venerdì 20 marzo 2020

Treia. Primavera con i piccioni e Pasqua senza palme


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Quest'anno l'equinozio di primavera ricorre il 20 marzo, c'è luna crescente ed è venerdì,  tradizionalmente questo evento  è collegato al giorno  di San Benedetto, 21 marzo,  in cui  si dice che "la rondine  torna sotto al tetto". Purtroppo le rondini qui a Treia non si sono ancora viste ed inoltre la città è "chiusa" per via delle norme igieniche di contenimento del coronavirus.

Di solito in questi giorni la piazza e le vie di Treia rigurgitano di vita ma ora gli unici abitanti che si muovono liberi sono i piccioni. La piazza gli appartiene, come ci mostra l'amico Giampaolo Damiani  nella sua bella foto.




La festa del patrono San Patrizio, che ricorre in questi giorni,  è stata rimandata sine die. Ed anche la distribuzione dei ramoscelli d'ulivo per la domenica delle Palme,  quest'anno il 5 aprile, sicuramente non si terrà.  Dovremo arrangiarci, ognuno per sé e Dio per tutti.  


Io sono fortunato perché   proprio sotto  casa, nell'orto urbano di Caterina, ci sono 4 begli ulivi ed un rametto potrò raccoglierlo e benedirlo io stesso, come segno di buona fortuna. Caterina dovrebbe raggiungermi qui a Treia   per la Pasqua, il 12 aprile, ma chissà se per quella data gli spostamenti saranno consentiti... sarebbe un vero miracolo!

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A proposito di miracoli vorrei  raccontare  qualcosa  sul significato della Pasqua e sulla  sacralità dell'ulivo. L’ulivo è albero più significativo delle tre religioni monoteistiche che con il suo olio “crea la luce”, che è “l’asse immobile della terra”, che rappresenta Abramo l’antenato comune degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani. Il ramoscello d’ulivo portato dalla colomba a Noè è anche qui il segnale di nuova luce e la ripresa della vita sulla terra.

I misteri della Primavera… Il simbolismo della rinascita primaverile si identifica nella vita di tutti i grandi iniziatori di religioni. In particolare, l’antichità riconosceva in alcune divinità proprio questa funzione, che essi esprimevano tangibilmente. In inglese, Pasqua si dice Easter, una chiara derivazione da Eastre, Ostara, Istar, Astarte, divinità della Resurrezione naturale e perpetua.


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Spesso quel che è rappresentato nella natura trova anche una sua corrispondenza nella coscienza dell’uomo, infatti l’atto creativo, sia esso di Dio o di Madre Natura, è stato spesso paragonato a quello del contadino che produce il cibo necessario alla vita. Ed è per questa ragione che i momenti più auspiciosi dell'anno erano considerati quelli delle quattro stagioni, in cui il seme della vita compie il suo corso.

“Da aperta che era un tempo, l’umanità si è sempre più rinchiusa in sé stessa. Tale antropocentrismo non riesce più a vedere, al di fuori dell’uomo, altro che oggetti. La natura nel suo complesso ne risulta sminuita. Un tempo, in lei tutto era un segno, la natura stessa aveva un significato che ognuno nel suo intimo percepiva. Avendolo perso, l’uomo di oggi la distrugge e con ciò si condanna” (Claude Lévi-Strauss).

Paolo D'Arpini  

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