martedì 25 agosto 2020

Treia: “Fa Lento”. Il melodramma di Puccini in sintesi



Benedetto fu il vento che all'ultimo momento consigliò lo spostamento della recita-racconto di Luca Violini, del 24 agosto 2020, dall'angolino di Piazza Piave all'ampio spazio del Mercato Coperto di Treia. La nuova “location” ha  arricchito grandemente la performance dedicata a Giacomo Puccini. Il racconto concitato, i rumori di scena, la musica, il canto ne hanno tratto giovamento e l'effetto melodrammatico è stato più convincente... Un pubblico selezionato, quello delle grandi occasioni culturali, ha assitito in silenzio osservando lo spicchio di luna che traspariva dalla grande vetrata sullo sfondo dell'improvvisato palcoscenico.

La luna ci stava proprio bene, e pure il suono ricorrente della campana dell'orologio comunale che sanciva il trascorrere del tempo, durante una narrazione drammatica, senza fiato... in cui l'attore, impersonante il compositore, non lasciava spazio alle riflessioni. Una valanga di parole, immagini, suoni e sensazioni.

Da Fosforo a Luca Violini: a Senigallia un weekend di eventi
Luca Violini

Al termine della recita Luca Violini, Rosa Sorice e Davide Caprari, che hanno portato in scena il "Fa lento. Giacomo Puccini, il destino di un genio" (nell’ambito del Progetto MarcheinVita, con l’organizzazione di Mibact, Regione Marche e Amat.), hanno ringraziato il comune di Treia, rappresentato da David Buschittari e Tommaso Sileoni, per l'ospitalità di quet'ultimo spettacolo dal vivo “per la rinascita del sisma”, ricordando così la prima scossa sismica, che colpì il Centro Italia e Treia, avvenuta proprio la notte del 24 agosto di 4 anni fa.

Paolo D'Arpini

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Memoria sulla scossa sismica del 24 agosto 2016: 

lunedì 17 agosto 2020

La Macina a Treia - Resoconto dello spettacolo popolare culturale del 16 agosto 2020



Il 16 agosto 2020 a Treia era previsto uno spettacolo di un gruppo musicale a noi (me e Paolo) non noto, ma trattandosi di musica popolare marchigiana e non , non potevamo perderlo.  Anche per la mia imminente partenza, era la giusta occasione per poter passare una fresca serata estiva nella bella piazza di Treia. 

Il gruppo si chiama La Macina, esegue musica popolare ed è stato fondato nel '68  da Gastone Pietrucci. 

La Macina antologica | Il giornale della musica

È stato poi dai primi anni '70 che il fondatore inizia la ricerca sistematica nel settore della musica popolare direttamente da contadini, ex filandaie, anziani che ricordavano vecchi canti di lavoro, filastrocche, ballate e tutto quel patrimonio orale tramandatosi da generazioni che rischiava di perdersi per sempre. L'area di ricerca fu in particolare le provincia di Ancona e Macerata e lo spoletino. Tutto il materiale raccolto confluì nel 1977-78, nella tesi di laurea: "Letteratura tradizionale orale marchigiana e spoletina", alla Facoltà di Sociologia di Urbino dello stesso  Pietrucci. I testimoni (contadini, operai, in particolare filandare) vengono chiamati "informatori" o "alberi di canto" (notizie tratte da Wikipedia ).

Il palco per il concerto   era stato montato davanti al monumento a Papa Pio VI di Piazza della Repubblica. Le sedie erano state disposte a distanza di sicurezza secondo le norme anti-covid e vi si accedeva  con tanto di mascherina, che poteva essere  tolta poi, una volta seduti.  Il concerto è iniziato con un po' di ritardo, gli spettatori non erano molti, ma soprattutto,  dopo l'attacco del primo brano, attenti e partecipi. Tra gli astanti  c'erano anche due bei bambini,  gemelli, che non si sono mossi per tutto il concerto.

A parere di un'incompetente come me ho trovato i musicisti bravissimi (chitarre, mandolino, batteria - mancavano per cause di forza maggiore due componenti, fisarmonica e contrabbasso) e Gastone Pietrucci è un vero interprete oltre che avere una voce potente e graffiante. La serata è trascorsa veloce tra canti delle filandaie, canti d'amore e di lotta.
Verso il termine, quando i due gemelli crollavano dal sonno per cui la famigliola si stava allontanando, Gastone li ha "richiamati" pregandoli di restare per un ultimo pezzo, una filastrocca spassosa. Ermete (uno dei due) era il suo spettatore preferito...


Grazie alla Macina per le belle emozioni ed anche all'amministrazione di Treia ed alla Proloco che hanno voluto ospitare l'evento, promosso dalla Regione Marche.

