venerdì 8 gennaio 2021

Esperienza di osservazione della Natura... ed il gelsomino avventuroso



Come ho già avuto modo di dire, mi sto appassionando agli argomenti proposti da Stefano Mancuso: le piante e la loro intelligenza (e, per quanto mi riguarda, la loro vita e il loro modo di esistere). Ora sto leggendo, ad esempio, "Verde brillante". Lo presi in biblioteca circa un anno fa, mi era piaciuto tanto che ora me lo sono comprato e me lo sto rileggendo.

Nel risvolto della copertina si dice che "nel 2012 "La Repubblica" lo ha indicato tra i 20 italiani destinati a cambiarci la vita; nel 2013 il "New Yorker" lo ha inserito nella classifica dei world changers". E la mia vita la sta già cambiando. Le piante, che prima vedevo ma non guardavo, ora le guardo, soprattutto i grandi alberi. Già da prima guardavo cercandole, le erbe spontanee, anche quelle di cui non ricordo nè il nome né le proprietà, ma che riconosco per il loro aspetto. Questo grazie alle amiche Maria Sonia Baldoni e Aurora Severini.
Non ho un atteggiamento "rapace", le osservo, le contemplo, le conosco e riconosco e le rispetto. Le onoro.

Tra le cose che racconta Mancuso, come manifestazione di una intelligenza delle piante, c'è la loro capacità di movimento, della parte aerea per raggiungere la luce o un appiglio, delle radici (e quindi questi non li possiamo vedere) per raggiungere le zone del terreno dove possono trovare i nutrienti a loro necessari. Veramente anche quelli delle parti aeree si vedono poco, bisogna stare attenti.Si vedono bene (e sono bellissimi) in certi filmati fatti con fotogrammi discontinui, che, messi insieme, rappresentano in un minuto, movimenti di ore o giorni. 

Avevo notato, già da diversi mesi, che il gelsomino che cresce abbrancato alla ringhiera fuori dalla mia cucina sta facendo tanti nuovi getti e che questi si protendono verso la casa, alla ricerca sicuramente di un appiglio (non vogliono venire a prendere un tè da me). E ho cercato di "invogliarli" ad intrecciarsi fra di loro, pensando con un po' di tristezza che prima o poi mi toccherà tagliarli perchè sono in mezzo al passaggio delle persone che salgono ed entrano in casa. Ma oggi è capitato un fatto buffo: qualche giorno fa ho fatto un brodo e poi l'ho messo a raffreddare sul tavolino che sta su questo terrazzo e, dato che pioveva, ho spostato un po' questo tavolino che normalmente sta vicino alla ringhiera un  po' più verso la casa, in modo che stesse sotto al tendone semiaperto che sta sopra al terrazzo. Oggi ho scoperto che un ramoscello, un getto del gelsomino è riuscito ad "agguantare" uno dei ferri che formano le gambe del tavolino e ci sta stretto stretto, tutto arrotolato e tutto tirato. Credo abbia fatto una bella fatica a fare questo lavoro, ma ora "lo vedo soddisfatto" . Fa proprio tenerezza!

Osservare la natura è, per me, bellissimo.

Caterina Regazzi



2 commenti:

  1. Commento ricevuto via email da Giorgio Stern:

    "Purtroppo, carissima Caterina, la maggior parte di noi osserva la natura quando la vedono alla tv o sullo "smarfone"
    Mi trovavo sull'autobus che stava immettendosi sulle rive spettacolari della mia città; oltre il golfo, nel nitore dell'aria vedevo le alpi innevate... visione commovente. Di fronte a me stava seduta una ragazza (18/20 anni) intenta a guardare e toccare il suo "smarfone" ... volevo avvertirla di cosa si perdeva. Forse mi avrebbe creduto un vecchio intruso. Rinunciai anche perché l'attimo era svanito e non potevo tornare indietro come si fa con il lettore DVD. Penso ancora con rammarico a ciò che la giovane si è persa... e a quello che si perderà.
    Da Trieste un Ciao e a presto // Giorgio Stern"

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  2. Rispostina di Caterina: “Stamattina sono piena di gioia perchè guardando le mie pianticelle mi sono accorta che la pianta di salvia, che credevo defunta (ma nella cui ripresa speravo e quindi non l'avevo buttata) ha messo tante piccole foglioline nuove! L'ho accarezzata e mi sono congratulata con lei..."

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