venerdì 29 gennaio 2021

Alice nel paese delle paccottiglie... oppure ... Betta nel paese dell'usa e getta



Fuori dalla merceria del piccolo paese, il contenitore per le pile si è sfasciato. Per eccesso di carico. 

Mentre la merciaia guarda e dice: "Mmm... l'ho detto a quelli della raccolta differenziata", penso stupita: "Non ricordo come si possano riciclare ma so per certo che sarebbe meglio non usarle" (ho ancora in mente uno slum di Calcutta, decenni fa, dove le smontavano o simili... il ricordo è sfocato ma le pile a stilo c'erano di sicuro e temo fossero ancora con il mercurio. E comunque l'esportazione di rifiuti è una schifosa realtà neocolonialista, senza contare il lavoro minerario per estrarre  i materiali necessari alla costruzione delle batterie). 


Poi penso: "Ma dove diavolo si usano più quelle pile? L'ultima volta è stato anni fa con la macchina fotografica - peraltro usavo quelle ricaricabili - ma adesso, non c'è la spina in tutti gli oggetti elettronici e digitali?".

Sopraffatta dalla curiosità chiedo alla signora dove si usino ancora questi aggeggi. 

La sua risposta è una rivelazione. Capisco che mi sfugge un intero e composito mondo. 

Inizia l'elenco: "Beh per esempio per il telecomando della tivù". E io: "Ah ecco non lo sapevo, non ho la tivù"... Prosegue: "E poi per le torce"  Beh... "ah già è che... io ho quella a manovella e un'altra a pressione"...Incalza: "E i giochi dei bambini?" E chi ci pensava?  "Eh... ero rimasta ai giochi da tavolo...". Botta finale: "E gli apparecchi medici? Per il diabete, la pressione, ecc ecc li hanno tutti a casa"....

Beh in effetti i ricercatori dicono che si vive più anni ma non in buona salute, tanto da doversi controllare di continuo e tuttavia nella mia ignoranza tematica chiedo: "Ma che strano, questi macchinari non hanno il filo per attaccarli alla corrente?" "No", conclude la merciaia sbrigativa, per togliermi di torno, così da poter tornare a lavorare con le normali persone del paese.

Marinella Correggia









P.S. Nel conto dobbiamo inserirci tutta la vastissima gamma di altre batterie per usi industriali, veicolari, militari, etc. etc. 

lunedì 25 gennaio 2021

Treia 25 gennaio 2021. Stand up solitario per la pace in Yemen e colazione disinfettata



La mattina del 25 gennaio 2021 passavo qualche istante  davanti al monumento ai caduti per un stand up solitario di buona speranza contro la guerra in Yemen (in adesione alla manifestazione internazionale indetta dai pacifisti *). 

Il baretto lì di fronte era chiuso già da parecchi giorni per i lavori di restauro in corso nella soprastante Accademia Georgica, allora ho pensato di andare in pasticceria a prendere un petit déjeneur d'asporto. Intirizzito dal freddo e dalla pioggia gelata avevo chiesto un cappuccino bollente ed una pastarella. 

Di solito mi porto appresso una bustina per evitare il consumo ogni volta di un nuovo sacchetto e quindi risparmiare sullo spreco di carta ma la commessa, ligia alle disposizioni sanitarie, mi ha detto che "nella mia bustina non poteva metterci la pastina perché ormai l'avevo tenuta con me e poteva essere infetta", ho accettato il verdetto in silenzio, poi quando ho pagato il conto dandole una banconota mentre lei mi porgeva il resto le ho fatto presente che "anche questa carta l'avevo tenuta con me ed il resto pure in chissà quante mani era passato e che il tutto poteva quindi essere infetto", al che lei ha riposto che "il denaro è un bene pubblico e quindi non può essere rifiutato mentre la bustina di carta del servizio d'asporto è un bene privato soggetto a restrizioni sanitarie". 

In silenzio ho preso la mia colazione "disinfettata" e me ne sono andato in ufficio, per consumarla a termini di legge, purtroppo nel frattempo il cappuccino si era raffreddato e la pastina, una faccetta sorridente con gli occhi di cioccolato, mi guardava sorniona... 

Pax et bonum!









* Circa 300 associazioni pacifiste di tutto il mondo hanno aderito alla giornata mondiale contro la guerra allo Yemen che si è svolta il 25 gennaio 2021.

domenica 24 gennaio 2021

"Vita senza tempo" - Da Calcata a Treia




"Vita senza tempo" è la raccolta di una corrispondenza intercorsa tra me e Paolo D'Arpini nei primi tempi della nostra conoscenza e poco prima che lui lasciasse Calcata per trasferirsi definitivamente a Treia. 

Su youtube esisteva  un vecchio filmato, girato da Giorgio Vitali ed Orazio Fergnani a Bracciano diversi anni fa (settembre 2011), dove eravamo andati, partendo da Treia,  a presentare il nostro libro in un centro vegetariano, invitati da un vecchio amico, Foma Fomic… bellissimo ricordo andato perso… (*)

Era stata una serata veramente piena di accoglienza e calore, per l’occasione erano intervenute persone, amici di Paolo, che lui non vedeva da tantissimo tempo, come Lidia Bonura o Noemi Longo, incontrata con grande piacere lì per la prima volta, o Afra, ragazza dolce e forte, grande amante dei pelosi, ma anche degli umani, qualora in sintonia (e noi credo proprio che lo fossimo), Caterina, la figlia di Paolo con i suoi bei bambini, Paola, la con-nonna di Paolo stesso.

