Anche quest'anno trascorriamo la Notte di San Lorenzo a guardar le stelle, sperando che
i nostri desideri per un mondo migliore vengano esauditi. Saremo a
Treia, in contrada San Lorenzo e sotto la volta stellata ci sarà
musica e poesia. Sì, perché proprio il 10 agosto 2016 la Banda musicale di
Treia ha organizzato una fantastica manifestazione culturale.
Il programma della serata
me lo ha illustrato Paolo Damiani, il presidente dell'ente bandistico
treiese: “La prova d'orchestra si terrà nel tardo
pomeriggio in loco ma lo spettacolo vero e proprio inizia alle ore 22 con
l'esibizione degli studenti suonatori Iuniores che vengono da vari
paesi del circondario e si uniscono ai nostri ragazzi in un concerto corale. La Banda di Treia inizierà a suonare verso le ore 23, quando le
stelle saranno ormai alte nel cielo e speriamo che ve ne siano tante di
cadenti. Dopo il concerto bandistico saliranno sul palco i poeti
marchigiani della Compagnia Teatrale "La bottega delle Ombre" che esprimeranno a turno i loro versi appositamente
creati per l'occasione...”
Caterina ed io saremo
presenti alla manifestazione ed invitiamo a partecipare anche tutti
gli amici di Treia e viciniori.
Paolo D'Arpini
Post Scriptum:
Durante quella settimana di agosto al Circolo vegetariano VV.TT. si tiene la settimana della convivialità e dell'accoglienza bioregionale con vari eventi matristici, fra cui il pellegrinaggio alla grotta di Santa Sperandia che si svolge il 13 agosto 2016 (Vedi: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2016/05/16/treia-dal-13-al-15-agosto-2016-il-circolo-vegetariano-vv-tt-dedica-tre-manifestazioni-al-femminino-sacro/).
Con partecipazione gratuita.
Info. 333.6023090 - 0733/216293
Qui di seguito alcune
informazioni sulla tradizionale notte di San Lorenzo:
SCIAME
DI STELLE: "NON SON LACRIME MA SEMI DI VITA..."
Tutti
noi quando eravamo bambini, e forse anche da adulti, aspettavamo la
notte del 10 Agosto per esprimere quei desideri che non potevamo
apertamente manifestare, affidandoli alle scie luminose.
Sciame di stelle: "Non son lacrime ma semi di vita..."
Tutti
noi quando eravamo bambini, e forse anche da adulti, aspettavamo la
notte del 10 Agosto per esprimere quei desideri che non potevamo
apertamente manifestare, affidandoli alle scie luminose. Le famose
stelle cadenti della notte di San Lorenzo.
Nella
mitologia cristiana questa data è legata al martirio del santo, che
dal III secolo si dice sepolto nell’omonima Basilica a Roma. La
leggenda narra che le stelle cadenti siano le lacrime del martire
versate durante il suo supplizio, che vagano in eterno nei cieli, e
scendono sulla terra, soltanto nel giorno in cui Lorenzo morì,
creando così un’atmosfera del tutto magica.
In
questa notte infatti, si crede, si possano avverare i desideri di chi
con il naso all’insù aspetta di vedere una stella cadente mentre
si pronuncia una filastrocca che così recita: “Stella, mia bella
stella, desidero che…”, e sognando come in una fiaba si attende
che l’evento desiderato si avveri e verifichi durante l’anno. Ma
la tradizione magica delle stelle cadenti è ben più antica.
I
cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo traendola dalla
Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo:
Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di
plebei e della fertilità dei campi, era assimilata a Fauno e
Lupesco. Da Larentia a San Lorenzo il passo è brevissimo.
Dal
che se ne deduce che le celebrazioni del 10 agosto risalgono alle
divinità fecondative che, oltre all'aspetto femminile di Acca
Laurenzia, sono identificate nel maschile: Priapo (anche detto: Pan,
Dioniso, Luperco, Inu, Fauno). Le Falloforìe, erano festeggiate il
giorno dello Sciame meteorico annuale, come simbolo della pioggia del
seme fecondatore che cade sulla terra.
Nel
“De cupiditate divitiarum”, Plutarco così ci illustra la
processione in onore del Gran Dio Priapo del 10 di agosto e giorni
seguenti: "In testa è portata un’anfora di vino misto a
miele, ed un ramo di vite. Segue un altro processionista con un cesto
di fichi. Infine,
le Vergini portatrici del fallo gigantesco col quale erano irrorati i
campi". In Grecia, invece, le processioni col fallo terminavano
con una pioggia di acqua mista a miele e succo d’uva indirizzata
verso i campi, quale eiaculazione del seme primordiale, origine della
Vita.
di
Paolo D'Arpini
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