giovedì 27 ottobre 2022

Halloween... e le zucche sprecate

 

Risultati immagini per Samhain, Ognissanti, Morti... per arrivare ad  Halloween


Debbo confidarvi che proprio nelle Marche ed esattamente nella Borgata Santa Felicita di Falerone (Ascoli Piceno), dove mi trovavo in vacanza, festeggiai per la prima volta della mia vita il  rito del momento magico dell’incontro fra le forze del mondo di sotto e quello di sopra.

La cosa avvenne circa 70 anni fa quando ancora ragazzino fui iniziato ai misteri della magia popolare. Alcuni contadini, quella sera  mi insegnarono a scavare una zucca, ad intagliare occhi naso e bocca, e a sistemarla in un crocicchio di campagna con una candela accesa dentro… “per esorcizzare gli spiriti maligni” dissero… 

Sembrava un gioco, una sceneggiata simile alla costruzione di uno spaventapasseri… (altra componente misterica del mio risiedere nel mondo contadino marchigiano) ma le radici di quel gioco erano molto antiche ed il significato ben diverso da quello che io allora riuscivo a percepire…

In fondo anche uno spaventapasseri è un “emblema” ed il suo scopo non è solo quello di tener lontani gli uccelletti… Uno spaventapasseri è l’elemento che sancisce l’uso, il possesso e la protezione  di un campo, un feticcio ricoperto degli abiti rattoppati e sporchi del lavoro sui campi,  la coscienza di quel lavoro è vera immagine e diviene anche “forma” magica. Non sono solo i passeri ad essere intimoriti da quella presenza scaramantica… ma anche la grandine, i ladri, gli animali selvatici (una delle consuetudini contadine  per rendere più credibile lo spaventapasseri è quella di pisciarci sopra… il miglior metodo marcatore di presenza nel territorio).

Ma torniamo alla zucca scolpita ed al mistero del 31 ottobre… Sapete bene che sino a pochi anni fa non esisteva più nessuna consuetudine in Italia per questa celebrazione del 31 ottobre… C’era solo un vago ricordo di un qualcosa che fu… un particolare momento magico dell’anno, quello a cavallo fra la vigilia di Ognissanti ed il giorno dei morti.

L’evento si rifaceva all’antica  tradizione pagana in cui è detto che in questo periodo “si apre una finestra fra la vita e la morte, fra la morte e la rinascita”. Il rito era conosciuto nell’antichità remota ed anche nel medio evo, ed infatti come spesso è successo con tante feste pagane, riconosciute poi nel cristianesimo, Ognissanti e la ricorrenza dei defunti cade proprio in questo periodo. 

Purtroppo la festa  di Halloween è andata sempre più  deteriorando  diventando pian piano un inno consumista e ridanciano con musicacce, plastica, birra e quant’altro… Pazienza…

Quest’anno quindi ho deciso  di non organizzare alcun incontro a Treia,  per  la vigilia d’Ognissanti...


Paolo D'Arpini



domenica 23 ottobre 2022

Treia: “La casa sulla roccia... e le campane al vento” - Breve racconto bioregionale



La peculiarità di questa casa di Treia, da Caterina ereditata dalla nonna Annetta e da me abitata, è che -pur stando su quattro piani di diverso livello- è sempre al piano terra... La cosa sembra strana ed in effetti fu proprio questa particolarità, descrittami da Caterina una notte mentre risiedevo ancora a Calcata, a farmela sognare e poi a spingermi a superare la mia inveterata pigrizia ed a desiderare di visitarla, di conoscerla, insomma di scoprire com'era...

Ricordo che uno dei miei sogni ricorrenti, sin dall'infanzia, era quello di immaginarmi su una torre, e da lì osservare il modo sottostante con un certo distacco. Certo è una visione simbolica.. Ad esempio ricordo la sensazione di appartenenza provata nel momento stesso in cui misi piede per la prima volta a Calcata, villaggetto costruito su un acrocoro... Ma a Calcata manca il senso dello spazio, della visione panoramica, poiché l'acrocoro è più basso di tutte le alture circostanti, mentre l'effetto che mi fece la casa di Treia, quando al fine la visitai, fu proprio quello di stare sul più alto pennone di una nave e da lì contemplare il mondo..

