Treia. Via Montegrappa resti di un cornicione caduto
Il 24 agosto 2016, era ancora buio, saranno state le 4, abbiamo sentito scuotere il letto in due scosse ravvicinate. Pensavo lì per lì che fosse la cagnetta Magò che si grattava e che sbatteva sulle gambe della rete, poi ha telefonato Valeria, la cugina di Caterina, per sapere come stavamo e così ho realizzato che le scosse erano dovute al terremoto. Dopo un po' ha telefonato anche mio figlio Felix da Calcata. Abbiamo scoperto che l'epicentro del sisma è stato a Rieti, spero che nessuno dei nostri amici della Sabina abbia subito danni. Tra l'altro sembra che anche in alcune zone delle Marche ci siano stati crolli e vittime. Con Caterina abbiamo riflettuto su come nella vita tutto è caduco e non si sa mai quel che può succedere...
Stamattina presto, visto che non avevamo dormito come al solito, siamo andati a far colazione al solito baretto. Già per la strada abbiamo incontrato diverse persone che commentavano i fatti, ognuno sembrava volesse riferire la sua esperienza del terremoto. Da parte nostra avevamo poco da lamentare, solo qualche sportello aperto, un po' di polvere caduta dal soffitto, qualche libro spostato in libreria. Giunti in piazza abbiamo notato qualche crepa sui muri esterni dell'Accademia Georgica, soprastante il baretto di Giovanna, lei era lì a scopare attorno ai tavoli e ci ha raccontato della sua fuga notturna, con tutta la famiglia sono saliti in macchina e si sono allontanati dal paese per paura che qualche cornicione pericolante si staccasse e piombasse sulla loro testa. Anche Nazareno sembrava alquanto eccitato e alle 8 era già nella sua bottega fotografica, la sua abitazione si trova a fianco del Mercato Coperto, sotto il Comune, che in seguito è stato transennato per la caduta di alcuni calcinacci...
Quando stavamo tornando a casa, abbiamo saputo che si sono distaccati intonaci anche nella Cattedrale ed in altre chiese sia del centro storico che delle frazioni di Chiesanuova, Passo di Treia e SS. Crocifisso. Ma oltre alla voglia di raccontare le proprie emozioni e disavventure non c'era nulla di grave da riferire. Grazie a Dio Treia se l'è cavata con un "polverone", nessuna vittima e nessun ferito, solo un po' di paura...
Paolo D'Arpini
Le ferite si scoprono dopo - Il primo giorno dopo il terremoto ha prevalso l'ottimismo per essere scampati al pericolo. Qui a Treia non ci sono state vittime e questo già sembrava un risultato incoraggiante. Poi, anche in seguito a successive scosse ed a una indagine più accurata, sono state scoperte numerose crepe in diverse abitazioni, alcune talmente gravi da essere dichiarate inabitabili, tant'è che il Comune ha dovuto allestire un campo tenda in contrada San Lorenzo per ospitare gli sfollati. Le chiese ed altri luoghi pubblici sono stati chiusi per controlli sulla stabilità, dopo la caduta di calcinacci e pezzi di cornicioni, tant'è che un matrimonio che doveva svolgersi ieri l'altro al santuario del SS. Crocifisso è stato celebrato all'aperto. Anche la cattedrale è chiusa al culto in attesa di ispezioni tecniche e così anche altri luoghi. Ad esempio degli amici che erano venuti a trovarci durante i giorni del terremoto e desideravano visitare le strutture storiche sono stati avvisati dalla Proloco che ogni visita è rimandata per accertamenti sulla sicurezza degli edifici. Persino le campane tacciono e questo silenzio "suona" strano qui a Treia. Ci auguriamo che presto la vita sociale e culturale e religiosa possa tornare alla normalità. Paolo D'Arpini
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