domenica 4 aprile 2021

Treia e le mie storie di vita bioregionale...



Anch'io, nel mio piccolo, ho  cercato di contribuire alla storia di Treia. L'ho fatto nell'unico modo che conosco: scrivendo e raccontando tante piccole avventure vissute giorno per giorno. Alcune  le  propongo di tanto in tanto in alcuni blog ed in alcuni gruppi di facebook dedicati alla vita sociale del paese. 

In questo periodo di  "lockdown" e di distanziamento fisico e sociale  ci sono ben poche cose da vivere in comunità ed i miei racconti si son fatti più radi. Ne approfitto perciò per fare  alcune annotazioni sulla mia venuta e permanenza in città, anche considerando che l'età avanza e non si sa mai quel che può succedere....  

Osho disse: "Se stai invecchiando, ricorda che la vecchiaia è il culmine della vita. Ricorda che la vecchiaia può essere l’esperienza più bella. Il vecchio si trova nello stesso stato di quiete dopo una tempesta, quando prevale il silenzio. Quel silenzio può avere una bellezza immensa, una profondità e una ricchezza incredibili. Se il vecchio è realmente maturo, allora diventa bello. Cresci, matura interiormente, diventa più attento e consapevole. La vecchiaia è l’ultima opportunità che ti viene concessa."

Ovviamente sono d'accordo con lui  e mi godo questa esperienza con grande calore e soddisfazione, anche perché ho avuto la fortuna di trovare, proprio in tarda età, una compagna adatta al mio percorso: Caterina Regazzi. E' stata lei, nel 2010, a "rapirmi" da Calcata ed a condurmi a Treia, dove da allora abito nella sua bella casa nel centro storico, occupandomi anche della conduzione del Comitato Treia Comunità Ideale e del Circolo Auser Treia, una associazione di promozione sociale per  l'invecchiamento attivo.


Così, per riconoscenza verso Caterina Regazzi e verso Treia,  tempo fa decisi di scrivere il libro "Treia: storie di vita bioregionale"...  In esso racconto alcune storielle minute di eventi vissuti
 nei primi anni della mia permanenza  in questa città delle Marche, che ormai è anche mia. Le osservazioni del mio vivere a Treia sono per me significative anche perché rappresentano la fase finale della mia esistenza. Avendo già raggiunto un'età in cui solitamente un uomo si definisce anziano...


Il libro "Treia: storie di vita bioregionale" è corredato di una presentazione di Michele Meomartino  e di una appendice con interventi di Antonella Pedicelli,  Alberto Meriggi, Caterina Regazzi, Simonetta Borgiani ed  Enzo Catani. Le immagini di copertina e contro-copertina sono state realizzate da Daniela Spurio.  

Per chi volesse leggere il libro potrà trovarne una copia nella costituenda  piccola biblioteca e sala di lettura sita nella sede di Auser Treia, in via Lanzi 20. Al momento la struttura è aperta il martedì, giovedì e sabato mattina, dalle ore 8.30 alle ore 12, prossimamente sarà aperta anche in altri orari che verranno presto comunicati (contatti: auser.treia@gmail.com). 


Paolo D'Arpini 






















Auser Treia. Biblioteca in allestimento


lunedì 29 marzo 2021

Treia - Acqua frizzante ed attracco meccanizzato out of service



Eccomi qui, da pochi giorni son tornato a Treia, dopo una permanenza romantica a Spilamberto dalla mia compagna Caterina. Solo soletto ho pensato di farmi una bella passeggiata, per respirare aria buona sotto le mura, e contemporaneamente approfittarne per attingere acqua al distributore automatico installato dal Comune in un'area verde. Armato di un paio di bottiglie da un litro e munito della tessera "acquaria",  a suo tempo fornitami,  sono sceso verso Porta Vallesacco per poi dirigermi, ovviamente  a piedi, verso la Casa dell'Acqua. 


