sabato 30 giugno 2018

Il coraggio di esistere


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Queste riflessioni sono il frutto delle mie curiosità, dei miei studi, dei miei incontri culturali. Non ho la pretesa di insegnare nulla a nessuno e mi guardo bene dal voler cambiare la vita a chicchessia.

Quindi per favore Rispetto.
In questo periodo si fa un gran parlare del Rispetto. Ma che cos’è? L’etimologia ci dice che deriva da Respectus deriva da Respicere riguardare avere riguardo. Ma a me da sempre piace osservare le cose in modo “errato”.

Ricordate da bambini quando nei giardini pubblici c’erano le casette fatte di sbarre in cui ci attaccavamo e facevamo evoluzioni? Ci mettevamo a testa in giu. Guardavamo la scena che tutti i giorni ci si parava dinanzi, osservandola da un’altra prospettiva. Io ero solito stare a testa in giu per tantissimo tempo….. ed ho scoperto che anche mia moglie da piccina amava farlo (uno dei motivi per cui ci amiamo). 
E tutti quelli che ho conosciuto appena potevano lo facevano. In realtà io ho continuato a farlo fino ai 35 anni. Appena ne avevo modo, mi mettevo a testa in giù con la schiena su un qualsiasi muro. Era per esibizionismo in parte, ma soprattutto desiderio di tornare bambino. Perché invertire i poli, guardare indietro, sotto…..re spicere, ri-guardare una scena normale opera prodigi. 

I bambini non hanno bisogno di droghe per accedere ai mondi dello spirito……i bambini, se non sono svuotati della loro anima, sono spirito. Ma a volte noi vogliamo distruggere il miracolo. Perchè? 

Ho visto maestre "educare a vedere” ho visto forzare bimbi sanissimi con sistemi coercitivi ed assolutamente insensati. Pochi di voi conosceranno Kaspar Hauser. Fu allevato, se ben ricordo, in uno scantinato da genitori che non lo amavano. Alla catena in una “grotta" visse come in una prigione. Un giorno venne liberato sul sagrato della chiesa ed i genitori chiesero alla comunità di prendersene cura. 

Tralasciamo gli obblighi morali ed etici che i genitori avrebbero dovuto avere per la nostra “ corrente morale”. Il bello fu che Kaspar non capiva nulla di ciò che vedeva. Chiedeva continuamente perché ed aveva un approccio alla vita completamente differente dal “Comune Senso Prospettico Sociale. 

Era di natura gentile e di completa innocenza e purezza morale (da Wikipedia di cui allego alcuni passi).

Il 26 maggio 1828 compare all'improvviso in una piazza di Norimberga un ragazzo che ha forse sedici anni e sa dire solo un nome, forse il suo, Kaspar Hauser e poche altre parole. Poteva nutrirsi solo di pane e acqua e l'odore della carne o dell'alcool gli provocava terribili convulsioni. Reagiva violentemente a qualsiasi impressione sensoriale, come ai suoni acuti.

Non riusciva a riconoscere la tridimensionalità del paese che vedeva dalla finestra della sua cella tanto che, quando iniziò a comunicare, pensava fosse un brutto quadro, venuto male. Vedeva benissimo di notte, anche gli accostamenti più difficili come un numero civico rosso su fondo nero dall'altra parte della strada.

Il suo caso destava l'interesse del pubblico che voleva vederlo, toccarlo, fare degli esperimenti, per cui Kaspar dopo due mesi iniziò a soffrire di nevrosi. Le autorità lo affidarono quindi alle cure del prof. Georg Friedrich Daumer, uno stimato insegnante della città (Steiner disse di stampo antroposofico). Questa fu una mossa felice, perché Kaspar poté imparare a parlare, leggere, scrivere, far di conto in pochi mesi, meditando perfino la propria autobiografia.

Fu così possibile ricostruire la sua storia: aveva passato gli ultimi dodici anni in una cella buia, incatenato al pavimento. Il solo contatto era costituito da un uomo che gli portava pane e acqua, lo puliva, gli tagliava unghie e capelli, ma lo picchiava appena faceva qualche rumore che potesse rivelarne la presenza.

Era di natura gentile e di completa innocenza e purezza morale. Fu ucciso; curiosamente subì due attentati. Il secondo gli fu fatale « Qui riposa Kaspar Hauser, enigma del suo tempo. Ignota la [sua] origine, misteriosa la [sua] morte - 1833 » 

Ma torniamo ai Maestri. Ci sono persone che insegnano con autorevolezza, altri che impongono l’autorità. Mi è stato detto che l’autorevolezza è come per l’attore la bravura nella recitazione. In parte ci nasci in parte lo apprendi con anni di sacrifici e sperimentazione. Porgi al tuo pubblico un discorso che non possono ignorare perché tutti i loro sensi sono, inebriati, rapiti e come per incanto si trovano in un’altra “pelle”. Ma quanti grandi attori sono stati ignorati uccisi? Quanti Kaspar Hauser? Quanti scienziati? Quanti maestri ignorati?

