Recentemente una ricercatrice storica (alternativa) di Macerata ha avanzato l'ipotesi che Troia non fosse stata in Cappadocia bensì qui nel Piceno, a Treia. L'Iliade narra che Troia fu distrutta con un inganno, i greci finsero di partire, sconfitti, ma lasciarono sulla spiaggia un enorme cavallo meccanico in omaggio alle divinità che avevano aiutato i troiani, tra cui Afrodite, Aurora, Xanto ed Apollo.
Il saggio Laocoonte mise in guardia i troiani dalla falsità del dono lasciato dai greci, con la famosa frase: "Timeo Danaos et dona ferentes!" ma i troiani, tronfi per la presunta vittoria, non si lasciarono dissuadere e trasportarono in città il cavallo di legno lasciato dai greci e indissero grandi festeggiamenti, con birra a fiumi e clamori notturni. Sappiamo poi come andò a finire...
Nella Troia picena omologata, ovvero Treia, è andata in scena una replica della sceneggiata storica. La notte tra il 12 ed il 13 luglio 2025, fiumi di birra scorrevano nel centro storico. Davanti alla Chiesa di San Filippo ed alla Cattedrale si compiva un rito pagano con torme orgiastiche che andavano da una postazione all'altra, al suono di trombe e tamburi e grida di trionfo. L'eccitazione è stata talmente forte che verso l'aurora alcuni scalmanati ubriachi si sono azzuffati in piazza. Sono dovuti intervenire i Carabinieri di Macerata per sedare la rissa, in cui erano coinvolti diversi giovani sù di giri.
Questo dunque è il livello "culturale" dei grandi eventi estivi che si preparano a Treia. Questa "kermesse della birra" è durata 4 giorni, dal 10 al 13 luglio, ed ora gli abitanti del centro storico iniziano a temere i prossimi riti previsti per agosto che, con la scusa della disfida del bracciale (un gioco popolare di palla al volo) prevedono grandi nottate "indimenticabili", che con le palle hanno poco a che vedere, tutto per promuovere un turismo di massa nella città più bella d'Italia, sia pur quasi disabitata e priva di ogni servizio (non c'è rimasto nemmeno un singolo negozio di alimentari o di altri generi essenziali). Per fortuna resiste una farmacia, utile per munirsi di tappi di cera per le orecchie e pillole di melatonina per "fa' passà a nuttata"...
Paolo D'Arpini, in veste di Laocoonte ...
Commento ricevuto via email da Giorgio Stern: "Carissimo Paolo, oggi mi sono svegliato e, fuori dagli incubi notturni,
RispondiEliminami ritrovo in quelli diurni.
Ma... oggi, ancor più di ieri, il "Giornaletto" mi solleva e aiuta a
continuare.
L'immagine della celebrazione con fiumi di birra del 14 luglio e la
presa di Treia/Troia supera ogni mia resistenza a sghignazzare
sgangheratamente. Mi avranno inteso tutti nel piccolo condominio che è la mia Treia.
L'umorismo è alla base della voglia di vivere e ridere è l'arma più
potente contro qualsiasi avversario. Penso a Dario Fo, ma letterature diogni genere ce lo mostrano.
E ce lo mostrano i palestinesi che alla tetragona, compulsiva mania
omicida dell'oppressore oppongono anche il loro umorismo. La loro voglia di vivere.
Grazie Paolo e buon 14 luglio. Giorgio"