Giunto a destinazione e respirando a pieni polmoni l'aria di campagna ho avuto la chance di   trovare la postazione libera. "Che fortuna!" mi son detto "meglio, prima che sopraggiungano utenti motorizzati  che facciano rifornimento". Purtroppo, essendo un po' imbranato con le macchinette tecnologiche,  ci ho messo un po' a capire come funzionasse la  tessera "acquaria" ma infine dopo ripetuti tentativi ho  schiacciato il bottone dell'acqua frizzante ed ho osservato lo zampillo pieno di bollicine che riempiva  i miei recipienti. Ho provato anche ad assaggiare il liquido per essere sicuro che fosse ben frizzante, ed infatti lo era! "Meno male!" mi son detto "stavolta l'acqua non diventerà scipita dopo un giorno".


Non mi restava che tornarmene verso il paese e tutto speranzoso mi sono avvicinato all'attracco meccanizzato. Sul pulsante la lucina era accesa, ma prova che ti riprova l'attracco non dava segni di vita. Guardando meglio ho notato che sopra il pulsante campeggiava una piccola scritta "Out of service". Purtroppo  mastico anche l'inglese e così ho capito di essere rimasto fregato. L'ascensore era fuori servizio, probabilmente per un guasto.


Armato di santa pazienza ho iniziato la scalata del ripido percorso pedonale, con i miei due litri  nella katana, a metà mi sono ricordato di aver dimenticato la tessera "acquaria" nella casa dell'acqua. Son dovuto tornare indietro  per poi risalire,  con il fiatone, "chi non ha cervello ha gambe" dice l'adagio,  per fortuna  durante il tragitto non c'era obbligo di mascherina, essendo io da solo ed  all'aperto. Giunto alla prima rampa dell'attracco ho potuto constatare che l'ascensore era fermo con la porta aperta ed anche lì campeggiava la scritta "out of service".  Pian piano sono arrivato in cima alla strada... sudato ed accaldato, per fortuna avevo con me l'acqua fresca.


Tornando a casa, passando per un centro storico pressoché deserto, ho  incrociato una mamma con un bambino che dirigendosi verso un raggio di sole gli  diceva "ecco il sole, guarda che bello". Sì il sole è bello, ci dona anche la vitamina D che aiuta a  combattere l'infezione.

"Che bella cosa na jurnata 'e sole,
n'aria serena doppo na tempesta!
Pe' ll'aria fresca pare gia' na festa...
Che bella cosa na jurnata 'e sole."

Epperò il sole dei poveri è diverso da quello dei ricchi. l'ho appreso leggendo una letterina dell'amica ecologista Marinella Correggia, che mi scrive: "Le misure antivirus: a tutti i livelli favoriscono i privilegiati, anche quando inquinano ...e qui non parliamo nemmeno di Big Pharma, dei giganti del digitale e degli altri grandi privilegiati. Questo è risaputo. Parliamo della differenza fra chi non può (zona rossa!) allontanarsi di due chilometri dal tinello di casa per fare un merendino nel bosco, a costo zero e inquinamento zero, e chi invece avendo i soldi può negli stessi giorni portare la famiglia alle Maldive o altrove inquinando per decine di migliaia di chilometri di volo aereo solo per una vacanza esotica (https://www.astoi.com/press/astoi-gli-spostamenti-per-recarsi-in-paesi-esteri-aperti-e-fruibili-per-turismo-sono-consentiti-anche-nelle-zone-soggette-a-restrizioni-id-13894.html). Il primo gruppo umano, se si azzarda a camminare fuori casa verso un bosco con borraccia, thermos e portavivande (nemmeno un rifiuto!) verrà multato, anche se non incrocerà "non congiunti". Il secondo verrà omaggiato.
Già: infatti le tasse sul carbonio non esistono, in pratica. In un mondo sano, dove sono le attività malsane a essere sanzionate, la gitarella nel bosco vicino a casa sarebbe premiata e il mega-viaggio ludico all'altro capo del mondo verrebbe pesantemente disincentivato.
Ma ieri, oggi e domani, la realtà è un'altra."

Ed anche qui a Treia la realtà è un'altra: i motorizzati sono avvantaggiati e gli appiedati penalizzati. Spero che l'amministrazione ci metta una pezza e che l'attracco meccanizzato riprenda tosto le sue funzioni livellatrici...