Perché ci è così oltraggioso ascoltare? 

Si dice che noi viviamo in un mondo dualistico polo positivo e polo negativo, maschile e femminile, solare, lunare. Energetico ad alta intensità. Eppure alcuni osservano che forse un energia più profonda e potente possa essere all’interno del nucleo della Terra. Un cristallo all’interno del nucleo fuso ruoterebbe in senso opposto al nucleo. La sua energia sarebbe infinitamente minore una “corrente neutra debole”.

Capace di dilatare l’attimo fuggente, cogliere intuizioni e sensazioni, nonché sentire le emozioni, il cervello umano è un cristallo temporale capace di usare la “corrente neutra debole”, che è ultra-celere e non è affatto debole come lascia presumere il nome; può accelerare le rotazioni delle nostre molecole organiche, può favorire l’espansione e vincere l’attrazione, accrescere la comunione e l’amicizia con il prossimo, eliminare ciò che finora ci ha reso “nemici”: la paura. 



Andrea Santini

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mercoledì 27 giugno 2018

Treia. L'improvvisazione al Collettivo Bioregionale Ecologista del 24 giugno 2018


Gelso bianco cavo -  Alla "Talea" di Treia

L’improvvisazione è un po' la mia caratteristica. La mia formazione teatrale-timida mi ha educato a non temere il giudizio altrui mentre parlo; a farlo solo dopo aver parlato. In questo "seguire il flusso" difficilmente si ha memoria di cosa si è detto ma poi ho pensato: E che ci vuole?  Dai, dai! Fai  la stessa cosa mentre scrivi! Ritorna a casa, alla fonte… magari parti da quelle persone che hanno parlato prima di te di cui ricordi i “paesaggi”,  le parole. 

Prima di me, al collettivo bioregionale ecologista (tenuto il  24 giugno 2018  alla Talea di Treia),  aveva parlato Enzo, ancora prima,  Giuseppe, lo avevo visto lì per la prima volta. Felice prima di lui. C’era un suonatore di organetto che parlava già solo con gli occhi. 

Luciano Carletti

"I paesaggi" fino a quel momento erano stati giocosi, i “musicisti” tutti, per la natura stessa che hanno, sono colline… con qualche pianura e molti ruscelli. C’è qualche bosco ma in prevalenza sono orti e paesaggi con animali selvatici che ti si avvicinano perché sanno che non li mangerai. Uno che cammina per migliaia di chilometri (Andrea) facendo un pellegrinaggio che manco i cristiani fanno, cibandosi di ciò che trova in giro, può far paura ad un capriolo? 


Quei tre musicisti non avevano mai suonato insieme ma vibravano dello stesso paesaggio. Per questo la loro era melodia; concerto. Ed era collina, grano maturo da mietere,  farfalle e papaveri ed  uccelli ed in fondo  un ruscello a cui tutti andavano ad abbeverarsi.

Giuseppe era entusiasta e si vedeva che stava proteggendo il paesaggio dei musicisti e degli altri. Sembrava fosse perennemente sul punto di scoppiare.

Io credo che Giuseppe sia una casa di pietra, badate al suo interno c’è ogni confort, ma le cose di cui gode sono la vecchia sedia di suo nonno, una poltrona e la luce che da una finestra piccola, illumina di giallo ogni ricordo della sua infanzia. Enzo è un uomo colto e della cultura e della stratificazione, ha  il peso sulle spalle. E’ un archeologo. Provate voi a camminare con il peso dei secoli  mentre giovani allegrissimi si siedono su un muro che doveva essere una chiesa e ci spengono sopra una sigaretta. 
Ma poi tocca a me… ed ora cosa dico? 

Vi dirò che siete fortunati perché voi seppur paesaggi differenti siete raggiungibili da chiunque di voi in meno di un’ora di cammino. Io sono un artigiano, o meglio un artista e ad oggi non è un pregio.
Vedete voi avete capito le cose fondamentali della vita, ovvero che la Natura è Madre Benevola ma anche severa. Non puoi farle del male troppo a lungo senza avere una sculacciata. Lei ci ama ed ha anche pena di noi, ma è enormemente più saggia e forte di quanto mai potremo comprendere.

Mio padre è morto lo scorso anno aveva un’età non disprezzabile, era stato un carabiniere dall’età di 18 anni, ed era morto da carabiniere. 

Si era dimenticato d’essere stato contadino prima dei 18 anni. Saltuariamente lo ricordava ed infatti noi in Ancona eravamo l’unica famiglia in città che aveva i prodotti naturali della terra di provenienza del suo capo famiglia, custoditi in una stanza segreta,  3 metri sotto la terra  in piena città. Era uno scrigno del tesoro "Piceno”. Un anacronistico sguardo al passato. Con l'orrore di ogni  animalista di oggi, a dicembre tornava la famiglia, ad Ascoli e partecipava al sacrificio del maiale. Con amore lo macellava e poi lo appendevano sotto al tetto e  suo fratello che non aveva riscaldamento provvedeva ad irrorarlo del fumo del camino per la conservazione; oggi lo paragono all’incenso di una chiesa. Non voleva che fossi li quando lo uccidevano, perché la mia pena lo tratteneva sulla terra e lo faceva soffrire, dicevano. Solo quando era il momento veniva da noi in “città” nel nostro scrigno. 