Dulcis in fundo,  mentre ci stavamo allontanando dalla piazza abbiamo ricevuto la "bella" notizia dell'ultima ordinanza di Speranza (?),  ministro della Salute,  che obbliga dal 17 agosto 2020 ad indossare le mascherine anche all'aperto, dalle ore 18 alle 6.... nei luoghi dove si possono creare assembramenti (i luoghi della movida). Vedremo le interpretazioni. E buona vita e buona fine estate alla Macina e a tutti noi!

Caterina Regazzi 



domenica 16 agosto 2020

Treia. Obbrobrio ambientale e fotovoltaico a terra

Vista da Pitino - Pre-esistenti pannelli a terra

Ferragosto infuocato a Treia, non tanto per il caldo, che bene o male ognuno se l'aspetta, bensì per la notizia apparsa su entrambi i quotidiani cartacei della provincia  di Macerata in cui  si annuncia il progetto di ricoprire ben 34 ettari di terreno agricolo con invadenti pannelli solari a terra.  

La progettata installazione di un mega impianto fotovoltaico avverrebbe  in località Berta, proprio sotto la rocca di Pitino, un luogo storico e magico già abbondantemente impestato da chiazze nere traslucide  di pannelli fotovoltaici. La Provincia di Macerata, nella figura del presidente Antonio Pettinari, sta cercando di bloccare il progetto chiedendo l'applicazione della VIA (Valutazione Impatto Ambientale).

La notizia  dell'ulteriore devastazione  territoriale e paesaggistica, progettata dalla ditta Ecomarche2, per una potenza di 28 MWp  (in verità di ecologico ha ben poco se non il nome) ha lasciato quasi  tutti gli abitanti di Treia e  di San Severino (paese adiacente all'area interessata)  basiti e silenti. 

La giornata  del 15 agosto 2020 non verrà dimenticata facilmente per le notizie ferali che ha portato. Anche se la voce del presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, ha rasserenato l'aria con le parole "il fotovoltaico è una importante risorsa energetica ma va realizzato nei luoghi idonei, come ad esempio le aree commerciali e sui capannoni industriali. Le fonti rinnovabili dobbiamo usarle senza andare a svantaggio del paesaggio, dell'agricoltura e dell'ambiente e dell'ulteriore consumo del suolo". 

Soddisfazione a Treia per la conferma di Antonio Pettinari alla ...
Antonio Pettinari, presidente Provincia di Macerata

Infatti, a riprova di quanto affermato da Pettinari, i   34 ettari interessati al progetto  (la stessa estensione di 34 campi da calcio) di località Berta e le adiacenze sono caratterizzati dalla produzione di eccellenze agricole bioregionali.

Purtroppo Treia ha il primato di ospitare   il 40% di impianti fotovoltaici esistenti su tutta la provincia di Macerata (e non osiamo calcolare a che percentuale arriverà se  il mega impianto di Ecomarche2  sarà realizzato),   un primato poco invidiabile dal punto di vista della devastazione paesaggistica ed idrogeologica. Infatti è stato dimostrato  che la presenza di pannelli fotovoltaici a terra procura inaridimento e smottamento dei suoli e modifica  il microclima e l'ecosistema.

I pannelli solari a terra sono una iattura  a lungo termine per l'ambiente, non solo durante gli anni del funzionamento (circa una dozzina o poco più) ma anche per il successivo problema di smaltimento. In realtà tali pannelli iniziano ad inquinare sin dalla loro costruzione per il consumo di risorse minerarie  ed uso di materie plastiche ed altri inquinanti.


Treia Comunità Ideale - Comitato Civico: maggio 2019
Franco Capponi, sindaco di Treia 

A questo punto ci si chiede quale sia  la posizione dell'amministrazione comunale di Treia riguardo al progetto di Berta.   Cosa ne pensano  il sindaco, Franco Capponi, e la sua giunta di questo "scempio"?

Paolo D'Arpini 

D'Arpini: "Alle provinciali riconfermato il risultato della ...

Fonte: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2020/08/treia-obbrobrio-ambientale-e.html


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Intervento di Franco Capponi, sindaco di Treia, in merito alla vicenda dell'impianto fotovoltaico a terra proposto dalla ditta Ecomarche2 in loc. Berta del comune di Treia. 