Mi sento in questo momento di volere, col ricordo di quei bei momenti, riabbracciare tutti quanti, anche quelli che non ho nominato per mia scarsa memoria, augurandomi di re-incontrarli, prima o poi, in qualche luogo, di questo o di altri mondi!

Caterina Regazzi


Caterina e Paolo a Bracciano

(*) Purtroppo non è più possibile visionare il video perché l'account collegato è stato chiuso.  


P.S. - Una memoria collegata:   http://www.lacitta.eu/cultura/58291-gianfranco-faperdue-il-giornalista-e-la-voglia-di-calcata.html

venerdì 8 gennaio 2021

Esperienza di osservazione della Natura... ed il gelsomino avventuroso



Come ho già avuto modo di dire, mi sto appassionando agli argomenti proposti da Stefano Mancuso: le piante e la loro intelligenza (e, per quanto mi riguarda, la loro vita e il loro modo di esistere). Ora sto leggendo, ad esempio, "Verde brillante". Lo presi in biblioteca circa un anno fa, mi era piaciuto tanto che ora me lo sono comprato e me lo sto rileggendo.

Nel risvolto della copertina si dice che "nel 2012 "La Repubblica" lo ha indicato tra i 20 italiani destinati a cambiarci la vita; nel 2013 il "New Yorker" lo ha inserito nella classifica dei world changers". E la mia vita la sta già cambiando. Le piante, che prima vedevo ma non guardavo, ora le guardo, soprattutto i grandi alberi. Già da prima guardavo cercandole, le erbe spontanee, anche quelle di cui non ricordo nè il nome né le proprietà, ma che riconosco per il loro aspetto. Questo grazie alle amiche Maria Sonia Baldoni e Aurora Severini.
Non ho un atteggiamento "rapace", le osservo, le contemplo, le conosco e riconosco e le rispetto. Le onoro.

Tra le cose che racconta Mancuso, come manifestazione di una intelligenza delle piante, c'è la loro capacità di movimento, della parte aerea per raggiungere la luce o un appiglio, delle radici (e quindi questi non li possiamo vedere) per raggiungere le zone del terreno dove possono trovare i nutrienti a loro necessari. Veramente anche quelli delle parti aeree si vedono poco, bisogna stare attenti.Si vedono bene (e sono bellissimi) in certi filmati fatti con fotogrammi discontinui, che, messi insieme, rappresentano in un minuto, movimenti di ore o giorni. 

Avevo notato, già da diversi mesi, che il gelsomino che cresce abbrancato alla ringhiera fuori dalla mia cucina sta facendo tanti nuovi getti e che questi si protendono verso la casa, alla ricerca sicuramente di un appiglio (non vogliono venire a prendere un tè da me). E ho cercato di "invogliarli" ad intrecciarsi fra di loro, pensando con un po' di tristezza che prima o poi mi toccherà tagliarli perchè sono in mezzo al passaggio delle persone che salgono ed entrano in casa. Ma oggi è capitato un fatto buffo: qualche giorno fa ho fatto un brodo e poi l'ho messo a raffreddare sul tavolino che sta su questo terrazzo e, dato che pioveva, ho spostato un po' questo tavolino che normalmente sta vicino alla ringhiera un  po' più verso la casa, in modo che stesse sotto al tendone semiaperto che sta sopra al terrazzo. Oggi ho scoperto che un ramoscello, un getto del gelsomino è riuscito ad "agguantare" uno dei ferri che formano le gambe del tavolino e ci sta stretto stretto, tutto arrotolato e tutto tirato. Credo abbia fatto una bella fatica a fare questo lavoro, ma ora "lo vedo soddisfatto" . Fa proprio tenerezza!

Osservare la natura è, per me, bellissimo.

Caterina Regazzi



sabato 2 gennaio 2021

Treia. Memoria di Carmen Tornari e proposta all'associazione Artemisia

 

Treia. Carmela Petrocchi, in arte Carmen Tornari *

Il 2 gennaio a Treia si svolgeva l'antica e tradizionale fiera più importante dell'anno e il teatro ne era protagonista soprattutto con il ballo perché si ballava dalle 10 del mattino fino a mezzanotte senza interruzioni significative. Ho ricordi personali incancellabili perché nel secondo dopoguerra ne fu protagonista anche l'orchestrina di mio zio Giuseppe Meriggi. Ripensando al teatro mi è tornato in mente il ricordo che ho fatto qualche settimana fa della cantante lirica treiese Carmela Petrocchi, in arte Carmen Tornari, che cantò in tutti i teatri del mondo, ma anche a Treia con Beniamino Gigli.

Forse l'Associazione Artemisia di Treia, diretta da Edi Castellani, che è piuttosto incline verso l'arte al femminile, potrebbe farsi promotrice del recupero dei resti mortali di Carmen e del marito e trasferirli dall'ossario e collocarli nel loculo della loro figlia Nellie Melba che, deceduta qualche anno fa, è sepolta a Treia? Io proposi di intitolare a Carmen Tornari il nostro teatro, ma intanto si potrebbe fare questo gesto di umanità e di recupero della memoria di una grande artista. Io ho conosciuto la figlia che mi disse che la madre ci teneva a dire a tutti e in tutto il mondo che era marchigiana e di Treia. Si potrebbe pensare anche a creare un evento e io mi metterei a disposizione per collaborare. Nel 1987 ero presidente di un Centro culturale a Treia e ricordai Carmen con una conferenza e un concerto...


Prof. Alberto Meriggi







Treia. Edi Castellani presidente di Artemisia