Con lui ortaggi, formaggi, vino. 

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Eppure mio padre venne corrotto. Lo comprarono con il benessere, con la tranquillità economica e l’opulenza poi (se solo avesse saputo quanto fosse vuota quell’opulenza). Lo addomesticarono, ma mai fino in fondo. Quando crebbi dopo molte estati nella case dei miei nonni, non credetti ai miei occhi quando lo vidi buttare pesticidi come se fossero acqua fresca a due passi da un fiume. Glielo dissi, ma i padri a volte sono come gli artisti, a fatica e solo i migliori capiscono quando l’allievo diventa il maestro. Madre natura gli parlava continuamente ed aveva tentato di usare anche me. Mio padre è morto di tumore. E questo non è triste, questo è un insegnamento. 

Ormai la gente è consapevole che non può sgarrare troppo; stiamo tutti male, cattivo cibo e cattivi sentimenti ci stanno uccidendo. Per questo volgiamo lo sguardo  verso nostra Madre Terra e lei benevola ci dice: figli miei Smettete di Essere Stupidi. A me che sono un artista mia Madre mi ricorda quanto l’uomo si stia smarrendo per altri inganni. Ogni famiglia 70 anni fa sapeva fare almeno 10 magie. Erano algoritmi divini, le donne erano matematiche sopraffine quando facevano il tombolo o l’uncinetto o la maglia. 

Filavano la lana e nei telai creavano velli. Raccoglievano erbe ed erano erboriste. Preparavano il cibo ed erano filtri d’amore. Raccontavano storie ed erano poetesse. Gli uomini poi erano falegnami, fabbri, druidi, ed ingegneri. Una volta vidi un vecchio fare una piccola diga per innaffiare l’orto. Mi disse l’acqua gira è tonda….non la puoi fermare. Demolisce il palazzo più grande è morbida e tenace…….se vuoi catturarla sappi che non potrai farlo a lungo se non con molto impegno e dedizione e non fare angoli o spigoli, perchè lei odia gli ottusi e va sempre dove è giusto che vada. Facevano scale, forni perfetti, allevavano bruchi che creavano fili, fili che si tramutavano abiti… ed oggi? 

Oggi le famiglie non hanno poteri. Si sono divise e la loro conoscenza è scomparsa.  E’ vero è colpa nostra ci siamo lasciati ingannare; ci siamo stancati di essere trattati male ed abbiamo scelto di vivere un po distanti gli uni dagli altri. Poi la distanza aumentava infine quando mangiavamo vicini nelle feste di famiglia non ci sentivamo più.

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Ho parlato poi di Pollock  e di come l’Arte sia sempre stata al servizio dei potenti, a volte senza che gli artisti stessi lo sapessero (documenti rivelano che la C.I.A. finanziò la sua arte per opporre una via machista e liberale alla cultura di sinistra russa). Ma anche di come i messaggi nascosti abbiano tenuto in vita la speranza. Voi non potete immaginare quanti soldati invisibili si dedicano alla sopravvivenza delle Antiche Virtù. Ma sono soli ed a loro è richiesto il profitto. 

A loro è richiesta la quantità.  A voler pensar male……   ... produrre tanto cibo privo di nutrienti fa male al corpo degli uomini e  produrre  arte svuotata dei suoi contenuti pratici e spirituali etici e morali dà il colpo di grazia ad una società debole e malaticcia.

Ma pensar male non si  fa mai del bene.  

A volte ri-iniziare un percorso vuol dire guardarsi dietro e sotto  verso le proprie radici. Sud/ Ovest.

Questo è quello che ricordo, questo è quello che ho creduto di aver detto, questo è quello che avrei voluto dire. Questo ed altro ancora.

Grazie della bella giornata

Andrea, e la più discreta e saggia Barbara, de "I SanTi"

Treia. I SanTi al Collettivo Bioregionale Ecologista 2018

mercoledì 20 giugno 2018

Società ideale, biodiversità e ambiente


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Gli interventi dell'uomo nel tentativo di "aggiustare" le presenze del mondo animale sono diventati talmente pesanti da mettere a rischio la stessa esistenza umana. Infatti il controllo sulle altre specie coinvolge anche l'uomo, che non è separato dal mondo animale.
Le regole della vita sono molto semplici, ogni specie sia vegetale che animale ha una interrelazione mutualistica con il suo habitat e con tutte le specie che lo condividono. Le piante hanno bisogno degli animali per la loro riproduzione e propagazione, gli erbivori sono controllati dai carnivori  e così  si mantiene un equilibrio fra ambiente e suoi abitanti.
Ma dove l'uomo è intervento immediatamente questo equilibrio è andato perso. Lo abbiamo visto con la desertificazione del nord Africa e del medio oriente causata da un esagerato incremento dell'allevamento domestico e di transumanza. Questo più l'abitudine venatoria nei confronti di specie ritenute nocive o -al contrario- utili all'economia umana hanno trasformato talmente  l'habitat da renderlo irriconoscibile... Tutto ciò in passato avveniva in modo quasi impercettibile, poiché gli avvenimenti sopra descritti si protraevano per lunghi periodi di tempo, secoli, se non millenni, ed era alquanto difficile per l'uomo riconoscerne gli effetti (legati al suo comportamento).
Ben diversa è la situazione attuale. Oggi l'intervento umano ha una conseguenza pressocché immediata e non si può far a meno di considerare le cause -come gli effetti strettamente interconnessi-  delle mutazioni ambientali in corso.  Dove l'uomo interviene immediatamente la natura e la vita recedono...

