sabato 12 ottobre 2019

Passo di Treia, 12 ottobre 2019 - Il gioco degli Dei all'Arrocco Festival... e tutto finì a vincisgrassi



In prima piano le teste di Tullio Patassini, Ludovica Medei, Tommaso Sileoni e sullo sfondo Paolo Maurensig, Alessandra Fermani  e Luciana Montecchiesi


...scacco matto al re od all'Arrocco? Mi son chiesto parafrasando il titolo dell'Arrocco Festival organizzato nella Torre medioevale di Passo Treia (edificata come opera di difesa per preservare il molino annesso dalle ruberie dei briganti e dei signori di paesi vicini) iniziato  il 12 ottobre 2019. Nel primo pomeriggio qui si è svolta una interessante manifestazione culturale dedicata al gioco degli scacchi. 

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Per l'occasione è stato invitato lo scrittore Paolo Maurensig che ha presentato il suo libro "Il gioco degli Dei". E di Dei o nuovi Dei, come vengono definiti i personaggi che oggi contano in società, all'incontro ce n'erano parecchi, amministratori di vario grado, da quello parlamentare al regionale sino al comunale, docenti universitari e di scuole secondarie, intellettuali e poeti, rappresentanti di enti e di associazioni, fotografi, giornalisti... insomma la creme della creme della società, il bel mondo di Treia e dintorni. Tutto in onore del gioco degli scacchi, meglio definito come "arte" del ragionamento e dell'analisi, a favore della crescita in intelligenza della gioventù. 


L'evento è continuato anche il 13 ottobre con una tappa del torneo giovanile di scacchi ed una conferenza sul "Gioco degli scacchi a scuola" curata da Marco Pelagalli. Ma tornando alla presentazione del libro di Maurensig, malgrado un suo forte abbassamento di voce che l'ha costretto a sussurrare parole a volte inaudibili al microfono, c'è stato un susseguirsi di letture, interventi e commenti che hanno appassionato il pubblico, spesso sollecitandolo all'applauso. 


203 copie del libro sono state ordinate all'editore Einaudi Marche, con il contributo di vari sponsor tra cui, Avis Treia, Carima, APM, ASD, etc., per farne dono a tutti gli allievi di scuola media inferiore di Treia. Un dono, integrato dall'Avis Treia, con uno zainetto ed una penna, per promuovere la lettura la scrittura e le attività creative in sostituzione dei giochetti virtuali a cui purtroppo molti ragazzi dedicano gran parte del loro tempo. Dono molto gradito sopratutto dalla nuova preside dell'Istituto Paladini, prof.ssa Angela Fiorillo, e descritto da Antonio Liturri dell'Einaudi come una forma d'incoraggiamento alla lettura denominata "lo struzzo a scuola". In questo caso trattasi di uno struzzo che non abbassa la testa ma l'alza verso la conoscenza. 

 Le presentatrici Alessandra Fermani e  Paola Acciaresi non hanno lesinato parole d'elogio nel presentare i vari intervenuti che si sono succeduti sul palchetto, tra cui segnalo: gli amministratori comunali Ludovica Medei e Tommaso Sileoni che hanno regalato a Maurensig una copia del libro su Treia  della nostra concittadina Dolores Prado; l'on Tullio Patassini che ha ricordato come nel gioco degli scacchi non ci siano solo alfieri, cavalli, regina e re ma anche semplici pedine che -se ben utilizzate- possono anche dare scacco al re; l'assessore regionale Angelo Sciapichetti che ha menzionato la discussione in corso nel Consiglio regionale sui modi per contrastare la ludopatia.

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Il prof. Alberto Meriggi ha ricordato la fuga del podestà di Treia, che fece proditoriamente liberare Corrado D'Antiochia, fatto prigioniero dai treiesi nel 1263, ed in cui  -durante il processo intentatogli dai treiesi- a sua difesa e contro gli accusatori addusse anche il furto da lui subito da una banda di facinorosi che irrompendo nella sua abitazione, tra le altre preziosità avevano asportato una pregevole scacchiera, questo a riprova che tale gioco era già allora in auge. 