Intervengo per chiarire, anche sollecitato da alcuni articoli di stampa, la posizione assunta dal Comune di Treia in merito alla paventata realizzazione di un impianto Fotovoltaico di 28 MWp. a terra in Loc. Berta Nel nostro Comune.
Il Comune di Treia concorda con gli Uffici Tecnici della Provincia di Macerata sul grave impatto che potrebbe causare l’istallazione di 28 Megawatt di superficie fotovoltaica in Loc. Berta e che la stessa vada assoggettata a VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) considerato il notevole impatto che la stessa apporterà soprattutto al Paesaggio Agrario Storico e alle emergenze storico-culturali presenti nelle immediate vicinanze a partire dal famoso Castello Piceno di Pitino, dal castello di rocchetta e molto altro ancora.
In tal senso, il Comune di Treia si è già espresso con la trasmissione del certificato di destinazione Urbanistica dell’area interessata e inviato alla Provincia (unico atto che deve rilasciare il Comune in quanto il
procedimento autorizzatorio degli impianti fotovoltaici sono in capo alla Provincia), accompagnandolo
anche con una relazione in merito all’impatto della proposta e quindi a motivi di contrarietà all’impianto stesso.
In quella sede il Comune di Treia ha evidenziato come alcune porzioni dell’area coinvolta sono interessate da ambiti di tutela del PPAR (specificatamente per alcuni aspetti geologico - geomorfologico); altre porzioni sono soggette a tutela integrale e norme di tutela specifiche riguardanti l’area sub-appenninica (specificatamente i vincoli interessano le fasce di rispetto dei fiumi e la presenza di edifici e manufatti di interesse storico documentario). Ulteriori vincoli individuati dal Comune riguardano le prescrizioni del PTC per quanto attiene alla presenza di Piane Alluvionali ed in quanto una parte dell’area ricade quindi parzialmente in una delle aree NON IDONEE cosi come specificato nella Deliberazione n. 13 del 30/09/2010 della Regione Marche.
Nel parere inviato alla Provincia inoltre il Comune di Treia ha segnalato come la proposta di impianto fotovoltaico di Berta ricada anche in ulteriori vincoli e produca rischi ulteriori al territorio circostante e all’attività agricola in generale.

In particolare i vincoli cartografati evidenziano un impatto del progetto su vari aspetti di cui sotto :

a) Vincolo derivante dalla fascia di protezione sia dalla attuale che dalla nuova linea metanodotto
Recanati- Foligno D.N. 650 (26”) DP 75 bar e di collegamento con Tolentino come da Procedimento
di V.I.A. di competenza statale di cui al procedimento amministrativo [ID_VIP:4966];

b) Vincolo derivante dalla fascia di protezione della linea di adduzione acquedotto D 150 Rocchetta
-Santa Maria in Piana;

c) Vincolo derivante dalla fascia di protezione ipotesi strada intervalliva Quadrilatero San Severino-
Tolentino;

d) Vincolo derivante dalla fascia di protezione fognatura consorzio Berta Vallonica collegata al
depuratore Berta;

e) Vincoli derivanti dalle indicazioni tecniche allegate alla deliberazione Regionale n. 13/2010 in ordine al
rispetto delle distanze dai confini e dalle strade a valenza pubblica o di uso pubblico;

Il Comune ha evidenziato quindi una grave carenza della proposta soprattutto per il mancato rispetto di vincoli preesistenti e ha segnalato le CONDIZIONI minime per una valutazione del progetto:

1) Dovranno essere stralciate dall’intervento le aree interessate dai vincoli di cui ai punti a), b) c), d), ed e), anzidetti;

2) Le aree individuate con le part. 70 porz., 17 porz. e 131 porz. del foglio catastale n. 103 vanno

stralciate dal progetto in quanto costituenti area di cava per la quale non è seguito l’accertamento sulla rispondenza dell’ultimazione dei lavori con particolare riferimento alla ricomposizione ambientale ai sensi dell’art. 18 della L.R. 71/97;

3) Dovranno essere stralciate le aree ricadenti zona di rispetto ambientale di P.R.G. interferenti con la fascia di ml. 200 parallela alle sponde del Fiume Potenza nelle quali per espressa disposizione della
Delibera di G.M. n. 146 del 29/11/2010 sono vietati impianti a terra di potenza superiore a 3 Kwp;

4) Dovranno essere stralciate le aree ricadenti nell’ambito della zona di tutela ambientale del fosso Ascia
nella cui fascia di ml. 50,00 per lato parallela alle sponde è inibita la realizzazione di impianti fotovolatici a terra di potenzialità superiore a 3 Kwp;

5) Dovranno essere stralciate le aree perimetrali gli edifici di classe a) e b) con raggio ml. 100 come disposto nell’allegato A alla Delibera G.M. n. 146 del 29/11/2010 nel cui ambito sono solo ammessi impianti fotovoltaici di potenza non superiore a 3 Kwp;
Per tutti questi motivi riteniamo doveroso che la Provincia abbia sottoposto a VIA il progetto, assolutamente non approvabile e deleterio così come proposto.
La Valutazione di Impatto Ambientale è una procedura che ha lo scopo di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione delle opere, gli effetti sull’ambiente, sulla salute e benessere umano di
determinati progetti pubblici o privati, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, prima che questi si verifichino effettivamente.