Paolo D'Arpini - Cittadino pro tempore di Treia



domenica 14 marzo 2021

Treia. C'era una volta... la terra nel paese della terre



Treia. La sorpresa è stata veramente grande quando mi sono ritrovato all’interno di una struttura modernissima in vetro e acciaio: la terrateca, si proprio una terrateca, come si vede dalla foto, una grande libreria di vetro che al posto dei libri contiene barattoli che contengono tutte le terre della Regione Marche. La terrateca dell' “osservatorio regionale suoli”. 

Conoscevo già bene il paese per le architetture in terra cruda presenti sul territorio, Treia infatti fa parte dell’associazione nazionale “città della terra cruda”. Sapevo della vocazione agricola del suo comprensorio e soprattutto della tradizione degli studi a riguardo della famosa Accademia Georgica attiva dalla fine del 400. 

Il comune di Treia, in collaborazione con L’Auser Treia, ha organizzato un laboratorio di educazione ambientale sul tema della terra cruda con i ragazzi delle scuole primarie del paese, circa settanta ragazzi con una decina di maestre e quattro ragazze volontarie del servizio civile. 

Con Edi Castellani assessore alla cultura abbiamo sistemato gli spazi e abbiamo deciso per due postazioni una per terra, per la fase “sensoriale” e una attorno ai tavoli per la fase “emozionale”. Così quando e’ arrivato il primo gruppo di ragazzi ci siamo seduti tutti in cerchio sul bel pavimento e con i miei attrezzi ho proposto alcuni esercizi per sviluppare la sensorialità e la conoscenza dei materiali. Importante il feed back la cosiddetta retroazione di una informazione che trasmettiamo che può essere immediata, cioè dato un esercizio tutti lo svolgono rispettando i minimi principi di partecipazione, analisi con i cinque sensi delle varie terre colorate ridotte in polvere con un pestello e un mortaio setacciate con un piccolo setaccio e mandala con le varie polveri colorate ottenute sui fogli bianchi. 

Tutti stanno attenti e il pestello passa di mano in mano seguendo il cerchio così le varie zollette di terra da guardare sbriciolare tastare assaggiare e sentire… sentire tutte le storie che hanno da raccontarci i vari personaggi: humus, argilla, limo, sabbia che la compongono e la memoria, la memoria dei luoghi da cui è stata prelevata. La memoria dei minerali ossidati variamente da ossigeno e luce con cui e’ stata in contatto, dei microrganismi, della vegetazione, del clima o di mari e laghi sotto cui si sono formati i sedimenti soprattutto argillosi. Tutto e’ importante per la colorazione di una terra. Dicevo che il feedback circolare mi indica quanto interesse suscita un esercizio: dal tempo che impiegano gli attrezzi o le varie zolle di terra a fare il giro completo del cerchio composto da circa trenta ragazzi, nel frattempo nell’attesa ognuno sperimenta i materiali per suo conto, chi prende la paglia chi una spiga di grano, chi un chicco, chi sperimenta già la barbottina pronta ad essere stampata dalle mani sui fogli bianchi. 



A un certo punto il cerchio è così attivo e concentrato nei lavori che mi allontano e lo lascio fare e mi dispiace proprio per il poco tempo a disposizione interromperlo mentre e’ così attivo e divertito dalla scoperta di nuovi materiali e nuovi modi del fare, per passare alla fase successiva quella “emozionale” al contatto con i materiali impastati: terra acqua e paglia. Se il gruppo risponde poco o si distrae lo riporto sulla onda giusta attraverso il feed back della curva: a seconda dell’accelerazione centripeta correggo con il manubrio la direzione dell’auto in curva. Così se i ragazzi si distraggono li riporto sulla stessa onda di frequenza con esercizi di meditazione dinamica di corpo e voce che attrae la loro attenzione: acchiappa la i partendo dall’alto verso il basso i e a o u u o a e i e via si seguito tutti sono attratti dall’esercizio e mi seguono nell’onda sonora, riconquistata in tal modo la loro attenzione rilancio il tema della terra cruda attraverso un racconto: una zolla viveva felice girando il mondo guardando nuvole allegre la luce del sole gli uccelli cantare e gli insetti ronzare, un giorno incontra una spiga di grano ed è subito attratta da lei e le dice: bellina te piace l’allegria! vuoi ballare con me? E iniziano a ballare per paesi e borghi aie e contrade e tutta la terra si riempi di spighe di grano. Un giorno inizio a piovere e la zolla si bagno e si trasformo in fango la paglia si inzuppo continuando a ballare stretti stretti si ritrovarono fusi l’una nell’altra componendo una palla perfetta, così li ho invitati al tavolo e ognuno inizia a lavorare plasmare pasticciare il materiale a sua disposizione nella massima libertà creativa espressiva. 




