lunedì 8 agosto 2022

Pollenza e dintorni. Alla scoperta delle origini...

 


Sto pensando ancora a PNEVENTIA - POLLENTIA:
giovedì 21 luglio 2022 Prof. Simonetta Torresi
giovedì 28 luglio 2022 Arch: Medardo Arduino

- Narrami, o diva, l'aspra contesa tra l'arch. Medardo Arduino e la prof. Simonetta Torresi e mostra che non sei così distratta e non farti prendere dal romanzesco.

- L'arch. Arduino aveva ben situato nel Piceno Pipino il Breve, provando che il nome era tale e non Pipin, che è modifica germanica. Pippino invece compare nelle carte ed è tipico piceno, abbreviativo di Giuseppe. Ha chiarito la necessità epistemologica di criteri di vaglio delle fonti storiche. Dà più credito alle fonti che trattano di transazioni o tassazioni o proprietà, o concessioni, perché le parti sono attente all' esattezza del testo e hanno interesse a mantenerlo nei secoli successivi. Inoltre le concessioni fatte dai regnanti dovevano essere rinnovate a ogni morte di re o di papa. Esse sono esistite senz'altro.

Certo la loro manipolazione o divisione è iniziata presto. Ha riflettuto sulle carte carolinge. Esse sono state al centro della guerra dei successori, se le sono spartite i tre del Trattato di Verdun. E cioè: Carlo il Calvo che diventò re dei Franchi Occidentali, Ludovico il Germanico, che prese la guida dei Franchi Orientali e Lotario a cui “rimase” l'impero con la sua capitale, una strana striscia centrale, dall'Italia al mare del nord.

A questo punto, pur affermando che la capitale della Lotaringia di Luthar (Lotario), è stata ritrovata a Lutkar (Lucca), e pur ironizzando sulla Lotaringia dei testi di scuola, ha mostrato proprio l'immagine che tutti abbiamo studiato. Si sa, l'immagine è più forte delle prove scritte o di mille spiegazioni a voce.

Così, alla fine della sua molto ricca e analitica esposizione, che valorizzava l'antica stirpe di Milone, (eravamo a Pollenza-Monte Milone), al momento delle domande, dopo altri interventi, la prof. Simonetta Torresi ha preso la parola per contestare l'immagine del trattato di Verdun, che era stata offerta al pubblico, e ha invitato l'architetto a trovare nei suoi libri la collocazione più storica di quei remoti fatti altomedievali.

L'architetto ha risposto che naturalmente quell' immagine non rappresentava la sua individuazione geografica, anzi, egli l'aveva del tutto confutata. A questo punto, dopo un botta e risposta, uno del pubblico in sala, per ardore di interesse, ha zittito la prof. con tale veemenza (-Lei ha parlato giovedì scorso, ora lasci parlare il signore!), che non era proprio il caso di contraddirlo.

A parte che ci vorrebbero altro che due o tre, ma quattromila storici sulla questione di riportare il Medioevo nelle Marche, dove è stato, sono contenta che sia stato sottolineato, un po' bruscamente un punto molto difficile: quello delle mappe. Quelle che vediamo nei libri restano molto impresse, ma sono state fatte dal 1815 in poi, dopo il Congresso di Vienna, che sconfitto Napoleone, distribuì ai vincitori le carte storiche da lui portate via col Trattato di Tolentino.

Sarebbe da iniziare ogni lavoro sul Medioevo da lì, dalla lettera del generale Miranda a Napoleone: “-Così- gli scrisse- la Storia perderà la sua verità geografica!” Napoleone gli rispose: “Ma loro l'hanno seppellita! Io la farò grande!” E così accadde. Anche quando fu sconfitto, il tutto venne distribuito ai suoi nemici e nacque la Storia, la storiografia, i Monumenta Germaniae Historica, la Biblioteque Nationale de France, ecc., che Medardo Arduino scandaglia più e meglio di ogni altro.

Stava certo per rispondere che lui aveva avuto il coraggio di situare il Trattato di Verdun a Casette Verdini.

La Torresi gli avrebbe risposto che era stata lei la prima ad avere questo coraggio e a situare gli imperatori e i Franchi e la Legge Salica nella valle del fiume Potenza (“La valle degli imperatori”), e gli unici due storici, si sarebbero scannati per il diritto di precedenza!!! Ma ora sto romanzando...E' stato un bel torneo. Alla prossima. Ma vi sfido a disegnare la mappa!

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