I concetti fondamentali alla base della procedura di VIA (già definiti nella Direttiva 85/337/CEE del Consiglio delle Comunità europee del 27 giugno 1985 ), che dovrà prendere in considerazione, eventualmente, il nuovo progetto con l’esclusione di molte aree soggette a vincolo, sono:

1) Prevenzione: analisi di tutti i possibili impatti derivati dalla realizzazione dell’opera/progetto, al fine non solo di salvaguardare ma anche di migliorare la qualità dell’ambiente e della vita;

2) Integrazione: analisi di tutte le componenti ambientali e delle interazioni fra i diversi effetti possibili (effetti cumulativi);

3) Confronto: dialogo e riscontro tra chi progetta e chi autorizza nelle fasi di raccolta, analisi ed impiego di dati scientifici e tecnici;

4) Partecipazione: apertura del processo di valutazione all’attivo contributo dei cittadini in un’ottica di maggiore trasparenza (pubblicazione della domanda di autorizzazione e possibilità di consultazione).

In particolare la valutazione di impatto ambientale (VIA) dei progetti, così come la VAS, è concepita per assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, pertanto comporta la individuazione, la descrizione e la stima degli impatti diretti ed indiretti che un progetto può avere su:
• uomo, fauna e flora;
• suolo, acqua, aria e clima;
• beni materiali e patrimonio culturale;
• economia insediata e possibili effetti distorsivi;

valutando anche l’interazione tra tali fattori, in modo da poter individuare la soluzione progettuale più idonea al perseguimento degli obiettivi di cui al co. 3 dell’art. 4 del D.L.vo n. 152/2006.

In pratica ora tutti i portatori di interesse (compresi i cittadini e loro Associazioni) potranno esprimersi in merito, a partire proprio dalla partecipazione e al contributo di qualsiasi cittadino onde assicurare totale trasparenza nella decisione, in modo da individuare, oltre i vincoli esistenti e segnalati dal Comune di Treia ( in via preventiva alla realizzazione delle opere) i possibili effetti negativi sull’ambiente, sulla salute e il benessere umano, sull’impatto economico sui territori, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, sul Paesaggio, sull’economia insediata prima che questi si verifichino effettivamente.

Altro aspetto è invece il fatto che l’amministrazione sia favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili ma tale obiettivo, definito a livello europeo al 2030 per accrescere la quota dei consumi coperti da fonti rinnovabili, va’ perseguito nei limiti di quanto possibile.

Va considerato che nel settore elettrico, la natura intermittente delle fonti con maggiore potenziale di sviluppo (eolico e fotovoltaico) e, nei settori termico, (occorre stabilire un limite all’uso delle biomasse), conseguenti ai contestuali obiettivi di qualità dell’aria e della strategicità delle produzioni agroalimentari, sono perseguibili anche nei nostri territori attraverso l’utilizzo però di aree degradate come le aree delle ex cave, le aree industriali dismesse, i tetti degli impianti produttivi ed alcune aree di scarso pregio e senza impatto sul paesaggio che la programmazione urbanistica potrebbe individuare con specifici atti programmatori.

Ma sono altre le politiche che il nostro Paese dovrà mettere in atto, o ltre il super eco bonus per gli
edifici abitativi privati, di recente emanazione.

Dovremmo estendere questa misura agevolativa alle imprese di tutti i settori unitamente ad agevolazioni per consentire l’efficientamento energetico teso a migliorare la capacità del sistema della ricerca di presidiare e sviluppare le tecnologie di prodotto e di processo essenziali per la transizione energetica e a favorire l'introduzione di tecnologie, sistemi e modelli organizzativi e gestionali funzionali alla stessa transizione energetica e alla sicurezza.

Franco Capponi (Sindaco di TREIA)


sabato 15 agosto 2020

Monte Conero - La caverna degli UFO ed il rumore del mare...


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Il Monte Conero, promontorio caratterizzato da bellissimi scorci sul mare Adriatico e sulla costa, da una ricca biodiversità sia a livello vegetazionale che faunistico e meta di numerose escursioni e di turismo, nasconde un lato oscuro e inquietante, quello legato alla presenza di una zona militare e dei sui misteri irrisolti. Indagini giornalistiche, fughe di notizie, azioni da parte di gruppi ecologisti, intrusione da parte di Video maker, spionaggio, hanno tirato fuori dai tunnel segreti storie di radar, missili, sottomarini, armi atomiche e batteriologiche ma anche racconti di sequestri di persona e Ufo.