Capisco quando il gruppo e’ pronto a passare alla fase successiva anche attraverso il feedback del termostato della caldaia, quando la lancetta raggiunge la zona rossa sappiamo che l acqua è calda e possiamo fare la doccia. Questo tipo di feed back è molto utile anche se dipende soprattutto dall’esperienza personale di ognuno di noi e dal tempo che abbiamo a disposizione e dalla direzione che vogliamo dare al tipo di didattica che proponiamo. All altro gruppo ho inserito la seconda fase del laboratorio attraverso una canzoncina dello zecchino d oro: Don Chisciotte e Sancio Panza vanno in giro per il mondo, uno e’ lungo lungo lungo, l’altro e’ tondo tondo tondo. Sancio panza raffigura la zolla e Don Chisciotte, la spiga di grano. Inizia la pioggia, scivolano giù per una scarpata rotolando e si ritrovano pure loro a formare una sfera perfetta. 


Lancio pure a loro l’invito a realizzare una bella palla di fango e paglia. Ce’ da dire che all inizio del laboratorio mi sono presentato come Fiordifango perché faccio crescere strani fiori con la paglia e con la terra. Alla fine un bel feedback collettivo di nuovo seduti in cerchio scambiandoci i vari commenti sulle varie fasi e sulle preferenze dei lavori svolti. Tobia dice che lui mi ringrazia tantissimo anche se la sua maglietta sicuramente non e’ della stessa opinione. Una maglietta gialla tutta imbrattata di fango, sul davanti. Rispondo che sarà il nuovo modello, da esibire durante tutta l’estate. Alla fine cantiamo tutti una canzoncina scritta tempo fa: panta panta panta rei questo e’ il mondo che vorrei!


Giocare con la terra cruda - Incontro teorico-pratico a Treia 

A Treia il laboratorio “Emotional Design” - Imparare modellando la terra (Fonte: Picchio News)

Il 27 aprile 2018, nell'ambito della Festa dei Precursori, alle ore 18, nella sede dell'Auser Treia, dopo il laboratorio sperimentale con i bambini, svolto nella Sala Multimediale del Comune,  si è tenuto  un incontro teorico/pratico sulla lavorazione della terra cruda e sul suo apporto alla civiltà umana e di come si è svolta l'opera civilizzatrice  nel corso dei secoli e dei millenni....

Antonio Marcucci, Edi Castellani, Ferdinando Renzetti, Paolo D'Arpini - Nella sede di Auser Treia

Il Comune di Treia da tempo si impegna nella valorizzazione della Casa di Terra cruda in contrada Fontevannazza, attraverso una serie di attività e progetti rivolti alle scuole, organizzati e curati dall’assessorato alla cultura. La novità di quest’anno ha visto la collaborazione dell’Auser Treia per quanto riguarda i laboratori didattici con la terra cruda. Il 27 aprile, dopo un percorso di visita guidata presso la Casa di Terra, rivolto alle classi seconde della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “E. Paladini” di Treia, Passo di Treia e Chiesanuova, si è svolto presso l’Aula Didattica Multimediale del Museo Archeologico del Comune di Treia, il laboratorio “Emotional Design”. L’intento di questo incontro teorico-pratico è di avvicinare gli studenti al mondo della terra cruda, favorendo attraverso un’attività ludica, l’apprendimento di forme di costruzione naturali e sostenibili, alternative al cemento e rispettose dell’ambiente. Il laboratorio è stato guidato da Ferdinando Renzetti, un esperto delle tradizioni rurali, che collabora con il centro di educazione ambientale di Casalincontrada “CEA CedTerra”, promuovendo e realizzando in prima persona laboratori e workshop sulle tecniche costruttive con la terra, sui materiali naturali e sulle loro reinterpretazioni attuali. Il percorso si è sviluppato in due fasi distinte: la prima, teorica,  si è incentrata sulla spiegazione degli elementi che compongo la terra, ovvero la sabbia, l’argilla, l’humus e il limo; i modi in cui essa può essere setacciata e lavorata con mortai e pestelli; i vari colori che può assumere in base ai minerali che la compongo, ad esempio, il rosso; l’apprendimento delle tecniche per spezzare la paglia e per ottenere la barbottina. Nella seconda fase, invece, i piccoli studenti si sono divertiti a creare e modellare con le mani una serie di impasti, dando vita ad oggetti-giocattolo dalle forme più disparate, come, barchette, gondole, cestini, mattoni, ecc. Dunque, un percorso, per sensibilizzare e mostrare agli alunni, che, utilizzando materiali naturali come la terra, è possibile costruire ed edificare senza inquinare e sprecare risorse, sviluppando, attraverso la fase pratica, la loro intelligenza sociale ed emotiva e l’uso della fantasia e della creatività.

