonia e lei rispondeva tracciando rune sul taccuino di Barbara e citando i fiori di Bach che rappresentavano. Comprendendo l’impossibilità di stilare un resoconto della giornata  aggiungerò solo poche cose. Ognuno dei partecipanti ha parlato, ognuno ha aggiunto una storia, ognuno ha partecipato al rito di ringraziamento; ognuno ha condiviso il cibo. Ognuno ha ironizzato, ognuno è stato se stesso con gli altri. Santa Sperandia vigilava sorridente su di noi.  Ma io ho visto una cosa…..Sonia e i figli di Andrea e Chiara: Pellegrino ed Ermete. I giovani corrono hanno 5 anni. I saggi spiegano e a volte rallentano gli altri. Ma alla fine si siedono e l’uno addomestica l’altro. L’irruenza e la vitalità vengono domati dalla saggezza e dalla severità di chi ha un compito; ma al saggio è cara la gioventù perché vede rinascere la  vita. Ermete e Pellegrino danzavano fra tutti noi. La Sacerdotessa finalmente tranquilla aveva finito il suo rito ora poteva tornare donna non scordandosi "l’Integrità" che è chiamata ad esprimere in ogni istante della sua vita. Integrità è la parola. Integrità della natura. Integrità dei sentimenti, della salute. Ci siamo incontrati lodando il nuovo che sta arrivando, ci siamo lasciati felici per il nuovo che abbiamo visto. La Santità altro non è che l’Integrità. La ricerca  dell’integrità ci conduce alla fonte. E forse non è un caso che oggi cerchiamo la verità e l’integrità nei cibi e nel vivere. Il terremoto in questa terra ferita ha scosso credenze e distrutto certezze. Ma ciò che è rimasto è lo spirito di un popolo che riedificherà quei monumenti, che non scordiamolo sono lodi alla natura, ma questa volta con rispetto e gratitudine.
Questo ho creduto di vedere questo e molto altro…….ma la vita è troppo grande per essere compressa in un unico seme! O forse no?

Andrea Santini


12 agosto 2018 - Cerimonia con Sonia Baldoni alla Grotta di Santa Sperandia



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