Una cosa che sempre mi ha fatto riflettere è la scoperta, fatta dai genetisti analizzando il genoma mitocondriale, che le popolazioni europee discendono da 12 donne, presumibilmente emigrate dall’Africa (le loro tracce comunque partono dal Medio Oriente). Dodici apostole di vita e madri di tutti noi. Se poi consideriamo che nei secoli l’Italia è stata abitata da centinaia di popolazioni diverse in continuo mescolamento fra loro, comprendiamo che l’identità bioregionale non può certamente essere basata sull’appartenenza genetica di una certa comunità che vive nel luogo, bensì sulla capacità di vivere in sintonia con il luogo e con tutti i suoi abitanti, animali compresi.
Il pensiero e l’ideologia e le religioni alienano l’uomo dall’uomo e l’uomo dalla natura mentre il senso di comunità che sorge dal condividere l’esistenza nello stesso luogo è qualcosa di sano e di concreto. Questo è l’approccio bioregionale e questo è anche il modo in cui cerco di rapportarmi con gli altri e con l’ambiente da quando mi sono trasferito qui nelle Marche.
Avevo scritto di Treia che è “il centro del mondo” come d’altronde qualsiasi altro luogo in cui si vive lo è, poiché il centro del mondo è ove si manifesta la presenza.
Nel sentirsi parte del luogo c’è da considerare anche l’aspetto emozionale e “biologico” del pensiero, il pensiero non è solo speculativo o proiettivo, o perlomeno lo è solo nella sua forma visibile allorché si concretizza in una scelta abbinata ad un interesse precipuo (che sia quello di un io di una nazione o di una comunità in cui ci si riconosce). Siamo però consapevoli che la matrice del pensiero è “biologica”? Ed essa non tiene conto dei risvolti e delle conseguenze, se non in funzione di un “progetto” globale evolutivo (tentativi ed errori, causa ed effetto, chiamatelo come vi pare).
La mente è un ricetrasmettitore, è una radio od un televisore od un computer, ma l’operatore che immette dati e fa sì che i diversi programmi vengano sviluppati (sulla base di norme prestabilite e connaturate nelle capacità “tecniche” del mezzo stesso) è incontrollabile dal mezzo, essendo vero l’esatto contrario.
Bios è la “Forza” l’aggregazione che presume di incarnarla è solo il braccio che si muove… La decisione non è del braccio ma appare come tale. La Vita nella sua totalità inscindibile spinge e genera “creature” atte a manifestare il suo “gioco”.
Un esempio pratico.. quando sorge un pensiero nella nostra mente ed in conseguenza a ciò prendiamo una “decisione”.. ci siamo mai chiesti da dove sorge quel pensiero? Quale è la “Forza” che lo rende visibile alla nostra mente?
Così è per tutto il resto: yin e yang, luce e tenebra, chiaroscuri necessari per il sogno! Ciò non ostante… è “corretto” e “consono” che ci si muova e si agisca nel mondo secondo il proprio sentire (qualsiasi esso sia).
Paolo D’Arpini
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