giovedì 26 novembre 2020

"Uno spiraglio di luce per Natale" - Racconto di buon auspicio di Caterina Regazzi



Una luce per Natale. Correva l'anno 2020. Il mese di dicembre si stava avvicinando e, con esso, le festività natalizie, che, per credenti e non credenti, erano sempre un momento in cui si cercava di essere felici e più buoni, di dimenticare i brutti momenti trascorsi (molto spesso perchè incapaci, viziati come erano gli uomini, di affrontare le difficoltà della vita) e di proporsi, per l'anno veniente, di buttare via le cose negative scoperte in noi (pigrizia e paura erano nella lista di molti di noi) per portare un po' di luce in più nelle vite di tutto e tutti.

In quel periodo una nube scura si era accumulata sopra alla Terra e gli studiosi stavano cercando di esaminarla per capire di cosa fosse composta e i danni che avrebbe potuto provocare in chi l'avesse respirata per lungo tempo. I respiratori e le maschere antigas cominciavano a scarseggiare nei magazzini. 
Gli esseri umani si lambiccavano alla ricerca di un segno, di un imput, qualcosa insomma che mostrasse cosa si poteva fare per combattere questa nube sconosciuta. 
Spesso i mali non vengono per nuocere. Il bene e il male sono le due facce dell'esistenza, non può esistere il bene senza il male e spesso, superare il male, dentro e fuori di noi, è un passo indispensabile per l'evoluzione della specie umana. Avete presente la teoria della centesima scimmia?

Comunque, un bel giorno, un segno ci fu: era il 25 dicembre e in cielo comparve una stella cometa luminosissima (si vedeva bene nonostante la nube scura) e tutti si misero, col naso all'insù, ad ammirarla, emettendo grandi esclamazioni. Alcuni cominciarono a seguirla e il gruppo dei pellegrini seguaci della cometa si infittì sempre di più finchè, dopo giorni e giorni, la stella si fermò sopra un grande campo, grande a perdita d'occhio. Le persone si guardarono e videro che erano centinaia, ma che dico, migliaia, e cosa pensarono e fecero? Si misero tutti insieme, al richiamo di un gong che qualcuno aveva portato con sè, a soffiare più forte che potevano in direzione della nube nera e, a forza di soffiare e soffiare, la nube si dissolse. 
Tutti gioirono, ballando, cantando e abbracciandosi, qualcuno tirò fuori chi una pagnotta di pane, chi una bottiglia di vino e così festeggiarono insieme, con tanta gioia e ritrovata amicizia, il Natale.

La morale è semplice e un po' scontata e la lascio ai lettori.

Caterina Regazzi  - Comitato Treia Comunità Ideale



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