Ferdinando Renzetti - 28.04.2018 





martedì 23 febbraio 2021

Degrado urbano? La colpa non è solo dei piccioni...

 



Sul problema dei piccioni in eccesso  e sulle soluzioni per contenerne il numero, mi confrontavo con Paolo ed abbiamo  notato che alcuni  sindaci in passato hanno emesso ordinanze per l'uccisione (da parte di cacciatori) di colombi, onde arrivare ad una riduzione della popolazione di questi animali, così apprezzati da turisti e animalisti, e così odiati da amministratori (almeno alcuni), agricoltori, allevatori, mangimisti, ecc.

Secondo il mio parere, essendo arrivati a situazioni di disagio per la popolazione, e di possibile danneggiamento per certe strutture, monumenti in primis, che necessiterebbero di ripulisti continui per evitarne la corrosione, forse quello previsto dai sindaci cacciatori  sembrerebbe il sistema più rapido, meno costoso e che, in certi ambienti dove la caccia è ancora ampiamente praticata e quindi più che tollerata, consente di prendere "due piccioni con una fava" nel vero senso del termine: si fanno felici gli amanti delle doppiette e si risolve, solo MOMENTANEAMENTE il problema del sovra-numero di questi animali.

Consiglierei  vivamente a questi amministratori di prevedere altre misure per il futuro: ordinanza per il divieto di dare cibo a questi animali, dotare gli edifici pubblici di dispositivi (punte) per evitare la nidificazione, sollecitare, magari tramite contributi, i privati ai medesimi interventi.

Paolo diceva, e non posso che dargli ragione, che questo proliferare di piccioni (ma anche per gli stessi motivi, di topi, ratti, gabbiani, ecc., cioè i cosiddetti "sinantropi" cioè animali che vivono vicino all'uomo, ma non sono domestici) dipende dall'alterazione dell'ecosistema creata dall'uomo.

In effetti è sotto gli occhi di tutti la distruzione dell'equilibrio naturale, la scomparsa dei nemici naturali di questi sinantropi (falchi e altri rapaci, piccoli e grandi mammiferi selvatici come gli istrici, le volpi) e l'abbondanza di cibo sparso nell'ambiente e a loro disposizione: discariche di rifiuti a cielo aperto, depositi di granaglie per l'alimentazione umana ma soprattutto del bestiame, ecc.) e dalla disponibilità, nelle nostre città, piccole o grandi che siano, di poter nidificare indisturbati.

Se però, a questo punto ci troviamo in questa situazione, cosa possiamo fare?
Smettere di intervenire in qualsiasi modo lasciando che si instauri un nuovo equilibrio? 

Il problema è che l'uomo si sente un po' "un dio" e che soprattutto negli ultimi 50-70 anni, ha creduto di poter governare il mondo, di essere invincibile, complici soprattutto la medicina e la tecnologia, non pensando che ad ogni azione seguono conseguenze che non sono solo quelle che noi ci attendiamo (benefiche), ma ci possono essere spesso "effetti collaterali".... la vita umana si allunga? Si diffondono e si moltiplicano forme morbose degenerative del sistema nervoso, circolatorio, digerente, tutto l'organismo insomma sopravvive più a lungo ma in condizioni che necessitano continui interventi medicinali o chirurgici; abbiamo a disposizione nuove (vecchie ormai) fonti energetiche che ci consentono di spostarci velocemente sul globo e di poter disporre di materie prime e prodotti che provengono da centinaia o migliaia di chilometri?