Questa montagna, all’inizio del secolo scorso, non si presentava come siamo abituati ad ammirarla e fotografarla oggi. A quei tempi appariva in parte brulla, in seguito all’intensa attività umana di taglio del bosco, agricoltura e pastorizia. Negli anni 30 furono realizzate opere di stabilizzazione del terreno, rimboschimenti e piantumazioni a gradoni di pini, cedri e cipressi, nonché lavori per l’apertura di sentieri e strade. Questo lavoro è proseguito in una seconda fase dal secondo dopoguerra fino agli anni '70. (I rimboschimenti sono riusciti nel loro intento ed oggi le essenze della macchia mediterranea, aiutate da interventi forestali, stanno riprendendo il sopravvento evolvendo verso il più naturale bosco di leccio.)

In tempi più recenti, negli anni 80, è stato istituito il Parco vero e proprio per la tutela e la sua conservazione.  

Questo affascinante scenario naturale però, oltre ad essere messo a dura prova dalla massiccia frequentazione nel fine settimana di escursionisti e, soprattutto di spericolati e pericolosi biker, è turbato dalla tutt’altro che discreta presenza della Misteriosa Base Militare.

Percorrendo i sentieri più battuti del Parco, ci si imbatte in Caseggiati, aree recintate protette da fili spinati e cartellonistica eloquente, porte di accesso a tunnel scavati all’interno della Montagna.

Si narra la presenza al suo interno di Postazioni Radar per il controllo dell’Adriatico, Progetti legati ad ECHELON, (famoso sistema mondiale d'intercettazione delle comunicazioni private e pubbliche), presenza di armi atomiche e batteriologiche, rampe per il lancio di missili e grandi porte che si aprono direttamente sul mare per l’entrata in acqua dei sottomarini. I più fantasiosi hanno anche ipotizzato legami con specie extraterrestri, in seguito alle numerose segnalazioni di avvistamenti ufo avvenute nella zona soprattutto negli anni cinquanta, periodo in cui questo fenomeno fu molto eclatante.

Nella cronaca locale si è parlato del Conero anche per quanto riguarda i rapimenti.

Le viscere del monte Conero pare fossero infattiben note a Graziano Mesina, il famoso capo dell'Anonima Sarda, una banda specializzata nei sequestri di persona. Pare addirittura che nel monte Conero possano essere state nascoste alcune sue vittime. Un industriale ascolano, Mario Botticelli, rapito nel 1977,quando fu liberato raccontò agli inquirenti un particolare terribile: dopo il sequestro era stato bendato e portato in « una caverna dalla quale udiva il rumore del mare».

Infine, è bene ribadire che non bisogna assolutamente scavalcare le recinzioni della zona militare, anche se all’apparenza le caserme della base sembrano abbandonate. L’aspetto esteriore ingannevole potrebbe essere la caratteristica di questo sito militare  

Ormai in piena era satellitare sono pressoché scomparsi i cartelli minacciosi con divieto di fotografare o eseguire rilievi a vista e soprattutto sono spariti i cani sentinella che sorvegliavano il perimetro esterno tra due cortine di recinzioni in alto rifinite da filo spinato. Resta il segreto di cosa c’è sotto il Conero, tema questo su cui voci popolari sempre hanno fornito versioni capaci di alimentare curiosità senza dare risposte adeguate.  Da parte militare ovviamente massimo riserbo. Nel 1984 però la questione finisce sulla stampa locale e nazionale. Il 14 gennaio infatti Gianfranco Guanti – redattore del periodico ambientalista Il Pungitopo – alla ricerca di qualche risposta sul mistero del Conero sotterraneo  viene arrestato insieme ai coniugi Lanari dal nucleo antiterrorismo dei CC di Ancona. Dopo una prima condanna a otto mesi  per il delitto di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, la vicenda si conclude in appello  il 28 febbraio 2006 con l’assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato.




Il Conero nascosto: tra grotte romane ed incisioni rupestri ...

Articolo collegato:

giovedì 13 agosto 2020

Treia è più bella, grazie a Dumì!


Conosco Dumì (Domenico Fratini) da quando sono nata e quindi da quando frequento Treia. Trovo che sia uno dei personaggi più interessanti di questo bel paesello, artista a 360 gradi: pittore, musicista e anche uno sportivo. Sensibile e intelligente, molto amante degli animali.  Quando passavo davanti al suo laboratorio con la cagnetta Magò aveva sempre una parola gentile per lei e per i cani in generale. Sulla vetrina della bottega ha una piccola immagine di una bella faccia di un segugio che dice: "Attenti all'uomo". 


Mi affascinano molto i suoi quadri. Tanti anni fa (20 o 30 o forse 40? Non ricordo) i miei acquistarono un suo quadro che raffigura due anziani davanti a un camino ed io, pochi anni fa, invece ne ho voluto prendere uno che raffigura un uliveto, come lui lo vede. 


Entrambi stanno nella grande cucina di Treia, assieme ad altri, ma sono i miei preferiti. E' instancabile, continua a produrre quadri e disegni, il suo laboratorio ne è pieno ed è un piacere, sempre, fermarsi ad ammirarli. 