Persino ove l'uomo cerca di rimediare ai mali del suo operato anche lì combina guai peggiori. Lo abbiamo visto ad esempio con la politica dei ripopolamenti artificiali di specie faunistiche scomparse in una data bioregione  e recuperate in altri luoghi del pianeta per esservi reimmesse. Questa politica  di recupero ambientale è invero deleteria. I danni causati all'habitat dall'introduzione di specie non autoctone sono enormi. Tant'è che di tanto in tanto, con la scusa del sovrappopolamento, ci si inventa partite di caccia per il contenimento di dette specie.
A dire il vero la mia impressione è che questa politica ambientale è solo funzionale ad interessi altri... che non sono quelli della natura.  La natura, se lasciata a se stessa, trova sempre il modo di armonizzarsi, creando una altalena di presenze fra specie predate e specie predatorie.. ma dove interviene l'uomo appare il caos...  Ma è impossibile che la natura sia lasciata a se stessa, dovrebbe scomparire l'uomo.  La specie umana è aumentata numericamente a dismisura e non ha predatori, né le grosse epidemie che secoli fa decimavano la popolazione, e cibare tutte queste persone, carnivori o vegetariani che siano, porta comunque ad un'alterzione dell'habitat naturale.
Ogni tanto vengono emesse  delibere di vari enti  per abbattere un certo numero di animali selvatici  dichiarati “in eccesso” in una certa area. Cervi, caprioli, cinghiali.. etc.  Questo fatto  causa ogni volta un polverone mediatico e politico, estrinsecato nel gioco delle parti. Ovvero l'antagonismo fra  associazioni venatorie da una parte e  le associazioni animaliste  dall’altra,  con le istituzioni nel mezzo che cercano di soddisfare entrambe, ben sapendo che è tutta una finzione e che la selvaticità e la difesa della vita o il diritto alla caccia sono solo funzionali alle entrate economiche previste (turismo o carne, o tutti e due). 
La verità è che i "selvatici" sono stati “immessi” sul territorio non per il loro  bene ma a scopo speculativo, essi  non  sono dissimili dalle capre, pecore, maiali, etc.  allevati dall’uomo.  Ma come  fare un discorso ragionevole con tanti scalmanati a parlare? Il fatto è che bisogna stare molto attenti al numero di ungulati o facoceri  che  pascolano in un territorio, questo non solo nel caso di greggi difese dall’uomo, ma anche per gli pseudo selvatici  che vi vengono immessi, queste bestie ai giorni nostri  non sono  soggette alla falcidiatura naturale causata dai predatori. Qui in Italia il lupo, la lince e l'orso sono praticamente estinti e nei boschi i caprioli od i cervi  non hanno  nemici naturali che limitino la loro prolificazione, per cui si "deve" ricorrere a battute di caccia.
E il deterioramento nel rapporto uomo/animali porta al deterioramento nel rapporto fra umani e l'habitat.
Insomma bisogna capire le “ragioni” di queste immissioni…. che certo non avvengono per amore delle bestie anzi… vi è la certezza che siano  operazioni di ripopolamento legate ad interessi manipolatori  od -al meglio- a false speranze di recupero naturalistico.  Basti vedere  quanto è  avvenuto -ad esempio- con i grossi cinghiali dell’est europeo che,  come sappiamo, sono stati liberati sul territorio del centro Italia proprio per la loro prolificità e stazza, con il risultato che hanno soppiantato i cinghialetti italici  ed ora imperversano a centinaia di migliaia  e con le loro disastrose incursioni   procurano anche un danno all’erario (per via dei rimborsi dovuti ai contadini). La storia dei caprioli e dei cervidi  è la stessa, un ripopolamento  voluto dagli assessorati alla caccia di varie province d'Italia. 
E così  avviene ogni anno con lepri e  fagiani e simili, che massimamente vengono importati da allevamenti della Slovenia (e viciniori) a prezzi stratosferici. Questi animali “liberati”  servono solo alla categoria dei cacciatori  -tra l’altro- anch’essi ben salassati da imposte e tasse varie.  In verità la caccia è tutto un bussines basato sulla morte  ed è anche causa -per inciso- di  inverse speculazioni da parte di associazioni che fanno da contro-canto  ponendosi contro la caccia e ricevendo anch’esse prebende e fondi pubblici dallo stato.
Potete allora vedere  che questo gioco delle parti danneggia tutti i cittadini  e la natura stessa che è continuamente manipolata pro e contro questo e quello. Insomma un pretesto affaristico in una società che non considera  l’animale diversamente da un plusvalore qualsiasi.
Io personalmente sono vegetariano ma sono pure ecologista e quindi non sono affatto favorevole all’immissione di nuove specie in natura,   ed è per questo che ritengo che la caccia andrebbe completamente vietata in Italia  per il semplice fatto che è un esercizio “vizioso”  inutile e dannoso in assoluto. 
Giacché  la caccia non è   un’attività libera e naturale ma una specie di gioco di ripopolamento ed uccisione, un divertimento  sadico e crudele. Ma anche l'allevamento di armenti e animali da cortile va ripensato. Consentendolo solo allo stato brado o semi-brado e limitando il numero dei capi in considerazione di quanti ne possono vivere al pascolo in un dato fondo,  riequilibrando così la ciclicità della presenza animale con l'uso agricolo del territorio.
Paolo D'Arpini





