lunedì 30 ottobre 2017

Camporotondo di Fiastrone (a due passi da Treia) - Un pezzo d'India in provincia di Macerata



Il 29 ottobre 2017, assieme a Antonello Andreani, ho scoperto un pezzo d'India qui a due passi da Treia, a Camporotondo di Fiastrone, un piccolissimo comune in provincia di Macerata,  dove si teneva una cerimonia in onore della nascita del saggio Valmiki. A questo celebre cantore viene attribuita la composizione del Ramayana, il più antico poema epico dell'induismo. 

Nel piccolo centro limitrofo  di Cassapalombo, sempre in provincia di Macerata, risiedono diversi indiani  devoti al saggio e costoro si sono fatti promotori di questa grande celebrazione, che si è svolta in un capannone attrezzato a tempio,  con canti, discorsi e un grande bhandara finale, un pranzo rituale offerto dal tempio a tutti i partecipanti provenienti da varie parti delle Marche ed  oltre. 

Antonello ed io siamo stati presenti per diverse ore alla funzione, lui girando e fotografando io sedendo a gambe incrociate sul pavimento rivestito di stoffe. Ho rivissuto così il piacere di trovarmi in una atmosfera completamente indiana, con tutti i colori, gli odori ed i sapori dell'India. 

Le donne agghindate in abiti coloratissimi, i bambini che giocavano vivaci in mezzo alla gente, gli uomini  seri ma non troppo, che indossavano turbanti e fazzoletti a mo' di copricapo. A presiedere uno swami (monaco) con barba bianca e vesti ocra.  


Nella sala c'era un continuo andirivieni di nuovi arrivati e di viandanti (almeno duecento) con  frequente passaggio di volontari che offrivano "prasad" (una pasta dolce ed acqua fresca). Non mi sono annoiato per nulla, avevo troppe cose da guardare in quella sacra "bolgia" e pur non avendo compreso i discorsi (tenuti da più persone in hindi) ho apprezzato i canti accompagnati da strumenti ritmici (mrdanga e cembali) e dall'harmonium a soffietto.  


Dopo 4 ore di seduta,  per alzarmi -avendo le ginocchia anchilosate-  ho dovuto chiedere aiuto ad un indiano che sedeva al mio fianco... quasi cadevamo tutti a due a terra, evidentemente il mio peso è aumentato troppo.

Il clou della festa ovviamente è stato il pranzo, ottimo e abbondante,  pieno dei gusti dell'India, dal piccante al dolce e frutta compresa... Tutto cibo sano vegetariano ed innaffiato da acqua fresca (l'alcol è proibito). Mi son portato a casa una banana ed una mela ed anche un chapati (un pane indiano non lievitato fatto a piadina).

Al ritorno a Treia ci siamo fermati un paio d'ore a casa per esaminare, assieme ad Antonello (che tra l'altro dirige una casa editrice a Macerata), le bozze di un nuovo libro sull'I Ching e sullo zodiaco cinese che sto scrivendo...

Paolo D'Arpini



Risultati immagini per Valmiki

Alcune informazioni sul saggio Valmiki e sull'epopea di Rama

L'epica Ramayana  è  un testo antichissimo, risalente a oltre 10.000 anni fa, Valmiki  lo compose oralmente  e per parecchi secoli fu ripetuto a voce da studiosi e saggi che lo imparavano a memoria. Il Ramayana è uno dei libri sacri più importanti della tradizione religiosa e filosofica vishnuita. In esso vengono narrate le avventure del principe Rāma, avatāra di Viṣhṇu, ingiustamente esiliato e privato della sua sposa, rapita dal demone Ravana, che tuttavia riconquista dopo furiosi combattimenti, unitamente al trono negato.  La figura  di Vālmīki è immersa nella leggenda. Secondo una versione egli era un brigante chiamato Ratna che viveva nella foresta per depredare i viaggiatori; un giorno passò dalla foresta il saggio Nārada, e quando Ratna lo attaccò Nārada gli chiese la ragione delle sue azioni malvagie, al che Ratna replicò che era per prendersi cura della sua famiglia, cioè i suoi anziani genitori, sua moglie e i suoi figli. Il saggio gli chiese allora se essi sarebbero stati disposti a condividere con lui la punizione karmica per i suoi misfatti, e sebbene Ratna fosse sicuro che lo fossero, seguì il consiglio del saggio, e dopo averlo legato a un albero tornò a casa per porre loro la domanda; la sua famiglia diede però una risposta negativa, sostenendo che fosse suo dovere prendersi cura di loro, e che loro non erano responsabili per il modo che egli aveva scelto per farlo. Deluso, tornò dal saggio, che gli disse di pentirsi dei suoi peccati e abbandonare la strada che aveva scelto, e cantare il nome di Śrī Rāma. Secondo la leggenda egli meditò lì per così tanto tempo che su di lui si formò un termitaio (vālmik in sanscrito) senza che se ne accorgesse, da cui il nome Vālmīki, egli infine  divenne un maha riṣhi (grande saggio).


