martedì 23 febbraio 2021

Degrado urbano? La colpa non è solo dei piccioni...

 



Sul problema dei piccioni in eccesso  e sulle soluzioni per contenerne il numero, mi confrontavo con Paolo ed abbiamo  notato che alcuni  sindaci in passato hanno emesso ordinanze per l'uccisione (da parte di cacciatori) di colombi, onde arrivare ad una riduzione della popolazione di questi animali, così apprezzati da turisti e animalisti, e così odiati da amministratori (almeno alcuni), agricoltori, allevatori, mangimisti, ecc.

Secondo il mio parere, essendo arrivati a situazioni di disagio per la popolazione, e di possibile danneggiamento per certe strutture, monumenti in primis, che necessiterebbero di ripulisti continui per evitarne la corrosione, forse quello previsto dai sindaci cacciatori  sembrerebbe il sistema più rapido, meno costoso e che, in certi ambienti dove la caccia è ancora ampiamente praticata e quindi più che tollerata, consente di prendere "due piccioni con una fava" nel vero senso del termine: si fanno felici gli amanti delle doppiette e si risolve, solo MOMENTANEAMENTE il problema del sovra-numero di questi animali.

Consiglierei  vivamente a questi amministratori di prevedere altre misure per il futuro: ordinanza per il divieto di dare cibo a questi animali, dotare gli edifici pubblici di dispositivi (punte) per evitare la nidificazione, sollecitare, magari tramite contributi, i privati ai medesimi interventi.

Paolo diceva, e non posso che dargli ragione, che questo proliferare di piccioni (ma anche per gli stessi motivi, di topi, ratti, gabbiani, ecc., cioè i cosiddetti "sinantropi" cioè animali che vivono vicino all'uomo, ma non sono domestici) dipende dall'alterazione dell'ecosistema creata dall'uomo.

In effetti è sotto gli occhi di tutti la distruzione dell'equilibrio naturale, la scomparsa dei nemici naturali di questi sinantropi (falchi e altri rapaci, piccoli e grandi mammiferi selvatici come gli istrici, le volpi) e l'abbondanza di cibo sparso nell'ambiente e a loro disposizione: discariche di rifiuti a cielo aperto, depositi di granaglie per l'alimentazione umana ma soprattutto del bestiame, ecc.) e dalla disponibilità, nelle nostre città, piccole o grandi che siano, di poter nidificare indisturbati.

Se però, a questo punto ci troviamo in questa situazione, cosa possiamo fare?
Smettere di intervenire in qualsiasi modo lasciando che si instauri un nuovo equilibrio? 

Il problema è che l'uomo si sente un po' "un dio" e che soprattutto negli ultimi 50-70 anni, ha creduto di poter governare il mondo, di essere invincibile, complici soprattutto la medicina e la tecnologia, non pensando che ad ogni azione seguono conseguenze che non sono solo quelle che noi ci attendiamo (benefiche), ma ci possono essere spesso "effetti collaterali".... la vita umana si allunga? Si diffondono e si moltiplicano forme morbose degenerative del sistema nervoso, circolatorio, digerente, tutto l'organismo insomma sopravvive più a lungo ma in condizioni che necessitano continui interventi medicinali o chirurgici; abbiamo a disposizione nuove (vecchie ormai) fonti energetiche che ci consentono di spostarci velocemente sul globo e di poter disporre di materie prime e prodotti che provengono da centinaia o migliaia di chilometri?

Abbiamo un inquinamento atmosferico che ci comporta un'intossicazione cronica, con aumento dei tumori e delle allergie; disponiamo di cibo di tutti i tipi e di tutte le provenienze nel negozio sotto casa? i frigoriferi e le dispense si riempiono di merci in eccesso,che spesso vanno sprecate, e gettate nell'ambiente; abbiamo tutti il nostro bel computer a casa con cui navigare in giro per il mondo e sapere in tempo reale o anche un po' in ritardo con quante escort il nostro presidente del Consiglio ha intrattenuto rapporti intimi? non andiamo più a trovare il nostro vicino di casa che ci ha fatto tanto del bene negli anni passati e che sarebbe felice di una nostra visita (lui è anziano e il computer non ce l'ha, al massimo passa un'oretta davanti alla tv....)