(Fonte: https://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Ritorno-all-habitat-originario)

sabato 16 giugno 2018

Treia. Proposto un "Festival delle Erbe"



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Il progetto di proporre in modo itinerante un Festival delle Erbe anche a Treia, dove da diversi anni collaboro con  Paolo D’Arpini e Caterina Regazzi, nasce dalla passione e dall’amore per Madre Terra e nel giro di pochi anni è diventata una delle rassegne erboristiche culturali più importanti d’Italia. Il Festival nasce da un forte desiderio di raccogliere i tanti saperi delle diverse discipline naturali e dalla volontà di individuare una serie di opportunità che scaturirebbero da un rinnovato interesse verso la natura, non solo quale dispensatrice di salute e di benessere, ma anche di possibilità di lavoro.

Dopo tanti anni di impegno nella diffusione delle buone pratiche e degli esempi virtuosi, anche in campo ambientale e botanico, ho avvertito l’esigenza di organizzare questa manifestazione dedicandola all’affascinante mondo delle erbe, dove tutti i vari tasselli dell’ “universo verde” potessero trovare una degna collocazione e offrire il più possibile una visione d’insieme. Sono persuaso che nell’intreccio dei vari approcci e dei diversi metodi e soprattutto dalle relazioni che si sapranno creare, la nostra consapevolezza acquisirebbe maggiore ampiezza e profondità e soprattutto diventerebbe più matura e responsabile.

E’ importante superare una visione puramente strumentale e antropocentrica nei confronti del mondo naturale per dotarsi di un nuovo paradigma, che si potrebbe definire olistico, che ci aiuti ad instaurare con le erbe, i fiori, le piante, gli alberi, gli animali e con la natura nella sua accezione più ampia un rapporto più attento e rispettoso nell’interesse stesso della vita, in primis di quella degli uomini. Sono sotto l’occhio di tutti i disastri ambientali causati dall’avidità umana colpevole di ignorare la complessità dei sistemi che regolano la vita sulla terra.

Il festival è nato 5 anni fa ed è stato organizzato in queste regioni: Lombardia, Abruzzo, Toscana, Calabria, Molise, Puglia, Lazio, Marche, Campania, Liguria per complessive 42 tappe con risultati più che positivi e tantissimi partecipanti che sono giunti da diverse regioni. I Festival che verranno organizzati quest’anno riprodurranno un format ben collaudato e adattandolo alle situazioni locali.

E come sempre vorrebbe essere all’insegna della natura e dei saperi, delle tante opportunità che potrebbero scaturire da un uso sostenibile delle risorse naturali, organizzando workshop, conferenze, passeggiate erboristiche, laboratori esperienziali, ludoteche per bambini, presentazioni, momenti artistici, degustazioni di prodotti bio e tipicità locali, cucina naturale, mercatino bio e tanta convivialità.

Michele Meomartino
Ideatore o organizzatore del Festival
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P.S. Il progetto è stato inviato all’attenzione dell'assessore alla Cultura di Treia, Edi Castellani, indicando il mese di Settembre 2018 come data utile per il suo svolgimento.

Treia. Orto urbano



venerdì 15 giugno 2018

Tolentino. La Madonna dei debitori aiuta un terremotato - Talvolta anche le banche fanno del bene...


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Tolentino. Il comitato direttivo della Madonna dei debitori segnala  il comportamento virtuoso di una banca Italiana che ha estinto il mutuo di un terremotato.

In un periodo in cui il sisma ha sconvolto sia le coscienze che la vita di tante persone che hanno perso la propria abitazione o la propria attività, ci sembra giusto segnalare anche le buone notizie e comunque le attestazioni di solidarietà.

E’ il caso di un tolentinate che si è visto recapitare da parte di Intesa Sanpaolo una comunicazione ufficiale con la quale è stata accolta la sua domanda di accesso all’iniziativa disposta dallo stesso Istituto di Credito destinata alla cancellazione del debito residuo dei mutui prima casa intestati a residenti, alla data degli eventi sismici, in uno dei Comuni del cosiddetto cratere.