Abbiamo un inquinamento atmosferico che ci comporta un'intossicazione cronica, con aumento dei tumori e delle allergie; disponiamo di cibo di tutti i tipi e di tutte le provenienze nel negozio sotto casa? i frigoriferi e le dispense si riempiono di merci in eccesso,che spesso vanno sprecate, e gettate nell'ambiente; abbiamo tutti il nostro bel computer a casa con cui navigare in giro per il mondo e sapere in tempo reale o anche un po' in ritardo con quante escort il nostro presidente del Consiglio ha intrattenuto rapporti intimi? non andiamo più a trovare il nostro vicino di casa che ci ha fatto tanto del bene negli anni passati e che sarebbe felice di una nostra visita (lui è anziano e il computer non ce l'ha, al massimo passa un'oretta davanti alla tv....)

Continuo?

In questo sistema di vita, scusate, ma l'uccisione dei piccioni non sarebbe un ulteriore alterazione? Se vogliamo migliorare il mondo cominciamo da noi stessi..... (io per prima, ora vado a trovare il mio vicino).

A presto!

Caterina Regazzi









Referente per il rapporto Uomo Animali della Rete Bioregionale Italiana


lunedì 22 febbraio 2021

Uccelli ed animaletti sinantropi e loro riequilibrio

Un'amica di Treia ci ha posto un quesito interessante: "dove abito, complici i confinanti che non curano il verde e sono perciò circondata da rifiuti e sterpaglie, c'è una quantità indescrivibile di insetti e un vasto assortimento di animaletti che non sto a elencare. Cerco il più possibile di tenere pulito il sito ma è  difficile; l'anno scorso mi hanno divorato letteralmente gli innesti di prugne, mangiato sia le foglie che i rametti. Soprattutto, malgrado io abbia tolto tutti i ristagni di acqua, le zanzare sono una vera calamità. Ora, casualmente, leggendo nei vari forum di agricoltura, è venuto fuori che i corvidi, che sono onnivori, si cibano un po' di tutto ciò che trovano di commestibile e  anche delle uova di altri uccelli, specie dei piccioni, ma non solo, saccheggiano tutti i nidi degli altri uccelli presenti, decimando anche le colonie di uccelli insettivori. Intorno casa mia ce ne sono a centinaia di corvidi, e una delle conseguenze potrebbe essere la presenza di queste zanzare, tante che non si può uscire di casa buona parte dell'anno?"


Per fornire una risposta soddisfacente  e scientificamente valida  ho fatto una ricerca presso alcuni miei colleghi, specialisti in ornitologia  ed  appassionati di uccelli, i quali  mi hanno risposto che i corvidi si sono tanto moltiplicati in quanto hanno trovato condizioni favorevoli e non hanno praticamente nemici naturali, a parte i rapaci, che però, nei centri abitati o nei pressi di questi sono ben rari.


I corvidi  comunque non è possibile insediarli  ma basta che un comune abbia scritto che le taccole predano le uova dei colombi che qualcuno creda che li abbia anche introdotti. Essi arrivano spontaneamente da aree vicine dove sono già insediati. Non voglio entrare in dettagli locali molto variabili ma un uliveto è come un frutteto o un vigneto e cioè può essere bombardato di pesticidi e pure con elevata frequenza. Se le coltivazioni  non sono biologiche  purtroppo è un inferno per gli insettivori. Ma se uno ha un giardino od un orto urbano può fare qualcosa per tante specie  se ha abbastanza spazio per inserire alberi, arbusti e specie erbacee per il wildlife gardening, o anche solo il Bird gardening. Altrimenti deve accontentarsi dell'abbassamento del livello biodiversità dipendente dall'agricoltura e dai giardini dei vicini... 
 
Molto raramente  sono state tentate  immissioni  di taccole, gazze e  cornacchie in città, ed  è vero che i corvidi attuano una predazione sulle altre specie dell'avifauna ivi nidificante, sono infatti ghiotti di uova e pulcini  di altri uccelli, il che -sommato in maggior parte al grande uso di sostanze chimiche e veleni in agricoltura- hanno di fatto sortito un ridimensionamento piuttosto importante delle piccole specie insettivore.