Monticulum era chiamata nell'alto medio evo la città di Treia, proprio perché si trova su una collina transfuga, isolata dalle montagne del circondario e adagiata su una dolce valle che si allontana sino al mare. Non è una collina conica è piuttosto allungata ed è per questo che l'abitato storico è alquanto esteso, e probabilmente si sviluppò nei suoi due estremi in periodi ed in condizioni diverse... comprendendo da un lato un'antica torre avamposto dei longobardi e dall'altro l'insediamento della popolazione originaria, sorto dopo la caduta dell'impero romano, in cui si erano rifugiati gli antichi treiesi stanchi delle razzie subite a partire dal 500 d.c.

Attorno al XIII secolo, in periodo francescano, Monticello fu conosciuto perché patria di un santo frate, il beato Pietro Marchionni, contemporaneo e seguace di Francesco, che vi fondò una piccola comunità monastica, che si trovava fuori le mura.. nei pressi di un'antica fonte, denominata appunto “francescana” e che si trova lungo un sentiero anch'esso detto “francescano” che conduceva chissà dove... forse a Loreto od a Cascia?

Visitai, durante una passeggiata erboristica con Sonia Baldoni, quella sorgente. Ma la struttura attorno è quasi crollata, restava solo una parvenza di muro ed una specie di pozza con dentro ranocchie e tritoni, mentre lì a fianco c'era un piccolissimo stagno completamente ricoperto dal verde delle lenticchie d'acqua.

Forse mi sono un po' disperso nelle mie rimembranze e sto correndo il rischio di dimenticare la ragione per cui ho iniziato a scrivere questa storia... Ah sì, si tratta di campane... Dicevo che la casa di Treia è su vari piani ed ha vari ingressi, questo perché essendo costruita seguendo il dislivello della collina, capita che ogni ingresso sia a piano terra.. a partire dal più alto che si trova in prossimità della Cattedrale sino al più basso nelle vicinanze della Porta Montana.

Dal piano principale, quello che si affaccia quasi sulla Cattedrale, ovviamente si ode lo scampanio regolare, a tutte le ore e a tutte le messe e orazioni, che scandisce lo svolgimento religioso della chiesa principale di Treia. Ma scendendo di un piano si ode un'altra campana di una chiesetta che sta quasi a ridosso delle mura, scendendo di un altro piano ancora si può ascoltare il tintinnio delle campane di una chiesa fuori porta, ed all'ultimo piano terra si ode lo scampanio di un monastero francescano che sta nei pressi del cimitero. Insomma ogni livello ha le sue campane.. E questa diversità non mi dispiace affatto, anzi la trovo simbolica di un percorso.. spirituale, ma anche vitale... Dalla Cattedrale dove ci si battezza e ci si sposa.. sino al monastero vicino al cimitero.. dove infine ci si riposa...

Beh, oggi pomeriggio mi è capitato di leggere un raccontino sulla saggezza laica, insita nell'astrarsi dalle cure del mondo, pur continuando a svolgere le proprie funzioni. In essa si parla della maestria di un artigiano costruttore di castelli per campane... Sapete vero che per suonare bene una campana ha bisogno di un apposito castello che deve corrispondere a precisi requisiti di distanza, equilibrio e solidità e vuoti fra le sue parti?

Un intagliatore chiamato Ching aveva appena finito di preparare un castello di sostegno per campane. Tutti quelli che lo vedevano si meravigliavano perché sembrava opera degli spiriti. Quando lo vide il Duca di Lu, domandò: “Che genio siete per riuscire a fare una cosa simile?” E l'intagliatore rispose: “Sire sono solo un semplice manovale, non un genio. C'è una cosa però: quando sto per fare un castello di sostegno, medito per tre giorni per acquisire la pace della mente. Dopo aver meditato per tre giorni non penso più a ricompense o guadagni. Dopo cinque giorni di riflessione, non mi importa più delle lodi o delle critiche, né della bravura né dell'inettitudine. Dopo sette giorni, così trascorsi, di colpo dimentico le mie membra, il corpo, anzi tutto me stesso.. Perdo coscienza della corte e di ciò che mi circonda. Resta solo la mia arte. In quello stato d'animo entro nella foresta ed esamino ogni albero finché trovo quello in cui vedo riflessa la mia incastellatura in tutta la sua perfezione. Allora le mie mani si mettono all'opera. Poiché io mi sono tirato da parte, nel lavoro che si compie per mezzo mio, la natura incontra la natura. Questo è senz'altro il motivo per cui tutti dicono che il prodotto che ne nasce è opera degli spiriti...

