domenica 14 marzo 2021

Treia. C'era una volta... la terra nel paese della terre



Treia. La sorpresa è stata veramente grande quando mi sono ritrovato all’interno di una struttura modernissima in vetro e acciaio: la terrateca, si proprio una terrateca, come si vede dalla foto, una grande libreria di vetro che al posto dei libri contiene barattoli che contengono tutte le terre della Regione Marche. La terrateca dell' “osservatorio regionale suoli”. 

Conoscevo già bene il paese per le architetture in terra cruda presenti sul territorio, Treia infatti fa parte dell’associazione nazionale “città della terra cruda”. Sapevo della vocazione agricola del suo comprensorio e soprattutto della tradizione degli studi a riguardo della famosa Accademia Georgica attiva dalla fine del 400. 

Il comune di Treia, in collaborazione con L’Auser Treia, ha organizzato un laboratorio di educazione ambientale sul tema della terra cruda con i ragazzi delle scuole primarie del paese, circa settanta ragazzi con una decina di maestre e quattro ragazze volontarie del servizio civile. 

Con Edi Castellani assessore alla cultura abbiamo sistemato gli spazi e abbiamo deciso per due postazioni una per terra, per la fase “sensoriale” e una attorno ai tavoli per la fase “emozionale”. Così quando e’ arrivato il primo gruppo di ragazzi ci siamo seduti tutti in cerchio sul bel pavimento e con i miei attrezzi ho proposto alcuni esercizi per sviluppare la sensorialità e la conoscenza dei materiali. Importante il feed back la cosiddetta retroazione di una informazione che trasmettiamo che può essere immediata, cioè dato un esercizio tutti lo svolgono rispettando i minimi principi di partecipazione, analisi con i cinque sensi delle varie terre colorate ridotte in polvere con un pestello e un mortaio setacciate con un piccolo setaccio e mandala con le varie polveri colorate ottenute sui fogli bianchi. 

Tutti stanno attenti e il pestello passa di mano in mano seguendo il cerchio così le varie zollette di terra da guardare sbriciolare tastare assaggiare e sentire… sentire tutte le storie che hanno da raccontarci i vari personaggi: humus, argilla, limo, sabbia che la compongono e la memoria, la memoria dei luoghi da cui è stata prelevata. La memoria dei minerali ossidati variamente da ossigeno e luce con cui e’ stata in contatto, dei microrganismi, della vegetazione, del clima o di mari e laghi sotto cui si sono formati i sedimenti soprattutto argillosi. Tutto e’ importante per la colorazione di una terra. Dicevo che il feedback circolare mi indica quanto interesse suscita un esercizio: dal tempo che impiegano gli attrezzi o le varie zolle di terra a fare il giro completo del cerchio composto da circa trenta ragazzi, nel frattempo nell’attesa ognuno sperimenta i materiali per suo conto, chi prende la paglia chi una spiga di grano, chi un chicco, chi sperimenta già la barbottina pronta ad essere stampata dalle mani sui fogli bianchi. 



A un certo punto il cerchio è così attivo e concentrato nei lavori che mi allontano e lo lascio fare e mi dispiace proprio per il poco tempo a disposizione interromperlo mentre e’ così attivo e divertito dalla scoperta di nuovi materiali e nuovi modi del fare, per passare alla fase successiva quella “emozionale” al contatto con i materiali impastati: terra acqua e paglia. Se il gruppo risponde poco o si distrae lo riporto sulla onda giusta attraverso il feed back della curva: a seconda dell’accelerazione centripeta correggo con il manubrio la direzione dell’auto in curva. Così se i ragazzi si distraggono li riporto sulla stessa onda di frequenza con esercizi di meditazione dinamica di corpo e voce che attrae la loro attenzione: acchiappa la i partendo dall’alto verso il basso i e a o u u o a e i e via si seguito tutti sono attratti dall’esercizio e mi seguono nell’onda sonora, riconquistata in tal modo la loro attenzione rilancio il tema della terra cruda attraverso un racconto: una zolla viveva felice girando il mondo guardando nuvole allegre la luce del sole gli uccelli cantare e gli insetti ronzare, un giorno incontra una spiga di grano ed è subito attratta da lei e le dice: bellina te piace l’allegria! vuoi ballare con me? E iniziano a ballare per paesi e borghi aie e contrade e tutta la terra si riempi di spighe di grano. Un giorno inizio a piovere e la zolla si bagno e si trasformo in fango la paglia si inzuppo continuando a ballare stretti stretti si ritrovarono fusi l’una nell’altra componendo una palla perfetta, così li ho invitati al tavolo e ognuno inizia a lavorare plasmare pasticciare il materiale a sua disposizione nella massima libertà creativa espressiva. 