Grazie Dumì per la tua sensibilità e delicatezza!

Caterina Regazzi

Il Cannocchiale

lunedì 10 agosto 2020

Treia e “Le vie di fuga” di Lucrezia Sarnari


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Mercato coperto di Treia.  La sera del 9 agosto 2020 Lucrezia Sarnari, treiese in fuga, evoca -parlando del suo ultimo libro con l'interlocutrice Emanuela Corvatta- le sue immaginarie vie di fuga sui sentimenti e sull'amore ai tempi di whats-app.

Per ascoltarla si è riunito sotto il mercato coperto il pubblico mondano delle grandi occasioni, con tutti quelli che contano seduti ai tavoli, come fossero al Café de Paris, mentre gli altri -quelli che contano meno- se ne stanno in piedi fuori dal portico ad occhieggiare. Però la diversa sistemazione non è dovuta a questioni di “classe” bensì alla semplice tempestività (o meno) nella prenotazione dei posti.


Una linea immaginaria separa anche gli attori principali dagli ascoltatori. Sul “palcoscenico” Lucrezia (molto elegante in giallo a pois) affiancata dalla presentatrice (in mise degagée), più avanti -leggermente distaccato- staziona il duo musicale composto dal chitarrista Marco Poeta (di Recanati) e dalla solista Letizia Rossi (di Chiaravalle); all'altro lato è posizionato un piccolo stand (gestito dalla cartolibreria La Coccinella) con alcune copie del libro.

Mentre la presentazione è ancora in stand-by fra i tavoli del pubblico si aggira la responsabile della bouvette, Giovanna Bonelli, che consiglia bevande ed aperitivi, serviti poi da una graziosa e giovane cameriera in mascherina. Nel frattempo tra una rimembranza ed una romanza si affina l'atmosfera che non è certo quella del “gaudemus igitur” (in stile Carmina Burana) ma quella di un elegante simposio letterario “à la page”.



Il via al dialogo letterario vien dato dal sindaco di Treia, Franco Capponi, presente all'incontro in prima fila, che definisce Lucrezia Sarnari “una futura Dolores Prato” e qui l'autrice comincia a raccontarsi e si confessa “un po' femminista, donna di mondo, osservatrice neutrale di una situazione sociale e sentimentale vissuta ai tempi della virtualizzazione (da internet e cellulari)”. Situazione vieppiù appesantita in seguito al distanziamento sociale di questi ultimi mesi (per restrizioni da coronavirus). Ma per recepire bene il messaggio intrinseco contenuto in “Vie di Fuga” (edizioni Rizzoli) occorrerà leggere il libro (ed anche noi ce ne siamo accaparrati una copia).



Mentre per godere degli stacchi melodici “di '500 in '500” offerti dai due virtuosi Poeta e Rossi (musiche di Jhon Dowland e Villanelle Napoletane) è stato sufficiente rimanere in silenzio, fermandoci dove siamo (cioè a Treia).


Paolo D'Arpini

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domenica 9 agosto 2020

Festa dell'Acquacotta - Moje di Treia 8 agosto 2020 - Resoconto




L'8 agosto è per me e Paolo, una ricorrenza da celebrare da tempo: in primis è l'anniversario della dipartita dal corpo del suo nonno spirituale, Nityananda, avvenuta l'8 agosto del 1961, in più siamo nel pieno dell'estate, siamo  in vacanza e siamo insieme, ed anche questa è una situazione da festeggiare. La tradizione della Festa dell'Acquacotta è  inziata tanti anni fa allorché  lui ricevette in questa data la visita di due amici, Susy Blady (Maurizia Giusti) e  Patrizio Roversi, a Calcata, e per l'occasione, per festeggiarli degnamente, riesumò (o forse si inventò)  questa festa  contadina ormai in "disuso”.


L'acquacotta è un cibo  tradizionale di pastori e contadini che, dopo il lavoro nei campi e nei pascoli, accendevano il fuoco sotto a una vecchia pentola e ci cacciavano dentro tutto quello che avevano o trovavano (erbe selvatiche – le poche che si trovano in questo periodo, croste di formaggio, pane secco). Un cibo povero, ma gustoso (per chi si azzarda ad assaggiarlo).

E allora l'8 agosto 2020, nel tardo pomeriggio, ci siamo recati con Caterina, la figlia di Paolo  venuta da Bracciano, 


e Marco, un nuovo amico, inviatoci da Sonia Baldoni, a casa di Andrea e Chiara, in contrada Moje, a Treia, un posto magico, da noi scoperto solo da due-tre anni. La festa era stata pensata ormai da tempo; il posto si presta in quanto c'è un grande spazio all'aperto, per cui non ci sarebbero stati problemi per rispettare le disposizioni anti-covid e i nostri amici ospiti sono una ricchezza in fatto di energia (da vendere) e a risorse culturali e culinarie. 


