lunedì 16 gennaio 2023

Treia. Salviamo i porcellini di Sant'Antonio

 



Sant'Antonio, protettore degli animali, ha dato il nome a certi animaletti curiosi che hanno l'abitudine di arrotolarsi se vengono toccati, attenzione non sono insetti nocivi quindi non uccideteli se li incontrate sulla vostra strada.

Quando nel 2010 giunsi a  Treia trovai che la città era abitata da numerosi porcellini di Sant’Antonio (anche detti “di terra”).  Pensai che fosse un buon segno, voleva dire che l’ambiente era per loro ancora favorevole.

Ricordo che anche  quando arrivai a Calcata, a metà degli anni ’70 del secolo scorso, la casa in cui andai ad abitare era piena di questi animaletti di origine marina, “onischi” il nome scientifico, ce n’erano a migliaia. Non sapevo come fare per eliminarli, la mattina scopavo per terra raccogliendone a palate che poi gettavo dalla rupe, ma questi non accennavano a diminuire. Infine feci una ricerca e scoprii che questi animaletti non sono  insetti, ma appartengono alla famiglia dei gasteropodi, e sono stati fra i primi organismi a popolare la terra, anzi con il loro lento rosicchiare  hanno contribuito a rendere la terra come noi oggi la conosciamo, un terreno fertile, pulito e ricco di humus.

Da quel momento smisi di preoccuparmi della loro presenza… anzi al contrario iniziai a preoccuparmi per la loro scomparsa… Infatti a mano a mano che il luogo subisce un processo di degrado ambientale (e non solo morale), i porcellini di Sant’Antonio lasciano il campo agli scarafaggi, questi sì della categoria degli insetti,  e pure  sinonimo di sporcizia (anche se a Napoli si dice “ogni scarrafone è bello a mamma sua”,  e la UE intende inserirli nel nostro menù...).

Ma perché vi sto raccontando tutto questo? Il fatto è che qualche tempo fa Caterina è uscita per strada ed ha riportato in casa un recipiente che avevo utilizzato in passato per trapiantarvi una viola del pensiero, si trovava sul davanzale che dà sulla strada della camera di Nonna Annetta. Il fiore si era seccato, anche dovuto al fatto dei miei due mesi di assenza da Treia, e Caterina ha detto “piantiamoci qualche altra cosa..”, e siccome durante una passeggiata alla grotta di  Santa Sperandia  avevamo raccolto dei semi di “cappello del prete” vi abbiamo messo quelli e smuovendo la terra abbiamo scoperto un brulichio di porcellini di Sant’Antonio che avevano colonizzato il vaso... e che abbiamo rimesso al suo posto sul davanzale senza disturbarli oltre.


Caterina dice: “L’onisco è un animale che appartiene al Phylum degli Artropodi, classe dei Crostacei ed all’ordine degli Isopodi, gli onischi vivono in ambienti umidi e poco illuminati, nelle crepe dei muri e nel terreno, sotto il legno in decomposizione e sotto le pietre, è comunissimo osservarli in gruppi numerosi sollevando i vasi dei fiori. E’ facile trovarli anche dentro i vasi tra le radici delle piante, ma nonostante questo non recano danni alle piante in quanto si nutrono prevalentemente di detriti di origine vegetale. Uno dei miei animali preferiti, mi ricorda l’infanzia e, qui a Treia, malgrado le periodiche disinfestazioni pubbliche contro zanzare ed altri insetti, se ne vedono ancora alcuni, stanno scomparendo purtroppo e questo non è un bel segnale...!”

Sheheryar, un  ricercatore ecologista ha scritto: "Puoi trovarli sotto un mattone o un oggetto umido. Potresti esserti sentito disgustato e ti sei chiesto perché esistono in natura. Beh, lasciatemelo dire, l'onisco, meglio noto come porcellino di Sant'Antonio,  appartiene  a un sottogruppo di crostacei isopodi la cui funzione è quella di rimuovere dalla terra i metalli pesanti nocivi come mercurio, cadmio e piombo. Contribuiscono alla pulizia del suolo e delle falde per riaffermare la saggezza della natura. Non danneggiarli o spruzzare pesticidi su di loro!"

Paolo D’Arpini e Caterina Regazzi




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