Immagine correlata
Ramayana. Costruzione del ponte per Sri Lanka


domenica 29 ottobre 2017

San Severino Marche, 4 novembre 2017 - Ginevra Di Marco in concerto


Risultati immagini per ginevra di marco sibillini live

Il prossimo 4 novembre 2017 ci sarà a San Severino Marche un concerto che immagino già sarà bellissimo, come i 3 concerti di Ginevra cui ho assistito negli ultimi mesi qui in Emilia, dove ora mi trovo (e per questo motivo molto probabilmente non sarò presente a questo di cui sto parlando). Sicuramente ci andrà l'amico Antonello Andreani e spero che magari ci potrà portare anche Paolo. Potranno essere le mie orecchie e i miei occhi. Si, anche gli occhi, perché Ginevra è così bella e pulita che è una gioia per la vista oltre che per l'udito. Non meno bravi sono anche i suoi "angeli" Francesco e Andrea.


Spero che eseguano anche qualche brano diverso dagli usuali, per esempio un brano che amo molto e che si trova nell'album "Canti, richiami d'amore" è "Cinquecento catenelle d'oro", ma anche "Storia del 107", nello stesso disco. E chissà che prima o poi non riesca ad esaudire questo mio sogno di ascoltarla al teatro di Treia.  

Ma ora lascio la parola alla presentazione del concerto che ho trovato su internet...

Caterina Regazzi

Risultati immagini per ginevra di marco a san severino marche 4 novembre

Donna Ginevra Di Marco, una delle voci femminili italiane più belle e amate, massima esponente della world music e nuovo folk italiano, ex voce femminile del Consorzio Suonatori Indipendenti (C.S.I.), ha debuttato con grande successo il 26 settembre 2015 al festival Musica dei Popoli di Firenze con uno spettacolo musicale dedicato alla grande cantante argentina Mercedes Sosa, dove ripercorre i più importanti momenti della carriera de “la Negra” cantando le più belle canzoni da lei interpretate.
Lo spettacolo è stato pensato, arrangiato e prodotto con Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni) e Andrea Salvadori (chitarre, mandolino, tzouras e elettronica).
Da qui nasce il nuovo album “La Rubia canta La Negra” uscito il 19 maggio 2017 – Targa Tenco 2017.

Risultati immagini per ginevra di marco sibillini live

Dice Ginevra: “Non ho mai sentito una voce più bella di quella di Mercedes, è stata la voce che mi ha fatto riconsiderare il significato del termine “cantare”; una voce colma di sonorità, un tesoro che spalanca l’anima. C’è qualcosa in lei che non si sa da quale profondità provenga. Un timbro purissimo, legato alle sue radici ma capace di trasmettere una straordinaria universalità, un amalgama equilibrato e perfetto tra intimità e vita collettiva.

Ho sempre ammirato, insieme al suo formidabile talento, il coraggio di utilizzare la sua voce come strumento di mediazione per tutti gli uomini messi a tacere dalla violenza, dall’ingiustizia e dall’abbandono. Esistono intellettuali e sapientoni. esistono artisti e pupazzi che indossano la maschera della protesta per poi toglierla dietro le quinte. Mercedes Sosa ha conosciuto l’esilio e un’indicibile sofferenza per le sue scelte ma ha continuato a cantare sui palchi più prestigiosi del mondo e l’eco della sua voce ha saputo arrivare in ogni angolo della Terra. Ha contribuito ad educare al dovere civico, un insegnamento senza il quale uomini e donne sarebbero un branco di ignoranti, genitori di figli destinati ad essere carne per nuove guerre.

