mercoledì 27 giugno 2018

Treia. L'improvvisazione al Collettivo Bioregionale Ecologista del 24 giugno 2018


Gelso bianco cavo -  Alla "Talea" di Treia

L’improvvisazione è un po' la mia caratteristica. La mia formazione teatrale-timida mi ha educato a non temere il giudizio altrui mentre parlo; a farlo solo dopo aver parlato. In questo "seguire il flusso" difficilmente si ha memoria di cosa si è detto ma poi ho pensato: E che ci vuole?  Dai, dai! Fai  la stessa cosa mentre scrivi! Ritorna a casa, alla fonte… magari parti da quelle persone che hanno parlato prima di te di cui ricordi i “paesaggi”,  le parole. 

Prima di me, al collettivo bioregionale ecologista (tenuto il  24 giugno 2018  alla Talea di Treia),  aveva parlato Enzo, ancora prima,  Giuseppe, lo avevo visto lì per la prima volta. Felice prima di lui. C’era un suonatore di organetto che parlava già solo con gli occhi. 

Luciano Carletti

"I paesaggi" fino a quel momento erano stati giocosi, i “musicisti” tutti, per la natura stessa che hanno, sono colline… con qualche pianura e molti ruscelli. C’è qualche bosco ma in prevalenza sono orti e paesaggi con animali selvatici che ti si avvicinano perché sanno che non li mangerai. Uno che cammina per migliaia di chilometri (Andrea) facendo un pellegrinaggio che manco i cristiani fanno, cibandosi di ciò che trova in giro, può far paura ad un capriolo? 


Quei tre musicisti non avevano mai suonato insieme ma vibravano dello stesso paesaggio. Per questo la loro era melodia; concerto. Ed era collina, grano maturo da mietere,  farfalle e papaveri ed  uccelli ed in fondo  un ruscello a cui tutti andavano ad abbeverarsi.

Giuseppe era entusiasta e si vedeva che stava proteggendo il paesaggio dei musicisti e degli altri. Sembrava fosse perennemente sul punto di scoppiare.

Io credo che Giuseppe sia una casa di pietra, badate al suo interno c’è ogni confort, ma le cose di cui gode sono la vecchia sedia di suo nonno, una poltrona e la luce che da una finestra piccola, illumina di giallo ogni ricordo della sua infanzia. Enzo è un uomo colto e della cultura e della stratificazione, ha  il peso sulle spalle. E’ un archeologo. Provate voi a camminare con il peso dei secoli  mentre giovani allegrissimi si siedono su un muro che doveva essere una chiesa e ci spengono sopra una sigaretta. 
Ma poi tocca a me… ed ora cosa dico? 

Vi dirò che siete fortunati perché voi seppur paesaggi differenti siete raggiungibili da chiunque di voi in meno di un’ora di cammino. Io sono un artigiano, o meglio un artista e ad oggi non è un pregio.
Vedete voi avete capito le cose fondamentali della vita, ovvero che la Natura è Madre Benevola ma anche severa. Non puoi farle del male troppo a lungo senza avere una sculacciata. Lei ci ama ed ha anche pena di noi, ma è enormemente più saggia e forte di quanto mai potremo comprendere.

Mio padre è morto lo scorso anno aveva un’età non disprezzabile, era stato un carabiniere dall’età di 18 anni, ed era morto da carabiniere. 

Si era dimenticato d’essere stato contadino prima dei 18 anni. Saltuariamente lo ricordava ed infatti noi in Ancona eravamo l’unica famiglia in città che aveva i prodotti naturali della terra di provenienza del suo capo famiglia, custoditi in una stanza segreta,  3 metri sotto la terra  in piena città. Era uno scrigno del tesoro "Piceno”. Un anacronistico sguardo al passato. Con l'orrore di ogni  animalista di oggi, a dicembre tornava la famiglia, ad Ascoli e partecipava al sacrificio del maiale. Con amore lo macellava e poi lo appendevano sotto al tetto e  suo fratello che non aveva riscaldamento provvedeva ad irrorarlo del fumo del camino per la conservazione; oggi lo paragono all’incenso di una chiesa. Non voleva che fossi li quando lo uccidevano, perché la mia pena lo tratteneva sulla terra e lo faceva soffrire, dicevano. Solo quando era il momento veniva da noi in “città” nel nostro scrigno. 

