lunedì 19 giugno 2023

Il sogno agricolo di un contadino maceratese...



... da 15 anni faccio l'agricoltore tra Appignano e Macerata. Di anni ne ho 50.  Non sono un agricoltore normale, nel senso non pratico l'agricoltura convenzionale ma non ho mai nemmeno cercato di avere la certificazione biologica. 

Sento il bisogno  di condividere alcune cose sulla mia esperienza. Quando ho cominciato, senza terra e senza attrezzature - tutto in prestito o in affitto, facevo solo orticoltura. Volevo provare a mantenerci la famiglia e l'orto un po' lo sapevo fare ed era remunerativo (molto relativamente parlando). L'ho fatto per dieci anni e poi mi sono trasferito di qualche chilometro, in collina, perchè volevo fare l'agricoltore e non solo l'orticoltore.

L'orticoltura è diventata quindi una parte di un'agricoltura più complessa, più ricca e credo anche più giusta e che amo profondamente, mi realizza, mi fa sentire al posto mio. Credo che sia un privilegio tale da meritare  fatiche e rinunce personali che infatti non vivo come tali. Insomma sto bene. 

In questi anni ho potuto fare esperienza diretta e indiretta e sono giunto ad una conclusione di carattere generale: in un sistema dominato dall'agricoltura industriale, chi pratica un'agricoltura non industriale non riesce ad avere un reddito simile a quello di un dipendente poco qualificato. Il suo reddito è più basso. 

So che esistono luminose eccezioni che credo però non facciano che confermare questa regola generale. Io comunque non ne farei un dramma. Basta saperlo. 

Se fai il contadino hai anche uno stile di vita molto frugale e in fondo sei povero quando ti senti povero e poi sei sempre in una parte del mondo vergognosamente e ingiustamente ricca. Devi anche e soprattutto mettere in conto  che in un certo senso imponi ai figli una vita che gli altri per lo più non condividono. A me pare che stiano bene ma questa cosa comunque c'è. Anche questo bisogna saperlo. 

Detto tutto ciò (e chiarito che mia moglie non lavora con me e ha un reddito diverso e aggiuntivo che generosamente condivide) mi domando se non esista più di qualcun'altro nella mia stessa condizione, cioè un contadino un po' povero che si sente bene nei suoi panni. Se così fosse allora sarebbe più semplice avere il coraggio necessario ad andare avanti, facendo  scelte magari prudenti ma comunque orientate al futuro. 

Mi rendo conto che come manifesto politico fa un po' acqua da tutte le parti e soprattutto che le comunità non si inventano nè si programmano a tavolino, ma sento comunque il bisogno di dire questa cosa e se qualcuno vorrà rispondere tanto meglio. 

R. M. (Via Seminasogni)



Mia rispostina: Caro R.M., faccio parte anch'io del Seminasogni. Abito a Treia ed ho pensato di condividere la tua lettera poiché in parte ho vissuto anch'io il tuo sistema di vita, anche se saltuariamente e parzialmente. Il 24 giugno 2023 con altri amici di Treia  e della provincia di Macerata  organizziamo un incontro che potrebbe interessarti. Se vuoi puoi partecipare anche tu.  Qui il programma: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2023/06/treia-24-giugno-2023-incontro.html

(Paolo D'Arpini)




Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.