Quando canta è una bandiera alzata e al contempo un cuore che non cessa di gemere; una donna calata nel suo tempo ma che ha elevato la sua arte a vette uniche, una voce che è dono, grazia e mistero uniti a un forte senso di responsabilità intellettuale, feroce nella sua coerenza. Viva Mercedes la cantora, la Negra, la Sosa di tutti. E che la mia voce possa infondere, attraverso le sue canzoni, un po’ di quel vento di speranza che lei ha saputo spandere su tutta la Terra.”

"Sibillini Live - Percorsi culturali per la ricostruzione" è una rassegna di musica e teatro migrante nelle terre del sisma, organizzata da Arci Marche in collaborazione con Musicamdo Jazz e con enti, associazioni e artisti locali e nazionali. Gli eventi musicali, i laboratori e gli spettacoli teatrali sono gratuiti, grazie al sostegno della Regione Marche, nell'ambito dell'Accordo di programma con il MiBACT per le attività culturali per le aree colpite dal sisma 2016.
www.sibillinilive.it

SABATO 4 NOVEMBRE ore 21,30
San Severino Marche (MC) 
Teatro Feronia , Piazza del Popolo 
"Sibillini Live - Percorsi culturali per la ricostruzione"*

GINEVRA DI MARCO IN CONCERTO 
"LA RUBIA CANTA LA NEGRA"
Ginevra di Marco, voce
Francesco Magnelli pianoforte e magnellophoni
Andrea Salvadori chitarre, mandolino, tzouras e elettronica

INGRESSO LIBERO
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
dal 31 ottobre al giorno dello spettacolo
dalle h. 9,00 alle 12,30 e dalle h. 15,30 alle 19,30
Pro Loco San Severino Marche, P.zza del Popolo
Tel. 0737/638414 

Risultati immagini per ginevra di marco a san severino marche 4 novembre

Alcuni brani:


sabato 28 ottobre 2017

Treia. L'estatica Giuditta Montecchiari nel "Campo dell'Amore" di Alberto Meriggi

Risultati immagini per visita del vescovo nazzareno a treia

Domenica 29 ottobre 2017, alle ore 18, nella chiesa di San Filippo, al centro storico di Treia, si tiene una concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, nella ricorrenza del centenario della morte dell'estatica treiese, Giuditta Montecchiari, vissuta e morta in concetto di santità. Nel contesto della cerimonia il vescovo presenterà la seconda edizione del libro “Il campo dell'Amore” del prof. Alberto Meriggi sulla vita di Giuditta Montecchiari...




In questo libro Alberto Meriggi, docente emerito dell'Università di Macerata, narra la vita straordinaria di Giuditta Montecchiari (1855-1916). La protagonista trascorse la sua esistenza a Treia, una piccola cittadina dell'entroterra maceratese, dedicandosi totalmente alla preghiera e alla sofferenza per la remissione dei peccati dell'umanità. Il Signore le concesse dei privilegi particolari: per quindici anni osservò un perfetto digiuno senza toccare né cibo né acqua e ogni venerdì patì sul suo corpo tutte le fasi della Passione di Gesù con estremo dolore e con manifestazioni visibili come le stimmate alle mani, ai piedi, al torace e alla fronte. Il sangue fuoriuscito dalle stimmate venne raccolto in bende oggi conservate in gran numero presso la Curia di Treia. Sono molte le testimonianze che riferiscono di scampati pericoli e di inspiegabili guarigioni avvenute per intercessione di Giuditta. Dopo la sua morte si tentò di avviare un processo informativo di beatificazione che però si interruppe per motivi estranei alla sua santità. Le vicende narrate in questo libro sono tratte da documenti inediti conservati nell'archivio della Curia di Treia.