Capisco quando il gruppo e’ pronto a passare alla fase successiva anche attraverso il feedback del termostato della caldaia, quando la lancetta raggiunge la zona rossa sappiamo che l acqua è calda e possiamo fare la doccia. Questo tipo di feed back è molto utile anche se dipende soprattutto dall’esperienza personale di ognuno di noi e dal tempo che abbiamo a disposizione e dalla direzione che vogliamo dare al tipo di didattica che proponiamo. All altro gruppo ho inserito la seconda fase del laboratorio attraverso una canzoncina dello zecchino d oro: Don Chisciotte e Sancio Panza vanno in giro per il mondo, uno e’ lungo lungo lungo, l’altro e’ tondo tondo tondo. Sancio panza raffigura la zolla e Don Chisciotte, la spiga di grano. Inizia la pioggia, scivolano giù per una scarpata rotolando e si ritrovano pure loro a formare una sfera perfetta. 


Lancio pure a loro l’invito a realizzare una bella palla di fango e paglia. Ce’ da dire che all inizio del laboratorio mi sono presentato come Fiordifango perché faccio crescere strani fiori con la paglia e con la terra. Alla fine un bel feedback collettivo di nuovo seduti in cerchio scambiandoci i vari commenti sulle varie fasi e sulle preferenze dei lavori svolti. Tobia dice che lui mi ringrazia tantissimo anche se la sua maglietta sicuramente non e’ della stessa opinione. Una maglietta gialla tutta imbrattata di fango, sul davanti. Rispondo che sarà il nuovo modello, da esibire durante tutta l’estate. Alla fine cantiamo tutti una canzoncina scritta tempo fa: panta panta panta rei questo e’ il mondo che vorrei!


Giocare con la terra cruda - Incontro teorico-pratico a Treia 

A Treia il laboratorio “Emotional Design” - Imparare modellando la terra (Fonte: Picchio News)

Il 27 aprile 2018, nell'ambito della Festa dei Precursori, alle ore 18, nella sede dell'Auser Treia, dopo il laboratorio sperimentale con i bambini, svolto nella Sala Multimediale del Comune,  si è tenuto  un incontro teorico/pratico sulla lavorazione della terra cruda e sul suo apporto alla civiltà umana e di come si è svolta l'opera civilizzatrice  nel corso dei secoli e dei millenni....

Antonio Marcucci, Edi Castellani, Ferdinando Renzetti, Paolo D'Arpini - Nella sede di Auser Treia

Il Comune di Treia da tempo si impegna nella valorizzazione della Casa di Terra cruda in contrada Fontevannazza, attraverso una serie di attività e progetti rivolti alle scuole, organizzati e curati dall’assessorato alla cultura. La novità di quest’anno ha visto la collaborazione dell’Auser Treia per quanto riguarda i laboratori didattici con la terra cruda. Il 27 aprile, dopo un percorso di visita guidata presso la Casa di Terra, rivolto alle classi seconde della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “E. Paladini” di Treia, Passo di Treia e Chiesanuova, si è svolto presso l’Aula Didattica Multimediale del Museo Archeologico del Comune di Treia, il laboratorio “Emotional Design”. L’intento di questo incontro teorico-pratico è di avvicinare gli studenti al mondo della terra cruda, favorendo attraverso un’attività ludica, l’apprendimento di forme di costruzione naturali e sostenibili, alternative al cemento e rispettose dell’ambiente. Il laboratorio è stato guidato da Ferdinando Renzetti, un esperto delle tradizioni rurali, che collabora con il centro di educazione ambientale di Casalincontrada “CEA CedTerra”, promuovendo e realizzando in prima persona laboratori e workshop sulle tecniche costruttive con la terra, sui materiali naturali e sulle loro reinterpretazioni attuali. Il percorso si è sviluppato in due fasi distinte: la prima, teorica,  si è incentrata sulla spiegazione degli elementi che compongo la terra, ovvero la sabbia, l’argilla, l’humus e il limo; i modi in cui essa può essere setacciata e lavorata con mortai e pestelli; i vari colori che può assumere in base ai minerali che la compongo, ad esempio, il rosso; l’apprendimento delle tecniche per spezzare la paglia e per ottenere la barbottina. Nella seconda fase, invece, i piccoli studenti si sono divertiti a creare e modellare con le mani una serie di impasti, dando vita ad oggetti-giocattolo dalle forme più disparate, come, barchette, gondole, cestini, mattoni, ecc. Dunque, un percorso, per sensibilizzare e mostrare agli alunni, che, utilizzando materiali naturali come la terra, è possibile costruire ed edificare senza inquinare e sprecare risorse, sviluppando, attraverso la fase pratica, la loro intelligenza sociale ed emotiva e l’uso della fantasia e della creatività.

Ferdinando Renzetti - 28.04.2018 





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