Grazie per aver letto sin qui...

Paolo D'arpini










Racconto tratto da "Storie di vita bioregionale".  Il libro è reperibile presso la Biblioteca di Auser Treia, in via Lanzi, 18/20 - auser.treia@gmail.com



sabato 22 ottobre 2022

Auguri di pronta guarigione a Renzo Castellani, barbiere storico di Treia...



Al centro storico di Treia abbiamo due botteghe di barberia. Una si trova di fronte agli uffici comunali, in Corso Italia Libera, gestito dall'acconciatore Gianluca da oltre dieci anni. L'altro Salone si trova in Via Lanzi ed è gestito da più di 10 lustri dal barbiere Renzo.

A dire il vero da qualche giorno la bottega di quest'ultimo è chiusa a causa di un intervento alle gambe che Renzo ha dovuto subire, ora egli si trova al reparto riabilitazione di Treia e speriamo che presto possa tornare al suo bancone.

Me lo auguro anche perché sono un suo cliente affezionato e da lui, durante le sedute di barba e capelli, ho appreso parecchie notiziole su Treia e sui suoi abitanti più famosi. Il più famoso, dal punto di vista imprenditoriale, è Luciano Sileoni uno dei due fondatori storici della Lube, l'industria di cucine più famosa d'Italia...

Qui potete leggere la sua storia:

Dicono che se vuoi sapere qualcosa di un paese, di  quel che succede ai suoi abitanti, devi rivolgerti ad un barbiere. I barbieri son come i bardi, i conservatori delle storie popolari,  perché  ascoltano i segreti  dai loro clienti,  nell’intimità di una rasatura o di un taglio di capelli.  I maschi, come  avvenne a Sansone, quando vengono alleggeriti di peli e chiome si sentono  più aperti, forse più “gentili”, denudati come sono dell’onor del mento e della criniera che da al volto il suo severo aspetto.  Succede perciò che un barbiere (un tempo anche cerusico), compiendo l’opera di “ripulitura”, ascolti in silenzio le confidenze di chi è in vena d’aprirsi, di chi, scoprendosi imberbe come un pargolo, ama raccontare ed ascoltare fiabe e pettegolezzi.

Avvenne così che, in una  bella mattina  autunnale (prima del Covid), mi ritrovai a chiacchierare con Renzo, uno dei due barbieri residui di Treia, quello che dal 15 febbraio del 1959 lavora nella bottega che fu di Benito Raponi, ovvero il co-fondatore della LuBe assieme a Luciano Sileoni, l’azienda che fabbrica e vende cucine in tutto il mondo, Russia compresa...



Continua: https://www.politicamentecorretto.com/2020/10/05/anche-treia-ha-la-sua-dynasty-e-la-storia-di-luciano-sileoni-che-ha-trascorso-una-vita-in-cucina/




sabato 15 ottobre 2022

Macerata. Intervento di Liana Maccari alla presentazione del libro "Chi sei tu?" di Paolo D'Arpini



La presentazione del libro Chi sei tu? I Ching, lo Zodiaco cinese e il sistema elementale indiano è avvenuta il 14 ottobre 2022 alla Biblioteca Mozzi Borgetti.

Avevo fatto il tampone per il Covid il 3 ottobre ed era risultato positivo. Il tampone di uscita l'ho fatto proprio il 14 ottobre, al mattino, ed è risultato negativo. La mia prima uscita dunque è stata andare alla Biblioteca Mozzi Borgetti alla presentazione del libro di Paolo D'Arpini.
L'autunno è bellissimo, la campagna, gli alberi, i campi, il paesaggio pieno di umori e umidità, la città. Tutto mi ha fatto girare la testa. Da quanto tempo ero “fuori”! Cioè costretta a stare “dentro”! Certo, la mascherina pesante, gli occhiali appannati, l'ascensore che non funziona! Quanta fatica! E intanto mille impegni e faccende che avevo rimandato fino al giorno che fossi potuta uscire (tipo: restituire la moneta alla cara amica che è andata a comprarmi il pane in questi giorni di reclusione). Ma prima è venuta questa presentazione, un'occasione alta. Leggo nel libro in questione: “Il periodo dal 23 settembre al 22 ottobre corrisponde all'esagramma Kuan. Il nobile espone le leggi del cielo al mondo intero, e ciò che dice si avvera.”