Risultati immagini per treia alberto meriggi
Treia. Lo storico Alberto Meriggi

giovedì 26 ottobre 2017

Alimentazione ideale per una comunità ideale (in chiave bioregionale)


Noi bioregionalisti ed ecologisti, non possiamo trascurare la nostra matrice, la nostra appartenenza ad un contesto culturale, il nostro “discendere” da una famiglia frugivora e la nostra fisiologia umana. 
Io personalmente mi sono avvicinato al vegetarismo dopo una prima permanenza in India è lì appresi attraverso la mia esperienza diretta che questa “dieta” è conduttiva a stati mentali più leggeri, essa si definisce infatti “satvica”, ovvero “spirituale” od “equilibrata”. Questa dieta è basata su cereali, frutta, vegetali e prevede anche l’uso moderato di derivati del latte, in forma di yougurt. Il miele è considerato quasi un medicinale e le uova compaiono molto raramente nelle pietanze solo in caso di necessarie integrazioni proteiche.
Ovviamente un sano rapporto uomo-animali non può essere basato sullo sfruttamento di questi ultimi. Infatti in India le vacche sono sacre e vengono trattate benissimo, i vitelli vengono lasciati alle madri sino al completo svezzamento e l’uomo si limita ad “appropriarsi” del sovrappiù del latte prodotto. Considerando che le mucche addomesticate da tempo immemorabile producono più latte di quanto necessario ai loro vitelli.
Se vogliamo restare esseri viventi in un contesto di altri esseri viventi non possiamo completamente escludere una complementarietà nei nostri rapporti con gli animali. La natura vive sulla vita, noi umani, come specie,  nasciamo  frugivori ed i frugivori fanno un limitato uso di uova e di prodotti di origine animale, questo dice la loro “ecologia” fisiologica.
Certo oggigiorno vediamo che i consumi di carne  sono aumentati enormemente soprattutto in seguito all’allevamento industriale. E per soddisfare il sistema consumista milioni di galline vengono tenute in batteria per le nostre uova… e milioni mucche soffrono legate ai loro stabulari…
Però non voglio negare all’uomo un rapporto simbiotico con gli animali. Anni fa ero solito tenerli liberi in un grande terreno lasciando che si sfogassero come volevano per la loro sopravvivenza e riproduzione, limitandomi io a prelevare una parte di uova “abbandonate” ovvero non utilizzate per la cova o qualche po’ di latte di capra. Poi sopraggiunsero le volpi ed i cani e fecero strage, e dovetti richiudere capre, pecore, galline e papere ed oche superstiti in piccoli recinti.  Insomma senza la mia protezione non sarebbero sopravvissute…
Con i tempi che corrono le galline non potrebbero vivere in cattività, sarebbero totalmente sterminate dai tanti nemici naturali… Comunque la natura è sempre giusta, se siamo in grado di accondiscendere alle sue regole ed a non intrometterci con le nostre “regole” di sfruttamento animale… E’ una dura lotta verso la consapevolezza ecologica profonda.
A me personalmente non piace che nuove specie vengano allevate in cattività ma quegli animali in cattività, se sono tenuti con cura e amore almeno campano e si riproducono…
Dobbiamo imparare a convivere con gli animali in modo idoneo, senza trasformarli a nostra immagine e somiglianza (come spesso avviene con i pets), e senza sfruttarli per usi impropri, come negli allevamenti industriali da carne e da latte e da uova…
Ed allora avremo attuato un sano rapporto con essi, un rapporto che potremmo definire “ecologico” e “bioregionale”….