Con lui ortaggi, formaggi, vino. 

Immagine correlata

Eppure mio padre venne corrotto. Lo comprarono con il benessere, con la tranquillità economica e l’opulenza poi (se solo avesse saputo quanto fosse vuota quell’opulenza). Lo addomesticarono, ma mai fino in fondo. Quando crebbi dopo molte estati nella case dei miei nonni, non credetti ai miei occhi quando lo vidi buttare pesticidi come se fossero acqua fresca a due passi da un fiume. Glielo dissi, ma i padri a volte sono come gli artisti, a fatica e solo i migliori capiscono quando l’allievo diventa il maestro. Madre natura gli parlava continuamente ed aveva tentato di usare anche me. Mio padre è morto di tumore. E questo non è triste, questo è un insegnamento. 

Ormai la gente è consapevole che non può sgarrare troppo; stiamo tutti male, cattivo cibo e cattivi sentimenti ci stanno uccidendo. Per questo volgiamo lo sguardo  verso nostra Madre Terra e lei benevola ci dice: figli miei Smettete di Essere Stupidi. A me che sono un artista mia Madre mi ricorda quanto l’uomo si stia smarrendo per altri inganni. Ogni famiglia 70 anni fa sapeva fare almeno 10 magie. Erano algoritmi divini, le donne erano matematiche sopraffine quando facevano il tombolo o l’uncinetto o la maglia. 

Filavano la lana e nei telai creavano velli. Raccoglievano erbe ed erano erboriste. Preparavano il cibo ed erano filtri d’amore. Raccontavano storie ed erano poetesse. Gli uomini poi erano falegnami, fabbri, druidi, ed ingegneri. Una volta vidi un vecchio fare una piccola diga per innaffiare l’orto. Mi disse l’acqua gira è tonda….non la puoi fermare. Demolisce il palazzo più grande è morbida e tenace…….se vuoi catturarla sappi che non potrai farlo a lungo se non con molto impegno e dedizione e non fare angoli o spigoli, perchè lei odia gli ottusi e va sempre dove è giusto che vada. Facevano scale, forni perfetti, allevavano bruchi che creavano fili, fili che si tramutavano abiti… ed oggi? 

Oggi le famiglie non hanno poteri. Si sono divise e la loro conoscenza è scomparsa.  E’ vero è colpa nostra ci siamo lasciati ingannare; ci siamo stancati di essere trattati male ed abbiamo scelto di vivere un po distanti gli uni dagli altri. Poi la distanza aumentava infine quando mangiavamo vicini nelle feste di famiglia non ci sentivamo più.

Risultati immagini per Pollock

Ho parlato poi di Pollock  e di come l’Arte sia sempre stata al servizio dei potenti, a volte senza che gli artisti stessi lo sapessero (documenti rivelano che la C.I.A. finanziò la sua arte per opporre una via machista e liberale alla cultura di sinistra russa). Ma anche di come i messaggi nascosti abbiano tenuto in vita la speranza. Voi non potete immaginare quanti soldati invisibili si dedicano alla sopravvivenza delle Antiche Virtù. Ma sono soli ed a loro è richiesto il profitto. 

A loro è richiesta la quantità.  A voler pensar male……   ... produrre tanto cibo privo di nutrienti fa male al corpo degli uomini e  produrre  arte svuotata dei suoi contenuti pratici e spirituali etici e morali dà il colpo di grazia ad una società debole e malaticcia.

Ma pensar male non si  fa mai del bene.  

A volte ri-iniziare un percorso vuol dire guardarsi dietro e sotto  verso le proprie radici. Sud/ Ovest.

Questo è quello che ricordo, questo è quello che ho creduto di aver detto, questo è quello che avrei voluto dire. Questo ed altro ancora.

Grazie della bella giornata

Andrea, e la più discreta e saggia Barbara, de "I SanTi"

Treia. I SanTi al Collettivo Bioregionale Ecologista 2018

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