domenica 13 luglio 2025

Treia o Troia?...

 


Recentemente una  ricercatrice storica (alternativa) di Macerata ha avanzato l'ipotesi che Troia non fosse stata in Cappadocia bensì qui nel Piceno, a Treia. L'Iliade narra che  Troia fu distrutta con un inganno, i greci finsero di partire, sconfitti, ma lasciarono sulla spiaggia un enorme cavallo meccanico in  omaggio  alle divinità che avevano aiutato i troiani, tra cui Afrodite, Aurora, Xanto ed Apollo.

Il saggio Laocoonte mise in guardia i troiani dalla falsità del dono lasciato dai greci, con la famosa frase: "Timeo Danaos et dona ferentes!"   ma i troiani, tronfi per la presunta vittoria, non si lasciarono dissuadere  e trasportarono in  città il cavallo di legno lasciato dai greci e indissero grandi festeggiamenti, con birra a fiumi e clamori notturni. Sappiamo poi come andò a finire...

Nella Troia picena omologata, ovvero Treia, è andata in scena una replica della sceneggiata storica. La notte tra il 12 ed il 13 luglio 2025, fiumi di birra scorrevano  nel centro storico. Davanti alla Chiesa di San Filippo ed alla Cattedrale si compiva un rito pagano con torme orgiastiche che andavano da una postazione all'altra, al suono di trombe e tamburi  e grida di trionfo. L'eccitazione è stata talmente forte che verso l'aurora alcuni scalmanati ubriachi si sono azzuffati in piazza. Sono dovuti intervenire i Carabinieri di Macerata per sedare la rissa, in cui erano coinvolti diversi giovani sù di giri.  

Sulle vie del centro,  la mattina presto, è  intervenuto un servizio urgente della nettezza urbana per lavare il sangue che impregnava il selciato e per raccattare il sudiciume  di bicchieri, bottiglie, sacchetti, cicche ed altre reliquie ambigue residuo  della grande kermesse birraiola.  

Questo dunque è il livello "culturale" dei grandi eventi estivi che si preparano a Treia. Questa "kermesse della birra" è durata 4 giorni, dal 10 al 13 luglio, ed ora gli abitanti del centro storico iniziano a temere i prossimi riti previsti per agosto che, con la scusa della disfida del bracciale (un gioco popolare di palla al volo) prevedono grandi nottate  "indimenticabili", che con le palle hanno poco a che vedere, tutto per promuovere un turismo di massa nella città più bella d'Italia, sia pur quasi disabitata e priva di ogni servizio (non c'è rimasto nemmeno un singolo negozio di alimentari o di altri generi essenziali). Per fortuna resiste una farmacia, utile per munirsi di tappi di cera per le orecchie e pillole di melatonina per "fa' passà a nuttata"...

Paolo D'Arpini, in veste di  Laocoonte ...