Con questo mio discorso vorrei essere chiaro circa il rapporto -secondo me- “ideale” (o se preferite “ecologico”) con gli animali e le piante.
La nostra schizofrenia e falso senso dell’etica ci porta a dividere gli animali in pets e animali da carne. Sono due categorie opposte, sono due modi scriteriati di rapportarci con gli animali. Noi stessi -tra l’altro- siamo animali, quindi abbiamo bisogno di avere un contatto con i nostri “fratelli e sorelle” di altra specie. Se è chiaro questo allora comprenderete tutto il resto.
Non teniamo gli animali in gabbia (per sfruttarli fisicamente) e nemmeno nei divani (per sfruttarli psicologicamente).
Dobbiamo trovare una via di mezzo che non sia sfruttativa (in un senso o nell’altro), purtroppo la vita malsana in città ci porta a dover avere un rapporto con gli animali da compagnia molto falsato, portandoceli in casa… Oppure lasciando quelli liberi nel loro habitat (riserve naturali) dal quale noi stessi siamo esclusi (perché non più abituati a vivere nelle foreste od in natura).
Però se alcune specie di animali avvezzi alla cattività da tempo immemorabile venissero rilasciati sarebbero destinati alla scomparsa, per via della eliminazione dal pianeta di un habitat idoneo (l’uomo occupa sempre di più ogni spazio vitale). Insomma andremmo verso un ulteriore impoverimento della biodiversità. Inoltre c’è il fatto che -dal punto di vista evolutivo- alcune specie di animali in simbiosi con l’uomo hanno trovato vantaggi nella cattività (sia per la diffusione, sia per l’avanzamento intellettuale e coscienziale).
Siamo tutti in una grande bolgia chiamata vita e non sta bene scindere gli uni dagli altri. Allora diciamo  No allo sfruttamento incondizionato ma Sì al contatto empatico. L’uomo da animale istintuale e raccoglitore di cibo sparso, si è trasformato in un lavoratore che ricava attraverso il suo ingegno cibo e modi di crescita.
Il lavoro ha affrancato l’uomo dalla “bestialità” pur costringendolo a nuovi parametri di compromesso e alienazione, ma sia nei rapporti fra esseri umani che nel rapporto con gli animali dovremmo trovare un modo “equanime” di poter esprimere  collaborazione senza dover ricorrere alle devianze  di un rapporto utilitaristico.
Siamo in una scala evolutiva che in parte noi umani abbiamo percorso, ci manca ancora molto per arrivare alla cima della comprensione, possiamo però aiutare coloro che sono ai primi gradini senza doversi vergognare.  Sapendo che il loro bene è anche il nostro. Questo vale per le piante, per l’aria, per le risorse accumulate sulla terra nei milioni di anni, per il nostro passato nella melma e per il nostro futuro nelle stelle.   Per aspera ad astra!
Paolo D’Arpini

domenica 22 ottobre 2017

Treia. Geometria amministrativa in movimento e mosse della locale sezione PD


Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Treia. Apprendiamo, il 22 ottobre 2017, che una parte  del Consiglio comunale della città ha cambiato formazione. Il gruppo d'opposizione MeritiAmo Treia si è ricostituito con il nome “Uniti per Treia” a cui si è aggiunto un consigliere precedentemente appartenente alla lista “Treia nel Cuore”. Il nuovo gruppo, guidato da Andrea Mozzoni, si prefigge di rappresentare un'alternativa convincente all'attuale maggioranza del sindaco Franco Capponi. 

A Treia nel maggio 2014 si presentarono 3 liste che all'incirca rappresentavano ciascuna un terzo degli elettori, la lista di Franco Capponi vinse per pochi punti percentuali, ora l'unione delle rimanenti due liste -che assieme raggrupperebbero quasi i due terzi dei consensi- potrebbe cambiare la geometria della rappresentatività popolare.  Questo in previsione delle prossime elezioni   comunali.

Per il momento la Giunta Capponi, che nei frangenti correnti ha dimostrato comunque efficienza e credibilità,  resta salda al comando. Dovrà però dimostrare (se vuole essere riconfermata per un secondo mandato) di essere in grado di soddisfare tutte le necessità strutturali e le esigenze sociali della popolazione di Treia. 

Altro punto interrogativo sul futuro amministrativo della città è quale posizione assumerà il locale circolo del PD che, pur avendo ottenuto alle politiche un gran numero di voti (che gli avrebbe consentito una vittoria al Comune se avesse presentato una sua lista), non si era schierato apertamente con nessuna delle tre liste civiche concorrenti  (quella di Mozzoni, di Cammertoni e di Capponi). Le scelte del PD potrebbero essere decisive per il futuro di Treia. 