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Chaturanga - Giocato da Sri Krishna e dalla sua sposa Rukmini 

A dire il vero, come raccontato nel libro "Il gioco degli Dei" del Maurensig gli scacchi hanno un'origine molto molto più antica, Il progenitore, una sorta di gioco d'astuzia da tavolo, si chiamava "Chaturanga" e fu inventato in India, originariamente era  da disputarsi fra quattro giocatori, in rappresentanza delle 4 caste, e poi -per facilitazione di movimento- tra due soli contendenti. Un grande divulgatore e appassionato di questo gioco, negli anni più recenti, fu Malik Mir Sultan Khan, un uomo del popolo che prese il nome della casata del suo maharaja e attraverso di lui fu trasmessa la passione degli scacchi anche in occidente. 

Paolo Maurensig ha raccontato di come il suo primo amore fosse stata la scrittura, poi sostituita dagli scacchi ed in seguito dalla musica ed ora è ritornato agli scacchi ai quali ha dedicato già quattro libri. "Giocare a scacchi non è un divertimento – ha detto lo scrittore- poiché non è un gioco di fortuna ma di abilità, perciò non si può dire che sia divertente, anzi procura grande tensione. L'affinità tra lo scrivere e gli scacchi sta nel cercare dentro di noi l'ispirazione di come muoversi sia nella scacchiera che sulla carta bianca. Per esprimersi liberamente e seguire l'intuizione interiore occorre liberarsi dal credere in religioni e ideologie, perché se si cerca di prevalere sull'altro l'ispirazione della giusta mossa viene a mancare. Scrivere in funzione del successo o giocare a scacchi per vincere la partita ci fa perdere l'amore per noi stessi, per fortuna io mi voglio bene e non ho di queste pretese...". C'è da dire che Paolo Maurensig è nativo di Gorizia, che può essere considerata una città mitteleuropea, cioè che "sta nel mezzo". 

Alla domanda di quale sia il suo pezzo preferito negli scacchi egli  ha risposto "il Cavallo, per la sua libertà di movimento, anche se la Regina è la più forte..." e a dimostrazione della sua passione ha disegnato un profilo equino unitamente alla sua firma a tutti coloro che gli chiedevano di autografargli il libro, che è andato letteralmente a ruba. 

 Quasi tutti felici e contenti e sazi di cultura si sono poi affrettati nella sala adiacente per degustare i vincisgrassi cucinati dai Cuochi Maceratesi,  auto-nominatisi "alfieri" di questo piatto tradizionale maceratese, che anche a Treia ebbe e tutt'ora ha molti apprezzatori, tra cui la mia compagna Caterina Regazzi. Attorno al tavolo del rinfresco,  gli astanti dimentichi del proprio ruolo in società, si sono tutti affratellati annaffiando le lasagne con calici di verdicchio, il vino che meglio si abbina con questa specialità culinaria locale.

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Ringrazio per essere stato invitato a questa bella iniziativa, organizzata in particolare  con  l'impegno di Caterina Ciambotti dell'ASD Scacchi e Andrea Mozzoni dell'Avis Treia.

Paolo D'Arpini

A sinistra Angela Fiorillo, al centro Alberto Meriggi, a destra Paolo D'Arpini


Alcuni rappresentanti istituzionali visti di faccia

... e tutto finì a vincisgrassi


Ringrazio Luciana Montecchiesi  per le immagini:  https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2598135523606001&set=a.2598134066939480&type=3&theater


P.S. - Avevo preso talmente tanti appunti da poter scrivere io stesso un romanzo... mi sono frenato in tempo sapendo che tanto su internet più di una paginetta i lettori non leggono... Comunque se volete saperne di più potete contattare Andrea Biondi e Maurizio Angeletti con i quali mi sono confidato...





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