Andrea Biondi, che è anche un poeta,  e suo padre con Chiara Teloni e Maurizio Angeletti  allestiscono storie con burattini da loro fabbricati, compreso il castello, mentre  altri amici venienti da Rimini, tra cui i genitori di Andrea, hanno formato un gruppo musicale intitolato alla bisnonna Adelina.

Prima di iniziare lo spettacolo Andrea, Maurizio, Felice Colaci, del Seminasogni, e Paolo D'Arpini di Auser Treia   hanno contribuito chi con una spiegazione riguardo alla storia di questa festa e il suo significato, chi con poesie a sfondo sociale, umano e contadino chi con la descrizione della ricetta  e della tradizione dell'acquacotta contadina.  Da un lato della corte  era stato allestito anche un banchetto con alcune pubblicazioni bioregionali, libri di poesie e simili. Alcuni bambini hanno anche allestito un banchetto del riciclaggio molto simpatico.


Dopo le parole e le poesie c'è stato lo spassosissimo spettacolo di burattini, con tanto di personaggi tipici come Sandrone e Colombina, facendo la gioia di grandi e piccini. La ricetta dell'acqua cotta proposta alla Festa comprendeva piantaggine, ortica, malva, tarassaco, sonchus, parietaria, rucola selvatica e tante altre erbe. Mentre stavamo riuniti in cerchio è arrivata anche l'amica Gigliola Rosciani che ci ha raccontato come preparare crauti, pomodori secchi frullati e conditi, crema di erbe selvatiche, lupini in salamoia, kefir e kombutcha.


Verso le ore 20 è iniziato il concerto di musica popolare del gruppo di Adelina che ha suonato divinamente un vasto repertorio di musica popolare “occitana” (di cui non conoscevo neanche l'esistenza), cioè (per gli ignoranti come me) di una regione del sud della Francia che ha come capoluogo Tolosa. Il gruppo di Adelina è numeroso, circa 10 componenti che suonano quasi tutti l'organetto. C'erano in più alcuni percussionisti, una fisarmonica, una chitarra, un basso tuba e una ghironda (un meraviglioso strumento che è anche il titolo di uno dei libri di poesie di Andrea. Spero proprio di poterli riascoltare presto o almeno di poterli sentire su supporto digitale.


Un inciso. La mattina del 9 agosto abbiamo incontrato in centro a Treia due signore che fanno parte del gruppo a cui abbiamo chiesto alcune informazioni e ci hanno raccontato che il gruppo è stato fondato 6 anni fa a Rimini, da cui quasi tutti loro provengono (tranne Andrea che stava a Misano) e che hanno suonato assieme per circa un anno, dopodiché Andrea si è trasferito a Treia e quindi erano 5 anni che non provavano insieme.

Ringrazio tutti gli organizzatori per l'opportunità di trascorrere una serata ricca di tante sollecitazioni emozionanti e tutti i partecipanti per il clima gioioso e amicale che si è venuto a creare. Tutte i generi e le generazioni viventi erano presenti e in armonia e Amore.

Caterina Regazzi

Compagni di Viaggio" di Paolo D'Arpini - Postfazione di Caterina ...

mercoledì 5 agosto 2020

Treia - Passeggiata ecologica alla Casa dell'Acqua



Nei piccoli paesi di montagna a volte bisogna camminare per lunghi tratti in salita ed in discesa per raggiungere una sorgente, qui a Treia  è stato più semplice, con una passeggiata ecologica di un paio di chilometri abbiamo raggiunto la Casa dell'Acqua dove,  grazie al generoso contributo di un avventore munito di tessera, abbiamo attinto una bella litrata di acqua leggermente frizzante. 

Già da tempo pensavo di compiere questa impresa, da quando avevo saputo, il 13 giugno  di quest'anno, che il distributore idrico era stato messo in funzione. (Vedi: http://treiacomunitaideale.blogspot.com/2020/06/treia-e-le-fresche-acque-frizzanti.html)


Purtroppo allora avevo dovuto rinunciare all'avventura, poiché l'attracco meccanizzato non era funzionante e non c'erano sentieri pedonali  percorribili (che invece recentemente sono state aperti), allora vi si poteva accedere solo in macchina o seguendo un lungo e tortuoso percorso. 