Intanto il 21 ottobre 2017  è stato eletto alla carica di nuovo segretario del circolo PD locale il prof. Alessandro Ciccardini, la nomina è avvenuta contemporaneamente alla scelta dei delegati per l'insediamento del nuovo segretario provinciale, la maggioranza delle preferenze in tutta la Provincia di Macerata è andata a Vitali, mentre a Treia su 18 votanti: 14 a favore di Messi, 3 di Vitali ed uno scheda nulla, dai calcoli inviati dalla Federazione regionale del PD risulterebbero eletti dalla sezione di Treia 2 delegati per Messi ed uno per Vitali (il sottoscritto, eletto grazie ai resti).

Paolo D'Arpini

Risultati immagini per paolo d'arpini treia


Post Scriptum - Approfitto del tema trattato per riportare quelle proposte che consegnai in occasione delle elezioni comunali nella primavera del 2014 alle tre liste concorrenti:

Treia. Proposte per un rilancio della comunità bioregionale…

Cose assolutamente non trattabili sono: la tutela dell’ambiente, il rilancio del centro storico, il rilancio del lavoro indipendente, l’aiuto allo sport, alla cultura, all’associazionismo, ecc. Questo perché tali azioni possono promuovere anche l’aspetto economico legato al turismo di qualità e non soltanto basato su eventi sporadici che servono a creare fumo negli occhi per qualche giorno di successo.
Invece di chiedere prestiti per opere inutili e dannose, come è stato fatto con il progetto dell’attracco meccanizzato (cominciato e rimasto incompiuto) che è un pugno in un occhio ed una devastazione per l’ambiente rurale urbano, bisogna favorire la fantasia lavorativa in tutte le forme, riportando in auge quelle attività bioregionali, artigianali, artistiche e agricole, che potrebbero  qualificare Treia come luogo di economia ecologica  e creativa.
Favorire le piccole  imprese con le infrastrutture, operando sgravi mirati su tasse e tributi comunali. Assicurare il collegamento fra imprese e scuole del territorio. La vocazione artigianale e agroalimentare deve essere compatibile con la tutela del territorio. Non ci deve essere contraddizione tra tutela del territorio e lavoro. Sosteniamo l’apertura di luoghi di ritrovo  anche privati con caratteristiche aggregative nel centro storico.
Il territorio: è il primo bene comune non trattabile, a partire dalla manutenzione, ci vogliono maggiori investimenti e la collaborazione dei cittadini riuniti in comitati. Treia è la nostra casa e non si può più delegare alla sola amministrazione il suo controllo.
Favorire il recupero dei fabbricati rurali  e delle abitazioni del centro storico. Sgravare dagli oneri di urbanizzazione chi ristruttura, anche solo dal punto di vista energetico. Semplificare le pratiche. Con la riqualificazione energetica e le ristrutturazioni si da lavoro.
Tutela del fiume Potenza in collaborazione con la Provincia e la Regione. Allontanamento di progetti inquinanti come grossi impianti fotovoltaici e a biomasse. Opposizione alla costruzione di nuove strutture inquinanti . Messa in sicurezza del vecchio elettrodotto che non risponde più alle normative correnti.
Garantire la cura e la pulizia degli spazi comuni anche tramite le associazioni ed il volontariato. Sviluppo della produzione energetica pulita attraverso il mini eolico, mini fotovoltaico ed ove possibile anche centraline idroelettriche. Previsione di un impianto comunale per la produzione elettrica a biomasse vegetali funzionante con i soli rifiuti organici o ricavati da pulizie di boschi e falciature di orti, da utilizzare per l’illuminazione pubblica. Avvio della raccolta differenziata personalizzata, in modo da poter calcolare la tassa sui rifiuti in base al peso del reale rilascio (e non più con l’iniquo sistema dei metri quadri dell’abitazione).
Cultura: consapevolezza e conoscenza sono fondamentali per la difesa del territorio. La diffusione della conoscenza si può ottenere tramite le associazioni e la nascita di una biblioteca comunale, che può essere anche un luogo d’incontro. La scuola è il punto di partenza, qui i giovani si mescolano per una società migliore. Trovare “una casa comune” per le associazioni culturali, creando anche un Forum permanente per coordinarne le attività. Rivalutazione ed utilizzo funzionale del museo in collegamento con l’accademia Georgica. Facilitare l’utilizzo degli spazi comunali, a cominciare dal Teatro, per organizzare eventi culturali.
Promuovere la conoscenza del territorio da parte degli stessi cittadini. Incentivare la collaborazione con l’università della terza età. Agevolare ed incrementare il servizio reso dalla Proloco con visite guidate per turisti e treiesi vecchi e nuovi, che spesso nemmeno conoscono le bellezze del luogo in cui vivono.
Promuovere la nascita di un Caffè Letterario, eventualmente con sede in una prossima, futura, biblioteca, per la poesia e la scrittura, con gare poetiche ed artistiche e presentazione di libri. Organizzare gare di pittura  e fiere artigianali e agricole bioregioanali  all’aperto o nell’ex mercato coperto  adiacente il palazzo comunale.
Politiche sociali: Favorire sani stili di vita.  Migliorare il sistema dei servizi alla persona. Sburocratizzare l’accesso ai servizi. Favorire il controllo sociale dei servizi (es. consultazioni popolari da indire regolarmente sul funzionamento dei servizi e sulle proposte di miglioramento).
Garantire la disponibilità del patrimonio delle case di proprietà comunale anche favorendo la rotazione di chi ne usufruisce ed il subentro di nuovi inquilini che ne hanno diritto. Favorire il collegamento fra proprietari di case sfitte e possibili affittuari, garantendo il reddito adeguato e sicuro.
Favorire la creazione di comitati di quartiere  e tematici che consentano la partecipazione e la rappresentanza di tutti, con incontri periodici.
Sicurezza:  Favorire la formazione  di comitati di salute pubblica e di associazioni di cittadini volontari che si occupano di sicurezza e controllo della uscita dalla scuola e della osservazione del territorio per evitare scempi e rilascio di immondizie nei parchi, etc. Riscoperta del senso di comunità. Evitare manifestazioni pubbliche notturne eccessivamente rumorose e portatrici di degrado urbano.
I Comuni con un numero di abitanti tra i 10.000 e i 30.000 hanno la maggior efficienza, secondo una ricerca europea. Treia può divenire un esempio di “comunità ideale”.