Pertanto il Gruppo Intesa Sanpaolo ha dichiarato la remissione integrale del debito relativo al mutuo per capitali e interessi anche di mora. In pratica questo cittadino si è trovato nella condizione di vedere estinto il proprio debito relativo al mutuo contratto per l’acquisto della propria prima casa, mutuo che è stato estinto insieme all’ipoteca e alle eventuali garanzie che erano state concesse.

Questo è un gesto particolarmente significativo che ha riguardato diverse persone. Come detto una vera e tangibile testimonianza di come il Gruppo Intesa Sanpaolo abbia voluto contribuire a sollevare le sofferenze provate a seguito del sisma e per guardare al futuro con rinnovato ottimismo.
Infatti Intesa San Paolo ha stanziato un plafond di 20 milioni di euro destinato all’estinzione del debito residuo in base alla situazione dell’immobile danneggiato, con inagibilità al 100% o crollato.


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domenica 10 giugno 2018

Treia. Breve rassegna stampa del 10 giugno 2018 e buoni consigli per la salute (psichica)


Foto di Gustavo Piccinini

10 giugno 2018, finalmente a Treia splende il sole... Dopo giorni e giorni di pioggerelle e acquazzoni "autunnali" si scorge uno spiraglio di primavera. A dire il vero tra pochi giorni inizierà l'estate ma il "bel tempo" che tutti desiderano stenta ad arrivare. Siamo ancora in mezzo al guado! E l'ho capito anche dalle notizie apparse sui giornali locali, che lasciano spazio alla speranza ma anche alla recriminazione. 

Su il Resto del Carlino di Macerata appare una  "intervista della domenica" a tutta pagina, con foto a colori di Maria Giovanna Varagona,  treiese per scelta,  fondatrice del Museo della Tela, una sorta di laboratorio della memoria sulla lavorazione di tessuti realizzati con telai a mano e semi-meccanizzati. Il laboratorio produce una varietà di stoffe adatte a rinverdire i fasti della raffinata eleganza marchigiana. Quindi una  buona notizia. 

Affiancata da altra buona notizia di carattere industriale: "La SIRA di Treia,  da poco riaperta, ha già venduto 3000 cucine", il che significa che la nostra città, anche dal punto di vista del lavoro industriale, si sta riprendendo. Bene! 

Su il Corriere Adriatico, invece, appare un altro genere di notizie. Su una pagina compare  un'intervista con il sindaco Franco Capponi riguardante "la sottostimata valutazione dei danni sismici, da parte degli enti superiori,  e conseguenti intralci e difficoltà per la ricostruzione". Non ho letto l'intero articolo, essenzialmente di carattere  tecnico, anche perché attratto da quello sottostante, di carattere politico, in cui la lista Uniti per Treia, ritorna sul discorso della "sospensione dovuta per legge" del sindaco Franco Capponi, in seguito alla condanna per peculato (e conseguente suo allontanamento dai pubblici uffici)  recentemente inflittagli dal tribunale di Ancona per la vicenda "spese pazze" di quando ricopriva la carica di consigliere alla  Regione Marche ( e di cui  è stato abbondantemente parlato in altre sedi e quindi tralascio i particolari).  Nell'articolo suddetto il consigliere di minoranza Andrea Mozzoni chiede a Franco Capponi di mostrare "dignità" dimettendosi dalla carica,  prima  che arrivi la sospensione da parte della Prefettura.  


Non entro in merito alle considerazioni di Andrea Mozzoni, sicuramente dettate da un senso di legalità e convenienza politica, l'unico mio dubbio riguarda la situazione che si verrebbe a creare con le dimissioni del sindaco che, come avvenne nel precedente caso di Santalucia, porterebbe al commissariamento del comune. Non so se questo sarebbe meglio o peggio, però come detto ho qualche  dubbio in proposito, preferirei -dal mio punto di vista personale-  che,  se così impone la legge, il sindaco venisse rimosso d'ufficio, lasciando però in piedi l'amministrazione (escludendovi la presenza in alcuna forma di Capponi) sino alla sua naturale scadenza della primavera 2019. 

Mi rendo conto che qui a Treia la situazione, anche dovuta a fatti nazionali ed internazionali, che hanno creato parecchie divisioni all'interno della comunità umana,  rispecchia lo stato di tensione ed incertezza generale sul futuro.  Per altro reazioni alla "Traini" (lo sparatore di Macerata) non sono auspicabili quindi cerchiamo di mantenere un "aplomb" ed una leggerezza nei nostri giudizi. 


La verità non è mai univoca, c'è sempre da considerare -in un senso o nell'altro- anche "l'altra faccia della luna", come spesso si scriveva nei manifesti alternativi di quando abitavo a Calcata. 

Ma ora abito a Treia, quindi mi interesso di Treia, mi scusino perciò i miei critici, se mi permetto di "metter becco in faccende che non mi riguardano". In verità mi riguardano, poiché anch'io  sono cittadino treiese e credo di avere diritto alla parola e ad un mio pensiero,  "alternativo" che sia.

