venerdì 12 febbraio 2021

Treia. Una memoria sulla Festa dei Precursori (ed un progetto in fieri)



Ante scriptum. Buongiorno Paolo, mi sono divertito a enfatizzare un mio ricordo della Festa dei Precursori, che solitamente si tiene a Treia attorno al 25 aprile. Di foto ne ho tante ma la prima, secondo me,  esprime il luogo e l'insieme che la caratterizza... (F.R.)

Mia rispostina: "Con tutti questi lockdown e distanziamenti sociali non so se quest'anno l'evento potrà tenersi, comunque stiamo lavorando al programma. Se tutto va bene il 24 aprile  si terrà un incontro pubblico per presentare un Progetto di Promozione della Lettura ed anche uno spettacolo di burattini. Il 25, oltre alla consueta passeggiata erboristica mattutina, pensiamo di presentare il nuovo libro di Lorenzo Merlo "VIVERE, PARLARE, PENSARE SENZA DIRE IO" che contiene un'intervista  con la mia persona tenuta qui a Treia. Ci saranno anche altri eventi che  stiamo cercando di affinare. Speriamo che tutto possa realizzarsi, intanto ti ringrazio per la tua "memoria" (P.D'A.)



...solo l’inchiostro cavalca il mio spirito,  mi muovo lento e a fatica nel bosco di linguaggio con il falcetto raccolgo lettere e parole che ammucchio sui fogli bianchi di quaderno,  in lontananza intravedo un gran cespuglio: traiettorie indissolubili deviano il flusso di alberi di canto immaginari immersi nel paesaggio sonoro sfondo dipinto del mondo circostante dove il vecchio fiume scorre ancora nel pesante baule di una lumaca almeno per questa sera viaggio nel suono della notte aprendo la via al suono interiore dei sogni e dei colori nella continua ascesa verso la libertà dalla materia. 

Consapevole attenzione guida la riscoperta della memoria dove i pensieri restano immobili in istanti senza tempo: natura e spirito, spirito e natura danzano insieme, gloria allo spirito, gloria alla natura. La nave salpa e attracca in un altro porto e un nuovo nome soppianta il precedente: nella valle del pensare ho perso il bandolo della matassa e ora restiamo un po' in silenzio per accedere all’incirca. L’ingresso è dopo il bar.

lo stiamo ancora cercando passeggiando per erbe selvatiche nelle Marche di brodolungo e ciocchecciò: ciambellone pesche sciroppate vino cotto. 



Nella bella piazza le rondini garriscono allegre al suono dell’acqua dalla grande fontana centrale guardiamo oltre l’infinito... 

La poesia della terra nella terra della poesia. 

I dolci amanti usciti dalla folla cittadina si avviano per la collina tramontate le stelle un FLUSH che squaglia l’istante come l’asfalto al solo agitarsi oltre la segreta linea. Il pensiero debole del selvaggio colto o il pensiero colto del selvaggio debole a noi la risposta. Quando parto ho uno zaino vuoto e torno a casa che lo zaino è pieno. Difficile descrivere i doni ricevuti, con l’occhio del tempo guardo attraverso questo caleidoscopio di emozioni. Sono partito verso una destinazione ignota non conoscevo nemmeno il nome del paese dove avremmo soggiornato. Ero contento di conoscere nuovi amici senza nessuna aspettativa. Dal primo istante ho sentito sintonia armonia. 


Treia è bella,  il teatro è stupendo, il panorama intorno e il vento, amo molto il vento. Persone che arrivavano anche da lontano e tutte collegate da un filo invisibile. Era come stare a teatro sul palcoscenico con altri personaggi o come in un giardino caotico e spontaneo... 

bello proprio per questo! 

Abbiamo poco tempo per la fretta,  abbiamo altro a cui pensare,  la nostra zappa ha un tempo lungo e il suo ritmo è lento e ci avvolge in una nuvola di fiori coltiviamo empatia linea precisa e netta basta spostarsi di poco dal fiume e dalla sua corrente miracolo di una nuova vita, siamo quel che siamo in ogni momento polvere al vento. La polvere delle strade ha lasciato nella mente più di un granello di sabbia d’oro: amo le cipolle, nessuna stella nel cuore, amo la terra calda e rovente spesso lontana. mai stato zitto il campagnolo si specchia nella terra e la farfalla si libra sulla luna incespicando nelle stelle che giocano con la luna dei gemelli. 

Il suono della terra nell’attesa del respiro algoritmo di un bacio senza spazio per la nostalgia, nuova utopia d’amore e nuovo orizzonte di vita per interiorizzare esperienze ancestrali arcaiche seminiamo ancora seminiamo sempre segni onirici realizzabili e non realizzabili complessità di ragionamenti che si fanno percorsi di vita individuali e collettivi: zenzero cannella e chiodi di garofano al profumo di bergamotto, 

nero è meglio!

Ferdinando Renzetti - ferdinandorenzetti@libero.it



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