Nomen-Omen dicevano i
nostri padri ed il detto quadra, perlomeno così ho sentito la
sera del 26 marzo 2017 a Treia, mentre assistevo alla piece satirica
dialettale “Le Votaziò”, libero adattamento di una commedia di
Dante Cecchi, messa in scena dalla compagnia Fabiano Valenti coordinata da Fabio
Macedoni. Fabio Macedoni non è solo un capocomico, un regista, un
uomo di cultura ed un insegnante, ma anche una persona che avrebbe
potuto, in una società diversa, incarnare l'ideale del buon
governo. Un governo “umano”, dove “l'amore vince
sulla politica” (che è una delle battute della recita).
Tanto per cominciare la
compagnia amatoriale Fabiano Valenti è la rappresentazione vivente di uno
spaccato di società paesana marchigiana, dove gli attori sono non
solo personaggi ma persone vere. Già una volta dissi che avrei
visto bene Fabio Macedoni come sindaco di Treia, a quel tempo egli
svolgeva le funzioni di Capo Gabinetto della Provincia di Macerata e
mi sembrava la persona giusta, “super partes”, per amministrare
una cittadina -com'è Treia- suddivisa in varie frazioni, rioni,
borgate e fazioni... insomma una città policentrica si direbbe in
termini bioregionali.
Ma Fabio Macedoni è un
creativo troppo eclettico per pensarlo come un “corrente”
amministratore, i tempi non sono maturi per la “fantasia al
potere”, e -tutto sommato- in questo momento storico un
pragmatico come l'attuale sindaco Franco Capponi è quel che ci vuole
per tenere in piedi la baracca. Comunque la cittadinanza di Treia
sembrava essere rispecchiata perfettamente in questa commedia, l'ambiente e le situazioni sono le medesime, e gli attori hanno incarnato
bene le persone reali che potremmo -e di fatto possiamo- incontrare ogni giorno per
strada od in piazza od al teatro, come il 26 marzo ad esempio. Gente del popolo
insomma, gente che non recita ma interpreta se stessa.
Fatalità tra questi attori c'era anche un usciere comunale che
giocava la parte di un aspirante usciere comunale, se avesse vinto
una certa lista...
Nel palco n° 9 del
teatro, un palco che si trova proprio di rimpetto al palcoscenico,
insomma il miglior palco quello che solitamente è riservato agli
“amministratori”, Valeria ed io eravamo seduti vicini
all'assessore David Buschittari, al quale ad un certo punto
commentando le scenette sulle vicende degli aspiranti sindaci ed assessori e consiglieri comunali, che si
presentavano alle elezioni “finte” della recita, gli ho chiesto a
bruciapelo “...è così allora?”. E lui, senza scomporsi rivolto
alla sua amica che gli sedeva al fianco, “... non dico nulla
altrimenti domani lo vedo riportato sul resoconto che scrive
Paolo”.
Eppure il mio vuole essere un
resoconto sincero, pane al pane vino al vino, come merita la
commedia di Dante Cecchi e come meritano gli attori estemporanei (non professionisti),
che vengono dal popolo. La bella messa in scena di Fabio Macedoni
e compagnia mi ha ricordato una delle mie commedie vivant che
rappresentai parecchi anni fa a Calcata (a metà degli anni '90 del
secolo scorso), in cui chiamai a raccolta una decina di soci del
nostro Circolo VV.TT. e chiesi loro di giocare alle “elezioni
comunali”, nel senso che presentammo una lista civica (che partecipò per davvero alle elezioni comunali), denominata “Giustizia e
Libertà”, in cui io ero il candidato sindaco, e facemmo un tale baccano durante la campagna elettorale (nella parte del “terzo incomodo”) che le altre due liste “serie” furono
costrette a cambiare politica (e finalità) in corso d'opera per non
fare la figura dei “mammalucconi”. Le lumache si sa sono un
piatto tradizionale nelle campagne del centro Italia, ma bisogna
lasciarle spurgare alcuni giorni prima di cucinarle, altrimenti sanno
di...
Paolo D'Arpini
In veste di candidato sindaco a Calcata
Articolo collegato sul
teatro del Circolo Vegetariano VV.TT. -
http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/03/il-teatro-del-circolo-vegetariano-vvtt.html
Album fotografico su "Le Votaziò": https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1426442510739710&set=oa.1657682564248673&type=3&theater