Attualmente in molte regioni i corvidi  sono oggetto di contenimento. Forse anche a Treia sarebbe necessario, ma credo che chi si occupi normalmente dei piani di contenimento degli animali selvatici sia la Provincia. Comunque l'esperienza ci porta a considerare che dove l'uomo interviene in natura, cercando di risolvere  problemi di squilibrio ambientale  (da egli stesso causati), i risultati sono sempre peggiori rispetto a quelli che la natura  riesce a mettere in atto, nel corso del tempo...

Caterina Regazzi, dottore in veterinaria 











Referente del rapporto uomo natura animali della Rete Bioregionale Italiana

martedì 16 febbraio 2021

Treia. Donazioni al progetto TUCUM



L’Amministrazione Comunale di Treia in accordo con la Caritas cittadina ha aderito al Progetto Tucum che permette di sostenere e accompagnare in modo più discreto tante famiglie della nostra città che a causa degli effetti della pandemia stanno attraversando momenti difficili. 

Motore di questo innovativo progetto è l’utilizzo dell’App Tucum che, sull’esempio del caffè sospeso, consente di donare in favore delle persone più bisognose. Le donazioni raccolte, non solo attraverso l’App ma anche mediante altri canali quali bonifici o versamenti in contanti, servono per alimentare i crediti delle Tessere Tucum che vengono consegnate ai Beneficiari per ritirare direttamente dai negozi convenzionati ciò di cui hanno bisogno. 

Questo servizio va così a mitigare il tradizionale approccio del pacco viveri a vantaggio della dignità della persona aiutata che, in questo modo, può rispondere anche ad altri bisogni quali, ad esempio, materiale per la scuola, farmaci e cure mediche. Le Tessere, ad utilizzo personale, possono essere usate solo nel territorio di competenza per favorire il sostentamento dell’economia locale a vantaggio delle piccole attività che, a loro volta, devono garantire dei requisiti di eticità convenzionando solo prodotti sani (no alcol e tabacchi) e non disponendo al loro interno slot machine e apparecchi simili. 

Inoltre il Beneficiario della Tessera versa alla Caritas un contributo di 2,00 € al mese come senso di responsabilità e di partecipazione al Progetto. 

Con la presente Vi invitiamo a prendere parte anche Voi a questo Progetto nelle modalità che più riterrete opportune. Per sostenere le famiglie del territorio è possibile: 1) Scaricare l’App Tucum e, dopo una semplice registrazione, donare in favore di “Caritas Treia” presente alla voce “Sostieni un fondo sospeso” 

1, attraverso questa modalità le donazioni potranno essere portate in detrazione nella misura del 35% oppure in deduzione del 10% dal reddito complessivo netto dichiarato (art. 83 comma 2, D.Lgs. n. 117/2017). 

oppure 2) Inviare un bonifico bancario alla Caritas di Treia: Intestazione: “Parrocchia SS Annunziata Cattedrale di Treia” IBAN: IT 6 8Y03 1116 9212 0000 0000 1025  - Causale: “Sostegno Progetto Tucum”. 

Per maggiori informazioni visitare il sito www.tucum.it oppure contattare i numeri telefonici: 0733/218711; 0733/218727. 

CARITAS TREIA  nasce dall'esigenza di contrastare i problemi legati alla povertà, proponendo uno strumento innovativo per vivere la carità 

 Franco Capponi  e  Don Alejandro Gonzalez Parilla






venerdì 12 febbraio 2021

Treia. Una memoria sulla Festa dei Precursori (ed un progetto in fieri)



Ante scriptum. Buongiorno Paolo, mi sono divertito a enfatizzare un mio ricordo della Festa dei Precursori, che solitamente si tiene a Treia attorno al 25 aprile. Di foto ne ho tante ma la prima, secondo me,  esprime il luogo e l'insieme che la caratterizza... (F.R.)