E' proprio ciò che sento, no, ciò di cui ho bisogno. Perché, stranamente, non sento alcuna mancanza degli altri, delle persone, del prossimo. Però mi chiedo chi sia quel nobile che invece desidero incontrare: è forse uno dei presenti? E' lo stesso Paolo che esplica il suo libro, con la sua saggezza atea e la sua esperienza di vita un po' fuori dal sistema? E' forse la sua compagna, il suo editore, o Morena Oro che vedo entrare, o Nunzio Cocco, silenzioso e sorridente alla saggezza che ispira il lavoro svolto da Paolo? La giornalista Simonetta Borgiani, dalla sorprendente espressività, lo spontaneo Maurizio Angeletti? Glielo chiedo, al momento delle domande: Chi è il nobile, visto che secondo lui ognuno deve cercare la conoscenza di sé senza maestri? Il nobile- mi dice – è chiunque. Chiunque è nobile. Quello è il nobile.

Liana Maccari



lunedì 10 ottobre 2022

Pollenza, 23 ottobre 2022 - Presentazione de "Il Grimorio degli Spiriti di Natura. La Magia del Piccolo Popolo”




Il 23 Ottobre, alle ore 17:00, a Pollenza, Rione Trebbio 25, presso Domus Historical Food, presentazione del libro "Il Grimorio degli Spiriti di Natura. La Magia del Piccolo Popolo”. Nelle mitologie, nelle leggende, nelle fiabe e nei racconti orali, l'uomo ha da sempre visto ed interagito con Esseri Magici e Spiriti della Natura, che nella nostra tradizione italiana ed europea hanno preso il nome di "Piccolo Popolo" o "Popolo delle Colline". Ma chi sono in realtà questi esseri? In questa serata in compagnia di Andrea Picchio Verde, l'autore treiese del libro,  approfondiremo l'argomento in una conferenza interattiva, inoltre svolgeremo una semplice cerimonia di connessione con gli spiriti verdi, che ci riconnetteranno alle nostre radici ancestrali. Prenotazione obbligatoria al 339.7983768


Descrizione

"Il Grimorio degli Spiriti di Natura" di A. Picchio Verde e Aindreas Fàél raccoglie tantissime leggende e testimonianze che ti racconteranno della loro costante presenza nel corso del tempo.

Inoltre, in questo libro davvero unico e formidabile, troverai come celebrare Festività Solari e realizzare:

  • Rituali connessi alla Luna e alle sue fasi;
  • Sigilli per la fertilità e la visione;
  • Cerimonie legate ai quattro Elementi;

Inoltre, alla fine del libro è dedicato a un capitolo con un approfondito erbario delle Piante Sacre legate al Piccolo Popolo, come la Mandragora, la Violetta, la Betulla e tante altre.

I diversi rituali ti condurranno, prendendoti per mano, direttamente dentro i loro regni, che rappresentano nel loro insieme l'Anima di Madre Terra.

Uno degli obiettivi di questo manuale è quello di risvegliare la consapevolezza della spiritualità del nostro territorio e dei nostri luoghi sacri, facendo risorgere un'antica alleanza che potrebbe esserti utile, per sentirti di nuovo in contatto col tuo territorio e con gli svariati esseri spirituali che lo abitano.

Tutti gli abitanti del Piccolo Popolo, (Fate, Folletti, Ninfe e tutti gli Spiriti degli Alberi), vivono e danno vita a tutta la meravigliosa Natura che ci circonda. Ma concedono la loro saggezza ed i loro favori solo a chi, emancipato dall'ottuso antropocentrismo, incarna umiltà, purezza di cuore e sincero rispetto per tutte le forme di vita.

Incontrare l'Albero Maestro di un bosco, far entrare nella propria vita la poesia e la musica delle Fate, riconoscere la regalità di una Quercia, come scoprire in una pigna un tempio sacro, sono tutte tappe di un viaggio incredibile dentro l'essenza della Vita e di se stessi.

Solo quando si comprende che ogni desiderio porta con sé un suo prezzo ed un suo momento, si può arrivare ad espandere la propria sensibilità fino a raggiungere questi Esseri meravigliosi, divenendo quello che ognuno di noi dovrebbe essere: un custode premuroso di tale bellezza.