A questo proposito vorrei inserire un commento riguardante la manifestazione musicale  che si è svolta sabato 9 giugno u.s., in cui si è tenuto a Treia un concerto di "scambio culturale"  della banda di Anticoli Corrado, su invito della nostra banda, presieduta da Paolo Damiani,  e del prof. Alberto Meriggi, cittadino onorario di Anticoli. Il teatro comunale  non era pienissimo perciò l'atmosfera vissuta è stata più intima e forse persino più gradevole. L'attenzione non era fissata sul glamour ma sull'ascolto. 


Come ho riferito all'amico Gianni Baccifava:  "E' stato commovente, sì, la musica dal vivo eseguita da persone dedite alla causa,  semplici e modeste,  ha toccato il cuore di molti. La musica dovrebbe essere così: un modo per unire gli animi".  

Per questa ragione un po' mi spiace che la nostra banda  non sia tenuta in piena considerazione qui a Treia. Durante le feste "ufficiali" spesso si preferisce "assumere" gruppetti  rocchettari rumorosi e musicalmente poveri… che hanno l'unica  abilità di emettere suoni cacofonici con gli altoparlanti a tutto volume.  E questo vuole  essere un altro  invito alla "moderazione" anche in senso musicale...  

Cordialmente, Paolo D'Arpini

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sabato 9 giugno 2018

"Signoraggio bancario e debito pubblico", prossimo argomento di discussione pubblica a Treia


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Già da un po’ di tempo  alcuni amici mi chiedono di organizzare  qui a Treia un convegno su “signoraggio bancario e debito pubblico”, ovvero  sulla creazione del denaro dal nulla da parte delle banche centrali (e commerciali), dato successivamente in prestito agli stati (in cambio di "buoni del tesoro") e quindi  sul come si forma il debito pubblico.  

Ma ho notato che le forze politiche, anche quelle che in passato hanno affrontato questi temi  (vedi: https://www.youtube.com/watch?v=CJJ9rzReXso),  nella foga di accaparrarsi il potere (e per non inimicarsi il sistema finanziario e bancario) sono però restie ad affrontare questo argomento ed inoltre  non sembra che la massa del popolo  abbia compreso cosa significhi “signoraggio” e cosa comporti la cessione di tale diritto alle banche "private", definite impropriamente "centrali" o pubbliche), quali sono la Banca d’Italia o la BCE o la FED, etc. 

Posso solo ricordare che il presidente Kennedy fu ucciso subito dopo aver annunciato che intendeva riportare il diritto di emissione della cartamoneta direttamente sotto il controllo del Tesoro… 

Comunque sì, ho intenzione di cominciare a  parlare  di “signoraggio”,  anche a Treia, ed al più presto, nel frattempo leggete uno stralcio dell’interessante articolo di Marco Saba che segue.  
Paolo D’Arpini