Paolo D’Arpini




venerdì 20 ottobre 2017

Apre il centro del riuso a disposizione dei cittadini di Montecassiano, Appignano, Recanati e Treia


Risultati immagini per montecassiano centro di riuso


Ciò che a te non serve più può servire a qualcun altro

Il Centro del Riuso, interconnesso con il Centro di Raccolta Differenziata, ubicato in via E. Montale (zona ind.le Villa Mattei) a Montecassiano, costituito da locali e aree coperte, è presidiato e vi si svolge unicamente attività di consegna e prelievo di beni usati a disposizione di tutti i cittadini di Montecassiano, Appignano, Recanati e Treia. 

Si possono portare gratuitamente, e successivamente prelevare attraverso il pagamento di un piccolo contributo, beni di consumo ancora in buono stato (di conservazione ed igienico) e funzionanti, che possono essere ri-utilizzati per gli usi, gli scopi e le finalità originarie e non inseriti nel circuito della raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati. 

COME FUNZIONA I beni usati sono presi in carico dall’addetto, previa verifica della conformità, mediante accettazione all’atto di ricevimento del bene e depositati negli spazi destinati al primo ammassamento e poi classificati in base alla tipologia di prodotto. — Elenco dei beni ammessi: mobili, elementi di arredo, macchine apparecchiature da ufficio (computer, piccole apparecchiature informatiche, stampanti ed altre periferiche), apparecchi elettrici, piccoli elettrodomestici funzionanti, elettroutensili (televisori fino a 24 pollici, videoregistratori, forni a microonde, frullatori ferri da stiro, apparecchi per cuocere, ventilatori, apparecchi elettrici di riscaldamento, aspirapolvere, tostapane, macchine per cucire, macinacaffè, friggitrici, apparecchi radio, telefoni, fax, cellulari), stoviglie e casalinghi, oggettistica, sport, giocattoli, svago e pubblicazioni, ecc. — Non è consentito il conferimento di elettrodomestici di grandi dimensioni, come ad esempio, frigoriferi, congelatori, lavatrici, forni, lavastoviglie, televisori oltre 24 pollici etc. e di indumenti il cui conferimento può avvenire mediante gli appositi cassonetti stradali di colore giallo. Dall’attività del Centro non può derivare alcun lucro, né può costituire vantaggio diretto o indiretto per l’esercizio di attività di privati svolte con fini di lucro, pertanto è vietato il prelevamento di beni da parte degli operatori dell’usato. L’utente del Centro del Riuso che preleva un bene è tenuto a versare al momento del prelievo dello stesso un contributo economico, fissato in base ad un tariffario prestabilito. 

