Che Treia sia piena di porcellini di Sant’Antonio (anche detti “di terra”) è un buon segno, significa che l’ambiente è per loro ancora favorevole. Ricordo che quando arrivai a Calcata, a metà degli anni ’70 del secolo scorso, la casa in cui andai ad abitare era piena di questi animaletti di origine marina, "onischi" il nome scientifico, ce n’erano a migliaia. Non sapevo come fare per eliminarli, la mattina scopavo per terra raccogliendone a palate che poi gettavo dalla rupe, ma questi non accennavano a diminuire.
Infine feci una ricerca e scoprii che questi animaletti non sono insetti, ma appartengono alla famiglia dei gasteropodi, e sono stati fra i primi organismi a popolare la terra, anzi con il loro lento rosicchiare le rocce hanno contribuito a rendere la terra come noi oggi la conosciamo, un terreno fertile e ricco di humus.
Da quel momento smisi di preoccuparmi della loro presenza… anzi al contrario iniziai a preoccuparmi per la loro scomparsa… Infatti a mano a mano che Calcata subiva un processo di degrado ambientale (e non solo morale), i porcellini di Sant’Antonio lasciavano il campo alle blatte (scarafaggi), insetti ben più schifosi e pure nocivi e sinonimo di sporcizia (anche se a Napoli si dice “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, che significa che persino una scarafaggio pare bello a sua madre).
Ma perché vi sto raccontando tutto questo? Il fatto è che qualche tempo fa Caterina è uscita per strada ed ha riportato in casa una pentolina che avevo utilizzato in passato per trapiantarvi una viola del pensiero, si trovava sul davanzale che da sulla strada della camera di Nonna Annetta. Il fiore si era seccato, anche dovuto al fatto dei miei due mesi di assenza da Treia, e Caterina ha detto “piantiamoci qualche altra cosa..”, e siccome durante la passeggiata alla grotta di Santa Sperandia avevamo raccolto dei semi di “cappello del prete” vi abbiamo messo quelli e smuovendo la terra abbiamo scoperto un brulichio di porcellini di Sant’Antonio che avevano colonizzato la pentola…. e che abbiamo rimesso al suo posto sul davanzale senza disturbarli oltre.
Caterina dice che: “L’onisco è un animale che appartiene al Phylum degli Artropodi, classe dei Crostacei ed all’ordine degli Isopodi, gli onischi vivono in ambienti umidi e poco illuminati, nelle crepe dei muri e nel terreno, sotto il legno in decomposizione e sotto le pietre, è comunissimo osservarli in gruppi numerosi sollevando i vasi dei fiori. E’ facile trovarli anche dentro i vasi tra le radici delle piante, ma nonostante questo non recano danni alle piante in quanto si nutrono prevalentemente di detriti di origine vegetale. Uno dei miei animali preferiti, mi ricorda l’infanzia e , qui a Treia, ce ne sono molti!”
Paolo D’Arpini
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