Continuo?

In questo sistema di vita, scusate, ma l'uccisione dei piccioni non sarebbe un ulteriore alterazione? Se vogliamo migliorare il mondo cominciamo da noi stessi..... (io per prima, ora vado a trovare il mio vicino).

A presto!

Caterina Regazzi









Referente per il rapporto Uomo Animali della Rete Bioregionale Italiana


lunedì 22 febbraio 2021

Uccelli ed animaletti sinantropi e loro riequilibrio

Un'amica di Treia ci ha posto un quesito interessante: "dove abito, complici i confinanti che non curano il verde e sono perciò circondata da rifiuti e sterpaglie, c'è una quantità indescrivibile di insetti e un vasto assortimento di animaletti che non sto a elencare. Cerco il più possibile di tenere pulito il sito ma è  difficile; l'anno scorso mi hanno divorato letteralmente gli innesti di prugne, mangiato sia le foglie che i rametti. Soprattutto, malgrado io abbia tolto tutti i ristagni di acqua, le zanzare sono una vera calamità. Ora, casualmente, leggendo nei vari forum di agricoltura, è venuto fuori che i corvidi, che sono onnivori, si cibano un po' di tutto ciò che trovano di commestibile e  anche delle uova di altri uccelli, specie dei piccioni, ma non solo, saccheggiano tutti i nidi degli altri uccelli presenti, decimando anche le colonie di uccelli insettivori. Intorno casa mia ce ne sono a centinaia di corvidi, e una delle conseguenze potrebbe essere la presenza di queste zanzare, tante che non si può uscire di casa buona parte dell'anno?"


Per fornire una risposta soddisfacente  e scientificamente valida  ho fatto una ricerca presso alcuni miei colleghi, specialisti in ornitologia  ed  appassionati di uccelli, i quali  mi hanno risposto che i corvidi si sono tanto moltiplicati in quanto hanno trovato condizioni favorevoli e non hanno praticamente nemici naturali, a parte i rapaci, che però, nei centri abitati o nei pressi di questi sono ben rari.


I corvidi  comunque non è possibile insediarli  ma basta che un comune abbia scritto che le taccole predano le uova dei colombi che qualcuno creda che li abbia anche introdotti. Essi arrivano spontaneamente da aree vicine dove sono già insediati. Non voglio entrare in dettagli locali molto variabili ma un uliveto è come un frutteto o un vigneto e cioè può essere bombardato di pesticidi e pure con elevata frequenza. Se le coltivazioni  non sono biologiche  purtroppo è un inferno per gli insettivori. Ma se uno ha un giardino od un orto urbano può fare qualcosa per tante specie  se ha abbastanza spazio per inserire alberi, arbusti e specie erbacee per il wildlife gardening, o anche solo il Bird gardening. Altrimenti deve accontentarsi dell'abbassamento del livello biodiversità dipendente dall'agricoltura e dai giardini dei vicini... 
 
Molto raramente  sono state tentate  immissioni  di taccole, gazze e  cornacchie in città, ed  è vero che i corvidi attuano una predazione sulle altre specie dell'avifauna ivi nidificante, sono infatti ghiotti di uova e pulcini  di altri uccelli, il che -sommato in maggior parte al grande uso di sostanze chimiche e veleni in agricoltura- hanno di fatto sortito un ridimensionamento piuttosto importante delle piccole specie insettivore.

Attualmente in molte regioni i corvidi  sono oggetto di contenimento. Forse anche a Treia sarebbe necessario, ma credo che chi si occupi normalmente dei piani di contenimento degli animali selvatici sia la Provincia. Comunque l'esperienza ci porta a considerare che dove l'uomo interviene in natura, cercando di risolvere  problemi di squilibrio ambientale  (da egli stesso causati), i risultati sono sempre peggiori rispetto a quelli che la natura  riesce a mettere in atto, nel corso del tempo...