SOGGETTI CHE POSSONO FRUIRE DEL CENTRO — Conferitore del bene Privato cittadino, impresa, ente, utente a ruolo TARI, residente nel territorio comunale di Montecassiano, Appignano, Recanati e Treia, che in possesso di un bene usato ancora integro e comunque tecnicamente funzionante, lo consegni a titolo di donazione al Centro del Riuso affinché, mediante la cessione a terzi, ne possa essere prolungato il ciclo di vita. — Ricevitore del bene Privato cittadino, associazione di volontariato onlus, organismo no profit, istituto scolastico, ente pubblico residente nel territorio comunale di Montecassiano, Appignano, Recanati e Treia, che, in via prioritaria prelevi un bene del Centro al fine di un suo riuso. 

APERTURA Il Centro del Riuso a servizio esclusivo dei cittadini residenti nel territorio comunale di Montecassiano, Appignano, Recanati e Treia, si trova in via E. Montale (zona ind.le Villa Mattei), Montecassiano. ORARI Venerdì 16.00 – 19.00 Sabato 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 Chiuso gli altri giorni Telefono: 0733.1897696


Risultati immagini per montecassiano centro di riuso



lunedì 16 ottobre 2017

Treia: storie di vita bioregionale.... vivendo insieme giorno per giorno

Nel libro Treia: storie di vita bioregionale, narro gli eventi da me vissuti giorno per giorno, durante i primi anni  della mia permanenza a Treia. Sono storie di vita bioregionale perché la  vita si vive “insieme”.  Il territorio va vissuto assieme a tutti gli altri esseri viventi che lo condividono, siano essi persone, animali, piante ma anche rocce,  acqua e tutti gli elementi della terra  poiché anch’essi sono vita in latenza. Il libro è anche un compendio di apporti culturali di amici che hanno contribuito alla stesura, come Alberto Meriggi, Enzo Catani, Simonetta  Borgiani, Antonella  Pedicelli e soprattutto la mia compagna, Caterina Regazzi. 
Anch'essi riportano quanto vissuto durante gli incontri tenuti  qui a Treia nel corso degli ultimi anni, in cui  è andata  risvegliandosi una coscienza caricata di  forza attuativa, di volontà di cooperare assieme. Queste sono le energie dell’ecologia profonda, già presenti in natura, che trovano espressione per simpatia sincronica nelle menti e nelle azioni degli esseri viventi evoluti. Esistono vari tipi di ecologia: sociale, ambientale, politica, economica, sessuale… ed anche spirituale.
Per sperimentare la pratica bioregionale innanzitutto si richiede un’auto-analisi introspettiva e poi un confronto ed un allineamento con le persone che sono in sintonia con questo tipo di energia empatica per la vita. Occorre scoprire chi veramente noi siamo e l’auto-analisi serve per capire le nostre vere qualità intrinseche, non contaminate dagli influssi di una società che corrompe e modifica, per adattarci al sistema. Se ritroviamo noi stessi possiamo quindi influire positivamente alla crescita della coscienza collettiva. Il bene del singolo è il bene comune. Questo processo di crescita non è limitato ad un vantaggio personale ma per una evoluzione collettiva, in cui  tutti  siamo compresi.
Questa conoscenza del Tutto che si manifesta nel Tutto è presente anche oggi, anche qui. Solo  è necessario riscoprirla attraverso la riflessione e metterla in pratica. 
Paolo D'Arpini
Risultati immagini per Treia: storie di vita bioregionale
Presentazione del testo: http://www.tracce.org/DArpiniTreia.htm