giovedì 4 agosto 2016

Treia, 10 agosto 2016 – La notte di San Lorenzo sotto una buona stella, con musica e poesie, in Contrada San Lorenzo di Treia



Anche quest'anno  trascorriamo la Notte di San Lorenzo a guardar le stelle, sperando che i nostri desideri per un mondo migliore vengano esauditi. Saremo a Treia, in contrada San Lorenzo e sotto la volta stellata ci sarà musica e poesia. Sì, perché proprio il 10 agosto 2016 la Banda musicale di Treia ha organizzato una fantastica manifestazione culturale.

Il programma della serata me lo ha illustrato Paolo Damiani, il presidente dell'ente bandistico treiese: “La prova d'orchestra si terrà nel tardo pomeriggio in loco ma lo spettacolo vero e proprio inizia alle ore 22 con l'esibizione degli studenti suonatori Iuniores che vengono da vari paesi del circondario e si uniscono ai nostri ragazzi in un concerto corale.  La Banda di Treia inizierà a suonare verso le ore 23, quando le stelle saranno ormai alte nel cielo e speriamo che ve ne siano tante di cadenti. Dopo il concerto bandistico saliranno sul palco i poeti marchigiani della Compagnia Teatrale "La bottega delle Ombre" che esprimeranno a turno i loro versi appositamente creati per l'occasione...”

Caterina ed io saremo presenti alla manifestazione ed invitiamo a partecipare anche tutti gli amici di Treia e viciniori. 

Paolo D'Arpini


Post Scriptum: 
Durante quella settimana di agosto al Circolo vegetariano VV.TT. si tiene la settimana della convivialità e dell'accoglienza bioregionale con vari eventi matristici, fra cui il pellegrinaggio alla grotta di Santa Sperandia che si svolge il 13 agosto 2016 (Vedi: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2016/05/16/treia-dal-13-al-15-agosto-2016-il-circolo-vegetariano-vv-tt-dedica-tre-manifestazioni-al-femminino-sacro/). 
Con partecipazione gratuita.
Info. 333.6023090 - 0733/216293


Qui di seguito alcune informazioni sulla tradizionale notte di San Lorenzo:

SCIAME DI STELLE: "NON SON LACRIME MA SEMI DI VITA..."

Tutti noi quando eravamo bambini, e forse anche da adulti, aspettavamo la notte del 10 Agosto per esprimere quei desideri che non potevamo apertamente manifestare, affidandoli alle scie luminose.

Sciame di stelle: "Non son lacrime ma semi di vita..."Sciame di stelle: "Non son lacrime ma semi di vita..."


Tutti noi quando eravamo bambini, e forse anche da adulti, aspettavamo la notte del 10 Agosto per esprimere quei desideri che non potevamo apertamente manifestare, affidandoli alle scie luminose. Le famose stelle cadenti della notte di San Lorenzo.


Nella mitologia cristiana questa data è legata al martirio del santo, che dal III secolo si dice sepolto nell’omonima Basilica a Roma. La leggenda narra che le stelle cadenti siano le lacrime del martire versate durante il suo supplizio, che vagano in eterno nei cieli, e scendono sulla terra, soltanto nel giorno in cui Lorenzo morì, creando così un’atmosfera del tutto magica.

In questa notte infatti, si crede, si possano avverare i desideri di chi con il naso all’insù aspetta di vedere una stella cadente mentre si pronuncia una filastrocca che così recita: “Stella, mia bella stella, desidero che…”, e sognando come in una fiaba si attende che l’evento desiderato si avveri e verifichi durante l’anno. Ma la tradizione magica delle stelle cadenti è ben più antica.

I cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo traendola dalla Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo: Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della fertilità dei campi, era assimilata a Fauno e Lupesco. Da Larentia a San Lorenzo il passo è brevissimo.

Dal che se ne deduce che le celebrazioni del 10 agosto risalgono alle divinità fecondative che, oltre all'aspetto femminile di Acca Laurenzia, sono identificate nel maschile: Priapo (anche detto: Pan, Dioniso, Luperco, Inu, Fauno). Le Falloforìe, erano festeggiate il giorno dello Sciame meteorico annuale, come simbolo della pioggia del seme fecondatore che cade sulla terra.

Nel “De cupiditate divitiarum”, Plutarco così ci illustra la processione in onore del Gran Dio Priapo del 10 di agosto e giorni seguenti: "In testa è portata un’anfora di vino misto a miele, ed un ramo di vite. Segue un altro processionista con un cesto di fichi. Infine, le Vergini portatrici del fallo gigantesco col quale erano irrorati i campi". In Grecia, invece, le processioni col fallo terminavano con una pioggia di acqua mista a miele e succo d’uva indirizzata verso i campi, quale eiaculazione del seme primordiale, origine della Vita.

di Paolo D'Arpini


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