Il castello della Rancia si trova a pochi chilometri da Tolentino. Si tratta di un maniero imponente costruito nel 1353 dall’architetto Andrea da Como per ordine del capitano di ventura Rodolfo da Varano.
Teatro di numerose battaglie e di intrighi politici è noto per la presunta esistenza di un intrico di tunnel sotterranei, alcuni artificiali, altri naturali, che, secondo la tradizione condurrebbero ad un ricchissimo tesoro. Il percorso sarebbe però costellato di trappole di ogni tipo tra cui il famigerato " pozzo delle lame " cadendo nel quale difficilmente avreste una seconda chance di riuscire a diventare ricchi.Il castello, di forma quadrangolare, è composto da una cinta merlata rafforzata da tre torri angolari. A difesa dell'ingresso principale del castello si eleva una delle torri a cui si accedeva mediante un ponte levatoio, sostituito in seguito da uno in muratura. Il mastio, nucleo originario della preesistente grancia, è alto circa 30 metri ed è costituito da quattro piani, di cui i primi tre sono voltati a crociera. Al secondo piano, fornito di un ampio camino e
raggiungibile tramite una scala a chiocciola in pietra, si trovava l'alloggio del granciario e poi del castellano.
Il piano seminterrato del mastio, illuminato da due alte feritole a bocca di lupo, fu un tempo usato come prigione come indicano i grossi anelli in ferro infissi alle pareti.
Il Castello deve il suo nome ad un preesistente deposito di grano (denominato "grancia" dal latino granica e dal francese grange) utilizzato dai monaci cirstercensi dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra alla fine del XII secolo.
Quando i Gesuiti si insediarono all'Abbadia di Fiastra nel 1581, il Castello perse le sue connotazioni militari e venne riorganizzato come grande casa colonica adibita all'ospitalità e al ristoro dei pellegrini. Nel 1782 il Papa Pio VI sostò nei pressi della Rancia e in questa occasione concesse tutti i beni dell'Abbadia di Fiastra,compreso anche il castello,alla nobile famiglia Bandini la cui ultima discendente, Maria Sofia Gravina di Ramacca, nel 1974 lo cedette al Comune di Tolentino, oggi attuale proprietario.
Antonella Pedicelli
Il Castello deve il suo nome ad un preesistente deposito di grano (denominato "grancia" dal latino granica e dal francese grange) utilizzato dai monaci cirstercensi dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra alla fine del XII secolo.
Quando i Gesuiti si insediarono all'Abbadia di Fiastra nel 1581, il Castello perse le sue connotazioni militari e venne riorganizzato come grande casa colonica adibita all'ospitalità e al ristoro dei pellegrini. Nel 1782 il Papa Pio VI sostò nei pressi della Rancia e in questa occasione concesse tutti i beni dell'Abbadia di Fiastra,compreso anche il castello,alla nobile famiglia Bandini la cui ultima discendente, Maria Sofia Gravina di Ramacca, nel 1974 lo cedette al Comune di Tolentino, oggi attuale proprietario.
Antonella Pedicelli