Mia rispostina: "Con tutti questi lockdown e distanziamenti sociali non so se quest'anno l'evento potrà tenersi, comunque stiamo lavorando al programma. Se tutto va bene il 24 aprile  si terrà un incontro pubblico per presentare un Progetto di Promozione della Lettura ed anche uno spettacolo di burattini. Il 25, oltre alla consueta passeggiata erboristica mattutina, pensiamo di presentare il nuovo libro di Lorenzo Merlo "VIVERE, PARLARE, PENSARE SENZA DIRE IO" che contiene un'intervista  con la mia persona tenuta qui a Treia. Ci saranno anche altri eventi che  stiamo cercando di affinare. Speriamo che tutto possa realizzarsi, intanto ti ringrazio per la tua "memoria" (P.D'A.)



...solo l’inchiostro cavalca il mio spirito,  mi muovo lento e a fatica nel bosco di linguaggio con il falcetto raccolgo lettere e parole che ammucchio sui fogli bianchi di quaderno,  in lontananza intravedo un gran cespuglio: traiettorie indissolubili deviano il flusso di alberi di canto immaginari immersi nel paesaggio sonoro sfondo dipinto del mondo circostante dove il vecchio fiume scorre ancora nel pesante baule di una lumaca almeno per questa sera viaggio nel suono della notte aprendo la via al suono interiore dei sogni e dei colori nella continua ascesa verso la libertà dalla materia. 

Consapevole attenzione guida la riscoperta della memoria dove i pensieri restano immobili in istanti senza tempo: natura e spirito, spirito e natura danzano insieme, gloria allo spirito, gloria alla natura. La nave salpa e attracca in un altro porto e un nuovo nome soppianta il precedente: nella valle del pensare ho perso il bandolo della matassa e ora restiamo un po' in silenzio per accedere all’incirca. L’ingresso è dopo il bar.

lo stiamo ancora cercando passeggiando per erbe selvatiche nelle Marche di brodolungo e ciocchecciò: ciambellone pesche sciroppate vino cotto. 



Nella bella piazza le rondini garriscono allegre al suono dell’acqua dalla grande fontana centrale guardiamo oltre l’infinito... 

La poesia della terra nella terra della poesia. 

I dolci amanti usciti dalla folla cittadina si avviano per la collina tramontate le stelle un FLUSH che squaglia l’istante come l’asfalto al solo agitarsi oltre la segreta linea. Il pensiero debole del selvaggio colto o il pensiero colto del selvaggio debole a noi la risposta. Quando parto ho uno zaino vuoto e torno a casa che lo zaino è pieno. Difficile descrivere i doni ricevuti, con l’occhio del tempo guardo attraverso questo caleidoscopio di emozioni. Sono partito verso una destinazione ignota non conoscevo nemmeno il nome del paese dove avremmo soggiornato. Ero contento di conoscere nuovi amici senza nessuna aspettativa. Dal primo istante ho sentito sintonia armonia. 


Treia è bella,  il teatro è stupendo, il panorama intorno e il vento, amo molto il vento. Persone che arrivavano anche da lontano e tutte collegate da un filo invisibile. Era come stare a teatro sul palcoscenico con altri personaggi o come in un giardino caotico e spontaneo... 

bello proprio per questo! 

Abbiamo poco tempo per la fretta,  abbiamo altro a cui pensare,  la nostra zappa ha un tempo lungo e il suo ritmo è lento e ci avvolge in una nuvola di fiori coltiviamo empatia linea precisa e netta basta spostarsi di poco dal fiume e dalla sua corrente miracolo di una nuova vita, siamo quel che siamo in ogni momento polvere al vento. La polvere delle strade ha lasciato nella mente più di un granello di sabbia d’oro: amo le cipolle, nessuna stella nel cuore, amo la terra calda e rovente spesso lontana. mai stato zitto il campagnolo si specchia nella terra e la farfalla si libra sulla luna incespicando nelle stelle che giocano con la luna dei gemelli. 

Il suono della terra nell’attesa del respiro algoritmo di un bacio senza spazio per la nostalgia, nuova utopia d’amore e nuovo orizzonte di vita per interiorizzare esperienze ancestrali arcaiche seminiamo ancora seminiamo sempre segni onirici realizzabili e non realizzabili complessità di ragionamenti che si fanno percorsi di vita individuali e collettivi: zenzero cannella e chiodi di garofano al profumo di bergamotto, 

nero è meglio!

Ferdinando Renzetti - ferdinandorenzetti@libero.it