Caterina Regazzi, dottore in veterinaria 











Referente del rapporto uomo natura animali della Rete Bioregionale Italiana

martedì 16 febbraio 2021

Treia. Donazioni al progetto TUCUM



L’Amministrazione Comunale di Treia in accordo con la Caritas cittadina ha aderito al Progetto Tucum che permette di sostenere e accompagnare in modo più discreto tante famiglie della nostra città che a causa degli effetti della pandemia stanno attraversando momenti difficili. 

Motore di questo innovativo progetto è l’utilizzo dell’App Tucum che, sull’esempio del caffè sospeso, consente di donare in favore delle persone più bisognose. Le donazioni raccolte, non solo attraverso l’App ma anche mediante altri canali quali bonifici o versamenti in contanti, servono per alimentare i crediti delle Tessere Tucum che vengono consegnate ai Beneficiari per ritirare direttamente dai negozi convenzionati ciò di cui hanno bisogno. 

Questo servizio va così a mitigare il tradizionale approccio del pacco viveri a vantaggio della dignità della persona aiutata che, in questo modo, può rispondere anche ad altri bisogni quali, ad esempio, materiale per la scuola, farmaci e cure mediche. Le Tessere, ad utilizzo personale, possono essere usate solo nel territorio di competenza per favorire il sostentamento dell’economia locale a vantaggio delle piccole attività che, a loro volta, devono garantire dei requisiti di eticità convenzionando solo prodotti sani (no alcol e tabacchi) e non disponendo al loro interno slot machine e apparecchi simili. 

Inoltre il Beneficiario della Tessera versa alla Caritas un contributo di 2,00 € al mese come senso di responsabilità e di partecipazione al Progetto. 

Con la presente Vi invitiamo a prendere parte anche Voi a questo Progetto nelle modalità che più riterrete opportune. Per sostenere le famiglie del territorio è possibile: 1) Scaricare l’App Tucum e, dopo una semplice registrazione, donare in favore di “Caritas Treia” presente alla voce “Sostieni un fondo sospeso” 

1, attraverso questa modalità le donazioni potranno essere portate in detrazione nella misura del 35% oppure in deduzione del 10% dal reddito complessivo netto dichiarato (art. 83 comma 2, D.Lgs. n. 117/2017). 

oppure 2) Inviare un bonifico bancario alla Caritas di Treia: Intestazione: “Parrocchia SS Annunziata Cattedrale di Treia” IBAN: IT 6 8Y03 1116 9212 0000 0000 1025  - Causale: “Sostegno Progetto Tucum”. 

Per maggiori informazioni visitare il sito www.tucum.it oppure contattare i numeri telefonici: 0733/218711; 0733/218727. 

CARITAS TREIA  nasce dall'esigenza di contrastare i problemi legati alla povertà, proponendo uno strumento innovativo per vivere la carità 

 Franco Capponi  e  Don Alejandro Gonzalez Parilla






venerdì 12 febbraio 2021

Treia. Una memoria sulla Festa dei Precursori (ed un progetto in fieri)



Ante scriptum. Buongiorno Paolo, mi sono divertito a enfatizzare un mio ricordo della Festa dei Precursori, che solitamente si tiene a Treia attorno al 25 aprile. Di foto ne ho tante ma la prima, secondo me,  esprime il luogo e l'insieme che la caratterizza... (F.R.)

Mia rispostina: "Con tutti questi lockdown e distanziamenti sociali non so se quest'anno l'evento potrà tenersi, comunque stiamo lavorando al programma. Se tutto va bene il 24 aprile  si terrà un incontro pubblico per presentare un Progetto di Promozione della Lettura ed anche uno spettacolo di burattini. Il 25, oltre alla consueta passeggiata erboristica mattutina, pensiamo di presentare il nuovo libro di Lorenzo Merlo "VIVERE, PARLARE, PENSARE SENZA DIRE IO" che contiene un'intervista  con la mia persona tenuta qui a Treia. Ci saranno anche altri eventi che  stiamo cercando di affinare. Speriamo che tutto possa realizzarsi, intanto ti ringrazio per la tua "memoria" (P.D'A.)