P.S. 
Scrive Nino Galloni, collega di Saba ed ex dirigente del Tesoro Italiano, nel suo libro “Bank - il futuro della banca” a pag. 71: “Storicamente i banchieri (e chi per loro) hanno sempre evitato più della peste che si capisse come funziona una banca, meglio come funzionano le banche...”
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La chiave dell’enorme potere derivante dall’attività di creazione dello strumento di pagamento, la moneta, serve anche per capire la geopolitica, una materia che tanti commentatori televisivi cercano di complicare ad oltranza per nascondere che il re è nudo. Possiamo dire che il Grande Gioco si riassume nella questione e nella gestione privata dell’emissione dei mezzi di pagamento.
Chiunque capisce al volo che i falsari – quelli che falsificano la moneta ufficiale attualmente in uso – si arricchiscono quando riescono a spenderla. La stessa cosa vale anche per il sistema bancario con la differenza che la creazione di denaro da parte delle banche danneggia molto di più la società e lo stato – e quindi l’ordine pubblico economico – perché di norma la moneta bancaria è emessa ad usura. Ovvero, dietro alla creazione di un debito da ripagare con interessi. L’assurdità di questa pratica consiste principalmente nel fatto che le banche creano solo il capitale – come moneta – ma non creano il denaro necessario a pagare gli interessi pretesi indietro.
Paradossalmente, il sistema sarebbe solvibile solo se esistesse una quantità di moneta sufficiente – e non creata a debito – per coprire la parte di interessi richiesti. In pratica, se i falsari stampassero abbastanza valuta falsa (non creata a debito) per coprire gli interessi. Altrimenti, si ha una scarsità artificiale del mezzo monetario che fa sì che tutti come pazzi – una volta indebitatisi – passino la vita a correre per cercare quella quota parte di interessi per i quali non esiste “fisicamente” moneta in circolazione sufficiente. Questo può sembrare divertente come ulteriore prova – se ce ne fosse bisogno – della stupidità umana e della demenza collettiva dove ci hanno portato quelli che avevano la responsabilità di formarci ed informarci (scuola e media). Ma anche quanti, scoperta questa vera e propria mega-truffa, non hanno mosso un dito: polizie e magistrature. Dico che la truffa è ormai scoperta perché solo all’interno del nostro Centro Studi Monetari, in 5 anni, abbiamo pubblicato una decina di libri che spiegano l’arcano, libri che hanno avuto diffusione nazionale con decine di migliaia di copie vendute. E per chi non ha nemmeno più i soldi per comprare un libro, ne abbiamo messo uno gratis su internet. E per chi non avesse nemmeno gli occhi per leggere, lo abbiamo pure messo in formato audiolibro.
L’enorme vantaggio economico derivante dall’esercizio dell’oligopolio della creazione monetaria non è giusto che rimanga appannaggio di una élite privata di cocainomani che vanno a trans. Questo vantaggio – che io definisco “rendita monetaria effettiva”, per distinguerlo dalla semplice “rendita monetaria” così come intesa da quei falsari della Banca d’Italia, spetta naturalmente allo stato. Cosa succede quando una percentuale significativa della popolazione – quella meno demente – capisce quello che stiamo scrivendo?
Di norma, accade una rivoluzione ed il sistema bancario viene nazionalizzato (a meno che non si facciano tutti comprare in massa dalle banche). Casi tipici in questo senso sono stati la rivoluzione cinese e quella iraniana. Noi abbiamo avuto il fascismo che emetteva “biglietti di stato a corso legale” invece di farsi usurare dai banchieri come fa oggi il governo prendendo a prestito quello che è il frutto di una prerogativa della sovranità (monetaria): la moneta. Ma il fascismo è stato presto gettato nella pattumiera della storia assieme anche ai diritti che vennero conquistati per i lavoratori e che – in gran parte – un sindacato stracorrotto è riuscito a far cancellare progressivamente negli ultimi trent’anni. Dico stracorrotto proprio perché mai i sindacati – nemmeno quelli meno gialli – hanno osato prendere posizione ufficialmente e levare una voce per denunciare lo scandalo bestiale (ma offendo le bestie) del signoraggio privato sull’emissione monetaria. Questa assurdità è costata le vite di quanti – “falliti” – hanno scelto la strada del suicidio.
Per questo il compianto professor Giacinto Auriti aveva denunciato Carlo Azeglio Ciampi, allora governatore della Banca d’Italia, per istigazione al suicidio. Perché se nell’aggregato non esiste moneta sufficiente per pagare gli interessi, quando finisce la musica qualcuno rimane per forza senza la sedia dove sedersi. Cioè quando le banche impongono di “rientrare”. Possiamo approssimativamente dire che se manca un 20% di moneta per rendere solvibile il sistema, falliranno circa il 20% delle imprese e persone attualmente esposte col sistema bancario. Solo questo da l’idea della sovversione dell’ordine economico operata silenziosamente dal sistema bancario.
Si potrebbe provare a seguire una via “morbida” al cambiamento. Potrebbe almeno – come fanno in Nord Dakota – creare una Banca davvero d’Italia con cui offrire ai cittadini quanto loro negato dal sistema usuraio. Una banca di stato che usasse il criterio attuale di riserva frazionaria (2%) avrebbe bisogno di raccogliere solo un cinquantesimo della massa monetaria richiesta dalle spese dello stato. Proprio perché potrebbe usare a suo favore la leva del moltiplicatore monetario. Infatti, le banche prestano fino a 50 volte la cifra raccolta che pongono “a riserva”, dimostrando di essere tutte in bancarotta tecnica (perché, a differenza dello stato, possono finire in bancarotta).
Con questo sistema, cioè creando ed usando una banca di stato, senza toccare il sistema bancario attuale, le tasse potrebbero praticamente sparire, come già succede con i paesi cosiddetti paradisi fiscali che emettono la propria moneta statale. Ovviamente la neonata Banca del Sud non è che una pallida imitazione del tipo di banca statale che intendo io. Pare che il governo – in questo senso – sia parecchio timido. Ora si tratta di vedere se – a forza di palliativi e succedanei – la popolazione rimanga ancora – e per quanto tempo – ipnotizzata nel suo stato di malessere economico. Perché – nel caso di troppo poco e troppo tardi – si rischia che i milioni di disoccupati scelgano una alternativa meno ingloriosa del suicidio. E magari decidano di chieder conto all’élite di quanto successo sinora. I dati sono preoccupanti: ormai, ogni italiano, è stato derubato dell’equivalente di 1,3 milioni di euro. Una cifra più che sufficiente per assicurare una vita dignitosa a tutti, calcolando anziani e bambini.
Ma in questo tempo di VEDUTA CORTA  il sistema politico gioca d’azzardo e cerca di continuare “ad infinitum” il triste e melanconico “gioco delle parti”. Sperando e pregando che i cittadini non si sveglino sparando. E’ un rischio morale micidiale. Un rischio mortale. Perché non è vero – come diceva Totò – che ogni limite ha la sua pazienza. Aspettiamo e vedremo.
Marco Saba
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