Ma chi la dura la vince  e finalmente il 5 agosto 2020, incoraggiato da Caterina, muniti di una bottiglia da un litro in plastica, siamo scesi da Porta Vallesacco, ed abbiamo poi imboccato la stradina carrabile, che passa sotto l'Arena Carlo Didimi. Avvicinandoci al nuovo parcheggio collegato all'attracco meccanizato (tutt'ora non funzionante)  abbiamo scorto alcune persone indaffarate presso la Casa dell'Acqua,  da ciò abbiamo dedotto che il distributore idrico era funzionante.  Infatti siamo arrivati che un signore, con la macchina posteggiata nei pressi,  stava riempiendo alcune bottiglie di acqua fresca. 


Sulla Casa dell'Acqua  non c'erano cartelli che indicassero  le modalità per fare rifornimento e così mi sono rivolto all'avventore "Scusi come si fa a prelevare l'acqua?"  E lui: "Bisogna avere la tessera che viene distribuita dai tabaccai, non c'è altro modo". Un po' deluso e timoroso di dover restare a secco mi son fatto coraggio e gli ho chiesto: "Magari le dò un contributo in denaro, possiamo avere un litro d'acqua frizzante con la sua tessera?".  "Ma certo -fa lui- non si preoccupi del denaro prenda pure il suo litro d'acqua  da questa bocchetta". Ringraziando  di cuore il gentile utente abbiamo così potuto soddisfare la nostra sete. 


Poi,  proseguendo  per il sentierino in salita che s'inerpica sulla scarpata siamo usciti dall'area parcheggio. Lungo il percorso ne abbiamo approfittato per raccogliere qualche erba selvatica che ci sarà utile per la preparazione dell'Acquacotta che ci aspetta l'8 agosto a Moje di Treia. (Vedi: http://treiacomunitaideale.blogspot.com/2020/07/reia-contrada-moje-8-agosto-2020.html)

Raggiunto finalmente il centro storico,  entrati da Porta Cassero, siamo subito andati da un nostro tabaccaio di fiducia dove abbiamo potuto ritirare la tessera, intestata a mio nome,  -gratuitamente- valida per l'erogazione di cinque euro di liquido, la prossima ricarica sarà a pagamento (pare che ogni litro costerà attorno ai 5 centesimi o su di lì). 

Con questo mi sono alquanto  riappacificato con l'amministrazione comunale di Treia che -malgrado l'ubicazione un po' scomoda per gli appiedati- ha installato questa Casa dell'Acqua in una posizione vicina al verde di cui Treia è circondata (come anche potete vedere dalle foto scattate da Caterina). 

Paolo D'Arpini    




Testimonianza a conferma:

Paolo già da tempo sottolineava, con soddisfazione, che a Spilamberto potevamo rifornirci di acqua frizzante a poco prezzo e con una nulla impronta ecologica presso la "casa dell'acqua" per cui ha accolto favorevolmente la notizia che anche a Treia era stata predisposta e messa in funzione un'analoga attrezzatura. L'unica nota "dolente" (per lui) pareva la posizione in cui era stata ubicata: vicino al parcheggio e alla fine corsa dell attracco meccanizzato (ancora non in uso). Per lui che gira sempre a piedi sembrava un po' scomodo doversi fare la discesa a vuoto e soprattutto la risalita col pieno del prezioso ma pesante liquido. Io gli facevo presente che a Treia ci vivono anche persone fuori dal centro storico e per loro il fatto di potersi recare a "fare il pieno" di acqua con l'auto era la cosa migliore.

Porta Vallesacco di Treia – MacerataTurismo

Il 5 agosto,  quindi,  abbiamo voluto fare l'esperienza. Siamo scesi facendo  un percorso-passeggiata da Porta Vallesacco, poi verso la nuova strada che va al parcheggio. Alla "casa dell'acqua" (ma non so se qui si chiama così), fortunatamente c'era un signore gentile che ci ha dato assistenza: diversamente da quella di Spilamberto questa di Treia  va solo con la tessera e non anche con le monetine (noi ci eravamo attrezzati con una bottiglia da 1 litro e 5 centesimi, il costo che ha a Spilamberto un litro di acqua frizzante, mentre quella liscia è gratis).  Quel gentile signore ci ha fatto fare il nostro prelievo con la sua tessera. Al ritorno in paese  siamo andati a rifornirci della tessera dal tabaccaio Mario, dopo aver fatto, senza neanche una grossa fatica, la risalita a piedi. Un bell'esercizio da fare e ripetere, utile anche per i nostri fisici un po' fuori allenamento.

Mentre camminavamo abbiamo approfittato per controllare la presenza di erbe commestibili e non, di cui quella zona è sempre stata piena e dove noi spesso siamo andati a raccoglierne. Fortunatamente i lavori stradali fatti  per costruire il nuovo parcheggio  non hanno creato grossi danni al verde  ed abbiamo pensato che la zona può ancora essere meta delle nostre passeggiate erboristiche, anche con le nostre amiche esperte.

Caterina Regazzi

Circolo Vegetariano VV.TT. Calcata » 2018 » aprile