...solo l’inchiostro cavalca il mio spirito,  mi muovo lento e a fatica nel bosco di linguaggio con il falcetto raccolgo lettere e parole che ammucchio sui fogli bianchi di quaderno,  in lontananza intravedo un gran cespuglio: traiettorie indissolubili deviano il flusso di alberi di canto immaginari immersi nel paesaggio sonoro sfondo dipinto del mondo circostante dove il vecchio fiume scorre ancora nel pesante baule di una lumaca almeno per questa sera viaggio nel suono della notte aprendo la via al suono interiore dei sogni e dei colori nella continua ascesa verso la libertà dalla materia. 

Consapevole attenzione guida la riscoperta della memoria dove i pensieri restano immobili in istanti senza tempo: natura e spirito, spirito e natura danzano insieme, gloria allo spirito, gloria alla natura. La nave salpa e attracca in un altro porto e un nuovo nome soppianta il precedente: nella valle del pensare ho perso il bandolo della matassa e ora restiamo un po' in silenzio per accedere all’incirca. L’ingresso è dopo il bar.

lo stiamo ancora cercando passeggiando per erbe selvatiche nelle Marche di brodolungo e ciocchecciò: ciambellone pesche sciroppate vino cotto. 



Nella bella piazza le rondini garriscono allegre al suono dell’acqua dalla grande fontana centrale guardiamo oltre l’infinito... 

La poesia della terra nella terra della poesia. 

I dolci amanti usciti dalla folla cittadina si avviano per la collina tramontate le stelle un FLUSH che squaglia l’istante come l’asfalto al solo agitarsi oltre la segreta linea. Il pensiero debole del selvaggio colto o il pensiero colto del selvaggio debole a noi la risposta. Quando parto ho uno zaino vuoto e torno a casa che lo zaino è pieno. Difficile descrivere i doni ricevuti, con l’occhio del tempo guardo attraverso questo caleidoscopio di emozioni. Sono partito verso una destinazione ignota non conoscevo nemmeno il nome del paese dove avremmo soggiornato. Ero contento di conoscere nuovi amici senza nessuna aspettativa. Dal primo istante ho sentito sintonia armonia. 


Treia è bella,  il teatro è stupendo, il panorama intorno e il vento, amo molto il vento. Persone che arrivavano anche da lontano e tutte collegate da un filo invisibile. Era come stare a teatro sul palcoscenico con altri personaggi o come in un giardino caotico e spontaneo... 

bello proprio per questo! 

Abbiamo poco tempo per la fretta,  abbiamo altro a cui pensare,  la nostra zappa ha un tempo lungo e il suo ritmo è lento e ci avvolge in una nuvola di fiori coltiviamo empatia linea precisa e netta basta spostarsi di poco dal fiume e dalla sua corrente miracolo di una nuova vita, siamo quel che siamo in ogni momento polvere al vento. La polvere delle strade ha lasciato nella mente più di un granello di sabbia d’oro: amo le cipolle, nessuna stella nel cuore, amo la terra calda e rovente spesso lontana. mai stato zitto il campagnolo si specchia nella terra e la farfalla si libra sulla luna incespicando nelle stelle che giocano con la luna dei gemelli. 

Il suono della terra nell’attesa del respiro algoritmo di un bacio senza spazio per la nostalgia, nuova utopia d’amore e nuovo orizzonte di vita per interiorizzare esperienze ancestrali arcaiche seminiamo ancora seminiamo sempre segni onirici realizzabili e non realizzabili complessità di ragionamenti che si fanno percorsi di vita individuali e collettivi: zenzero cannella e chiodi di garofano al profumo di bergamotto, 

nero è meglio!

Ferdinando Renzetti - ferdinandorenzetti@libero.it